La webserie si fa in Alto Adige
Le serie tv senza la tv, ovvero quando la rete diventa un’accogliente penthouse dove ospitare progetti audaci e originali spesso realizzati senza budget da capogiro. Stanno spopolando da qualche tempo e soprattutto oltreoceano, infatti, le webseries, che approdano su piattaforme social, su Youtube e Vimeo, per raccontare storie con nuovi format raggiungendo milioni di potenziali consumatori nella maggior parte dei casi a costo zero. Nel circuito della webserialità si è affacciato da qualche tempo anche un prodotto “100% made in Alto Adige” dal titolo Crimetube Südtirol (in lingua tedesca). L’illuminazione è venuta a due giovani attori bolzanini: Ricardo Angelini, con alle spalle diverse esperienze, oltre che in Italia, anche in Germania, Austria e Spagna, e Andreas Hartner, che ha studiato a Vancouver, in Canada. “Volevamo dimostrare che il nostro territorio offre professionalità serie e preparate”. Vedere - o meglio, cliccare - per credere.
salto.bz: Angelini, la vostra è una crime story ai tempi di internet, ci racconta la genesi di questo progetto?
Ricardo Angelini: Crimetube Südtirol è la prima webserie dell’Alto Adige, si tratta di 5 puntate in tutto da circa 10 minuti l’una. Al centro della narrazione c'è una valigetta luminosa che contiene un segreto. Io e Andreas ci siamo incontrati al Film Festival di Monaco nel luglio del 2015, ci siamo messi a tavolino e abbiamo deciso che era arrivato il momento di mettere in piedi qualcosa di innovativo e creativo nella nostra terra, l’Alto Adige. Volevamo essere liberi di raccontare una storia a modo nostro, senza i vincoli del cinema e della Tv e la rete ci è sembrata la maniera migliore e più fattibile, anche dal punto di vista economico, per farlo. L’idea era quella di impiegare professionisti altoatesini, sia davanti che dietro la macchina da presa, e abbiamo valutato che con 40-50 mila euro di budget e 15 giorni di ripresa al massimo avremmo potuto realizzare la serie.
Da dove avete preso l’ispirazione? Siete per caso divoratori incalliti di serie tv americane?
Andreas sì, io preferisco più le serie del Nord Europa, come quelle norvegesi o danesi, ma mi piace molto anche Gomorra. Il nostro, in effetti, è uno show che un po’ si rifà alla serie ispirata al best seller di Roberto Saviano, ma anche a Breaking Bad e a True detective, ma in salsa altoatesina.
A chi vi siete affidati per la regia?
Il progetto nasce da un collettivo di filmmaker e attori, all’inizio avevamo individuato un paio di registi altoatesini che vivevano fra Monaco e Berlino, abbiamo cominciato a collaborare con loro prima che abbandonassero il progetto per via di altri impegni. L’anno scorso, a febbraio, la puntata pilota l’abbiamo girata io e Andreas. Ora abbiamo reclutato Lisa Kerschbaumer, una regista molto in gamba con cui avevamo lavorato già due anni fa per un cortometraggio. Il 27 febbraio prossimo con la nostra crew artistica e tecnica, 25 persone in tutto, iniziamo le riprese delle altre 4 puntate che proseguiranno fino al 10 marzo.
Come vi finanziate?
Abbiamo inizialmente fatto richiesta per i contributi alla Ripartizione cultura tedesca della Provincia. Io e Andreas eravamo già piuttosto conosciuti come attori, ma il progetto che proponevamo era particolare e rischioso, oltre a richiedere molto impegno, perciò c’è stato molto scetticismo sulla riuscita dello show.
Il piano B?
Abbiamo trovato un paio di sponsor e siamo riusciti a raccogliere circa 5-6mila euro con cui abbiamo potuto pagare i nostri collaboratori e affittare le macchine da presa, le luci e tutto il necessario e si è cominciato a girare. L’anno scorso abbiamo presentato la puntata pilota al Bolzano Film Festival. Abbiamo organizzato un piccolo evento insieme a Südtirol1, che è il nostro media partner, e il riscontro è stato sorprendentemente positivo, molti produttori che hanno partecipato al Festival si sono dimostrati interessati al nostro progetto, e allora abbiamo mostrato loro la prima puntata e il making of.
A quel punto siete tornati a bussare alla porta della Provincia?
Esatto, e la Provincia ci ha concesso un generoso contributo. Spesi i 9mila euro per la puntata pilota, abbiamo poi capito che ci sarebbero serviti più soldi. Abbiamo allora lanciato una campagna di crowdfunding insieme all’Apa (Confartigianato imprese) con la speranza di raccogliere altri 5mila euro. L’obiettivo non è solo quello di rientrare delle spese ma anche di pagare un po’ di più chi lavora con noi. Non è un’impresa facile ma ci proviamo. L’importante per noi era soprattutto coinvolgere anche i nostri conterranei.
