Cronaca | Il caso

Non aprite quel libro

Il punto vendita Athesia in centro a Bolzano non espone il libro Bankomat di Christoph Franceschini. Intanto restano minime le speranze di tradurre il volume in italiano.

È già, di diritto, il caso letterario della stagione con le sue oltre 7mila copie vendute in meno di cinque giorni dall’uscita nelle librerie, Bankomat di Christoph Franceschini - ed edito dalla bolzanina Raetia - sulle perdite milionarie della Cassa di Risparmio dell’Alto Adige. La presentazione del libro, lo ricordiamo, era stata posticipata per consentire all’istituto di credito di completare l’aumento di capitale. Un goffo tentativo di (velato?) boicottaggio, ora, sembra plasmarsi in una nuova forma. Nel punto vendita Athesia sotto i portici di Bolzano il libro è esaurito da qualche giorno, le poche copie che arrivano, spesso già prenotate in anticipo, vanno letteralmente a ruba.

Il fatto “curioso” è che anche quando il volume è disponibile non è dato saperlo a meno di non farne richiesta esplicita. Le copie sono infatti impilate e nascoste dietro la cassa, invisibili agli avventori. “Ordini dall’alto” è la giustificazione apportata in questi giorni dalla libreria, oltre a: “ci risparmiamo la fatica di mettere il libro in esposizione, tanto vengono acquistate in un batter d’occhio”.


Le copie di "Bankomat" nel punto vendita Athesia in centro a Bolzano

 Una vecchia abitudine, a quanto pare, questo modus operandi dell’Athesia, aveva sottolineato alla presentazione di venerdì scorso il politologo Günther Pallaver: anche quando uscì il suo libro sul tema della sessualità, alla fine degli anni ’80, infatti, veniva venduto “sotto banco”. A onor del vero va però specificato che nel punto vendita Athesia di Vipiteno le copie del libro sono state esposte (almeno fino a sabato scorso). 

Nel frattempo le possibilità che Bankomat venga tradotto in italiano restano minime, come conferma Thomas Kager, direttore editoriale di Raetia, che annuncia una prossima ristampa del libro; “il mercato letterario italiano in Alto Adige è molto ristretto e una traduzione è molto onerosa, c’è poi il problema di doverla ultimare in tempi rapidi, anche questa ipotesi molto difficile da realizzare. C’è una piccola speranza, tuttavia - prosegue Kager: in molti si stanno organizzando per tradurre il libro, l’idea è quella di trovare una decina di persone che possano lavorare contemporaneamente, ognuna a una parte del testo”.