Il monito di Ortisei
L’affermazione della Lista Unica interetnica, slegata dai partiti e nata dal basso con le primarie online, sta animando in queste il dibattito in merito alla vera e propria rivoluzione che il 2015 sembra aver apportato nel panorama politico altoatesino.
Il voto ad Ortisei in particolare suscita l’entusiasmo da parte del Movimento 5 Stelle. Per Maria Teresa Fortini quello del centro della val Gardena è “un successo della partecipazione civica”. “Ho sentito che hanno fatto assemblee molto affollate” aggiunge Fortini, dando poi di quello che è successo un giudizio lapidario in tipico stile grillino: “questa è la fine del partito unico e della politica fatta dalle segreterie, mentre è inizio della politica fatta dai cittadini alla ricerca di soluzioni condivise e non calate dall'alto”.
Per la ex consigliera comunale di Bolzano “pure la percentuale dei votanti è un segnale inequivocabile di cambiamento”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è l’ex candidato sindaco della Lega a Bolzano Carlo Vettori: “non ho seguito le dinamiche di questa tornata elettorale, posso solo dire che i risultati dell'affluenza ai seggi sono alquanto incoraggianti, speriamo che a Bolzano si possa superarli”. Vettori però si astiene dal commentare la sconfitta della SVP: “democrazia batte astensionismo 1-0, cosa c’è di più politico di così?”.
Molto soddisfatti per il risultato di Ortisei sono anche i Verdi che in Gardena hanno deciso di fare un ‘passo indietro’ a favore della Civica, come conferma la consigliera provinciale Brigitte Foppa: “le nostra rappresentanti tra cui Martina Goller che era nostra candidata ladina alle provinciali hanno lavorato attivamente alla costruzione della Lista Unica”.
Foppa coglie l’occasione anche per fare i complimenti per il lavoro svolto: “ad Ortisei hanno capito le esigenze di cambiamento della popolazione che evidentemente voleva chiudere coi vecchi schemi e schieramenti”.
La ‘vicinanza’ della Lista Unica alla sinistra viene confermata anche da Guido Margheri di SEL: “il risultato del voto ad Ortisei risultato che conferma la crisi della gestione dell'autonomia e della Svp, e la necessità di un cambiamento politico e istituzionale che punti decisamente sulla priorità dell’interesse pubblico, sulla democrazia e sul decentramento”.
In merito al voto ad Ortisei prende posizione anche la consigliera provinciale di Team Autonomie Liberal PD Elena Artioli, dicendosi sempre più convinta che “le persone oggi scelgono il politico e non i partiti" e che "le civiche sono il futuro per elezioni comunali e provinciali”. Artioli calca quindi ulteriormente la mano “il popolo non ne può più dei partiti, tant’è vero che oggi a Bolzano vorrebbe Durnwalder sindaco”.
“Anche il PD, che ad Ortisei non si è presentato, dovrebbe ora fare una riflessione; ma è anche vero che non è la prima volta che nel centro gardenese succedono ‘cose’ prima che altrove” aggiunge Artioli.
Per la consigliera provinciale cruciale comunque è stata anche la "scelta sbagliata del candidato da parte della SVP".
Il risultato di Ortisei viene commentato anche dal sindaco di Laives Christian Bianchi, eletto a sorpresa alla guida di una Civica di centrodestra che ha l’appoggio anche di Lega, SVP e M5S.
“In questi ultimi anni Ortisei ha vissuto una sorta di travaglio ed è abbastanza naturale che la proposta in grado di ottenere il massimo riscontro sia stata quella legata a persone di riferimento e non ai partiti” commenta Bianchi per il quale cruciali sono state la qualità della proposta politica e la credibilità dei candidati, “probabilmente superiori a quelle della SVP".
“Evidentemente anche ad Ortisei sono prevalse altre logiche rispetto ai partiti, in questo periodo tutti i partiti infatti anno molta fatica a intercettare il consenso” prosegue Bianchi facendo un parallelismo con quanto è avvenuto anche nel suo Comune. “Qui a Laives c’è stato un completo taglio con il passato e le persone in campagna elettorale hanno guardato prevalentemente alla concretezza delle proposte premiando una Lista Civica” conferma infatti Bianchi, ricordando che “oggi i partiti devono lavorare per avere una forte sensibilità radicata comune per comune”. Bianchi conclude affermando che “si tratta di un compito non è certo facile e non solo per la SVP”.