Statuto d’Autonomia: è ora di cambiare?

Ci si gira intorno da tempo e di tanto in tanto torna a fare capolino sotto forma di domanda scandita nel brusio dal fondo dell’aula: lo Statuto di Autonomia va rielaborato? La risposta dei Verdi è un sonoro “sì”, il momento storico si presterebbe infatti a promuovere una riforma “che sfrutti e ampli il clima positivo a livello locale a favore dell’Autonomia”. La Convenzione che verrà istituita dovrà tener conto della progressiva e costante affermazione del ruolo delle due Province e dei nuovi player in campo: l’Euroregione e il Gruppo europeo di cooperazione territoriale che hanno incoraggiato la cooperazione transfrontaliera senza trascurare la dimensione regionale dello spazio alpino.
Necessario, fanno sapere i Verdi, riposizionare le relazioni dei tre gruppi linguistici della regione e includerne altri nel processo: “come quelli di genere diverso (specialmente le donne), di generazioni diverse (giovani e anziani) e di provenienze diverse (immigrati)”. Da allegare nel quadro riformistico le costituenti fondamentali del territorio: la natura, il paesaggio, l’ambiente a cui la Convenzione dovrà dare il giusto peso.
Come funzionerà questa Convenzione? Secondo il ddl presentato da Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba, prima di tutto dovrà essere un organo autonomo, con un’assemblea composta in parti uguali da rappresentanti della politica organizzata e da rappresentanti della società civile a cui sarà affiancato un “Consiglio degli esperti“ - nominato dal Consiglio Provinciale - composto da professionisti con competenze di diritto costituzionale, scienze politiche, sociali e di storia.
Il “Consiglio della politica” – sempre secondo la stessa proposta di legge - sarà composto da membri della Presidenza e della Prima Commissione legislativa del Consiglio provinciale, integrati con gli esponenti delle forze politiche non presenti in questi due organi e con rappresentanze comunali e parlamentari. Il “Consiglio delle cittadine e dei cittadini”, invece, verrà costituito attraverso una modalità a sorteggio stratificato per garantire una rappresentanza equilibrata e trasparente di tutta la popolazione residente in Alto Adige. Per istruire, moderare e verbalizzare il processo è prevista inoltre una “Guida della Convenzione”.
Per far sì che il nuovo Statuto incontri il maggior consenso possibile dovrà coinvolgere anche i cittadini, perché questo “non può essere riscritto solo a livello istituzionale, in un accordo necessario tra Stato e Provincia, ma deve coinvolgere la società civile”. A tal fine tutte le riunioni dovranno essere pubbliche e accessibili con la possibilità di commentare online le varie sedute. La vera sfida sarà, dunque, quella di riuscire a catalizzare l’interesse delle persone, farle appassionare al dibattito, un tantino “impolverato”, con un tocco da pifferaio magico. Torna alla mente – per abitudine alla retorica – quel verso del buon Gaber “libertà è partecipazione”, una frase che tutti ci sentiamo di sottoscrivere, quanto attivamente dipende tuttavia dalle circostanze in gioco.
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