Metti un funerale e nessuno che lo segua

L'edilizia affonda nell'indifferenza dei piú. Eppure ha dato da vivere a molti. Anche in Alto Adige.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Ne hanno fatto anche un bel film “Still life” di Uberto Pasolini. Il tema é quello della solitudine del caro estinto: funerali senza nessuno che li segua. É quanto sta succedendo al settore dell’edilizia che, secondo il rapporto di maggio 2014 della Camera di Commercio di Bolzano, perde in 12 mesi altri 500 posti di lavoro e le imprese si riducono di un ulteriore 0,8%.

Le cubature delle concessioni edilizie richieste sono calate in un anno del 14%. Oltre le statistiche c’é il dramma nascosto delle crisi profonde e non ancora dichiarate: “non ci facciamo lo stipendio da ormai cinque mesi”, mi dicevano giorni fa due tecnici di un’impresa di costruzioni, controllando che nessuno attorno sentisse. Pudore e un pó di vergogna per una situazione umiliante ed apparentemente senza prospettive. L’edilizia affonda e al di fuori del settore prevale il fatalismo ed un colpevole disinteresse. Progetti approvati e finanziati, ma cantieri che non partono, processi decisionali inconcludenti, apatia ed indifferenza verso piani di sviluppo. Se chi viveva di edilizia rischia ora di creparci, pare non commuovere nessuno. “Non faccio mica il muratore, io!”