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L’inclusione passa anche dal linguaggio

Un comune emiliano ha adottato l’utilizzo della schwa (ə) a chiusura dei termini finora declinati al maschile universale: “Un’azione simbolica, servono azioni concrete”.
Schwa
Foto: Comune Castelfranco Emilia

Castelfranco Emilia, un comune del modenese di poco più di trentamila abitanti, ha deciso di applicare all’interno della propria comunicazione istituzionale l’utilizzo della schwa (ə) come desinenza finale neutra da applicare come alternativa al maschile universale. A spiegare l’iniziativa è la stessa amministrazione attraverso i propri social network:

Da diverse settimane avete visto comparire in alcuni nostri post il simbolo della schwa, ǝ, a chiusura di alcuni termini usati. Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità e il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi - si legge da un post recentemente pubblicato -. Vogliamo fare maggiore attenzione a come ci esprimiamo: il linguaggio infatti non è solo uno strumento per comunicare, ma anche per plasmare il modo in cui pensiamo, agiamo e viviamo le relazioni. Ecco perché abbiamo deciso di adottare un linguaggio più inclusivo: al maschile universale (“tutti”) sostituiremo la schwa (“tuttə”), una desinenza neutra. Questo non significa stravolgere la nostra lingua o le nostre abitudini, significa fare un esercizio di cura e attenzione verso tutte le persone, in modo che si sentano ugualmente rappresentate. E’ un passo importante verso uno dei nostri obiettivi: una società e una comunità inclusiva, equa e coesa”.

 

In pochi giorni, la notizia ha fatto il giro dello stivale: da chi urla al complotto gender a chi loda l’iniziativa sottolineando che una società inclusiva passa - oltre che dall’implementazione di numerose altre pratiche concrete - anche da un’attenzione al linguaggio utilizzato, un linguaggio che deve essere in grado di prendere in considerazione tutte le soggettività che la compongo, da quelle femminili - siano esse cis o trans - a quelle non binarie.

Il comune di Castelfranco Emilia, dopo il convulso tam tam virtuale e mediatico, ha ripreso nuovamente parola per ribadire il carattere simbolico dell’iniziativa, specificando l’importanza di accompagnare tali azioni a pratiche concrete e quotidiane per rendere la propria comunità davvero inclusiva:  “È però evidente - incalza ancora l’amministrazione - che, come in tanti altri ambiti, anche le azioni simboliche abbiano la loro importanza e costituiscano un fondamentale punto di partenza per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti. Sta ad ognuno di noi, cittadine e cittadini di Castelfranco Emilia, mettere in atto quei comportamenti utili, in ogni luogo fisico e virtuale, a rispettare e valorizzare le differenze di cui la nostra comunità è ricca”.