E come ci siete riusciti?
Abbiamo indetto un concorso di idee per scovare un concept, noi abbiamo dato il tema, la valigetta, fornito un paio di foto, creato un sito web apposta. Dal 15 settembre al 31 ottobre 2015 tutti gli interessati potevano mandarci una proposta per un soggetto, a partecipare sono stati 30 altoatesini e anche una ragazza di New York, un’artista di Brooklyn che era venuta a conoscenza del nostro progetto. Alla fine abbiamo scelto l’idea di una studentessa, Silvia Fischnaller, che proprio quell’anno doveva sostenere la maturità, e con lei abbiamo sviluppato la storia e le prime fasi della sceneggiatura.
Dove girerete?
Perlopiù ad Appiano, abbiamo già individuato alcuni posti, un monastero, un vecchio capannone in disuso e la casa di riposo di S. Paolo dove gireremo le scene dell’ospedale, un paio di uffici e grazie ad alcune conoscenze potremo utilizzare gratuitamente queste location.
Una volta ultimata la serie uscirà su YouTube?
Sì, il 26 maggio partiamo con la prima puntata e ogni settimana ne caricheremo una nuova. Prima però, il 22 maggio per la precisione, faremo, sempre insieme a Südtirol1, un evento esclusivo al Filmclub di Bolzano, una specie di première, dove proietteremo la serie sul grande schermo. Anche lì ci sarà il crowdfunding, e il ricavato verrà diviso con il nostro team.
E il prossimo passo? La partecipazione a qualche festival ad hoc?
Assolutamente sì, faremo domanda per partecipare a varie manifestazioni, i festival dedicati alle webseries sono cresciuti molto negli ultimi tempi, pensiamo ad esempio a quelli di Roma, Amburgo, Vienna, Toronto, New York, Los Angeles, Londra, San Francisco, Miami, Rio de Janeiro, San Paolo, ce ne sono circa 30-40 in tutto il mondo e molti sono connessi fra loro, un bel vantaggio perché se uno di loro si interessa a un progetto può segnalarlo anche a un altro partner. È una buona cosa anche perché partecipare a questi eventi ha comunque un costo, tra i 50 e 80 dollari a seconda del festival, e poi ci sono alcune condizioni da rispettare: inviare le prime 2 puntate che non possono essere più lunghe di 20 minuti ciascuna e si devono sottotitolare in inglese. In realtà dal momento che con Crimetube Südtirol siamo già attivi su Facebook, Instagram e sul sito, alcuni festival, ovvero il Webfest di Berlino e il Kwebci di Seoul ci hanno già contattato perché incuriositi dal nostro lavoro, e ci hanno chiesto di visionare le prime due puntate appena saranno ultimate, cosa che ci ha entusiasmati molto.
Su YouTube contano i click, però.
Già, ma da guadagnare c’è ben poco, abbiamo piuttosto voluto mettere in piedi questo progetto per far vedere anche a chi arriva da fuori di cosa siamo capaci. Nonostante si riescano a girare molti film in questo territorio, anche grazie al supporto dell’IDM, i professionisti locali sono ancora sottovalutati pur essendo seri e preparati.
Il futuro, quindi, è delle webseries?
Devo dire che fino a 3 anni fa non ho mai sentito parlare di webserie, anche se erano già online da 5-6 anni. In fondo lo abbiamo provato in prima persona, con 50mila euro si può pensare di realizzare un buon lavoro e c’è soprattutto la possibilità di farsi notare. Aziende come Netflix e Sky, infatti, visitano spesso questi tipi di festival perché sanno di poter trovare gente alternativa con idee fresche e vincenti e so che in queste occasioni a molti è capitato di venire ingaggiati per sviluppare la propria serie. Credo che le webseries siano il futuro, sì, perché aprono nuove prospettive, diverse da quelle che siamo abituati a vedere, forse, ma senza dubbio peculiari.
E il vostro di futuro sarà ancora nel mondo delle serie online?
Lo speriamo, abbiamo in cantiere un altro paio di idee per una nuova serie sempre con il focus sull’Alto Adige, ma stiamo anche valutando di realizzare una seconda stagione di Crimetube Südtirol, magari con 7 puntate da 20 minuti ciascuna. Ci auguriamo di riuscire ad avere qualche altro sponsor e maggiori contributi, stiamo pensando inoltre alla possibilità di una co-produzione con l’Austria o con la Germania o con qualche altra parte d’Italia, chissà, non ci poniamo limiti.
Bravi! Se volete sostenere
Bravi!
Se volete sostenere la campagna Crowdfunding di Andreas e Ricardo potete seguire questo link http://bit.ly/2ktVps1 che vi porta sulla piattaforma Crowdfunding Alto Adige. Fin oggi, i ragazzi hanno già raccolto il 59% del traguardo.