Paesi africani decidono lotta congiunta a Boko Har
A Yaoundé si sono riuniti sotto l'egidia dell'Eccas ( Comunità economica degli Stati dell'Africa Centrale) i rappresentanti di dieci nazioni africane per decidere come procedere insieme nella lotta alla setta radicale di Boko Haram.
Nella dichiarazione di Yaoundé rilasciata ieri 16 febbraio, i rappresentanti africani hanno ha messo a disposizione dei paesi maggiormente afflitti da Boko Haram (Camerun e Ciad) un fondo speciale di circa 86 milioni di dollari USA per la lotta alla setta fondamentalista. L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si augura che l'ingente somma non venga utilizzata solamente per l'acquisto di armi nuove e le missioni degli eserciti, ma che serva principalmente a sostenere lo sviluppo nelle regioni di frontiera tra Camerun e Nigeria dove attualmente infuriano i combattimenti con i miliziani di Boko Haram. La popolazione della regione vive in condizioni di estrema povertà e in particolare i giovani, senza alcuna prospettiva di futuro, sono un bersaglio facile della propaganda di Boko Haram. Se veramente si vuole sicurezza e stabilità nella regione allora bisogna avviare uno sviluppo reale per la popolazione locale e sconfiggere finalmente la povertà. Questo a sua volte presuppone una lotta seria alla corruzione per far sì che i finanziamenti concessi raggiungano effettivamente la popolazione.
L'Eccas stessa ha annunciato che i finanziamenti saranno utilizzati anche per l'assistenza alla popolazione civile fuggita dai combattimenti e chiede una missione di pace dell'ONU. Finora le Nazioni Unite hanno reagito con molta cautela alla richiesta ricordando che la lotta a Boko Haram necessita non di singoli interventi slegati uno dall'altro ma di un concetto unitario che affronti anche le ragioni profonde della crisi.
I paesi che partecipano all'Eccas sono Camerun, Ciad, Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Guinea Equatoriale, Burundi, São Tome e Príncipe, Repubblica Centrafricana.