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“Si può fare ancora di più”

L’assessora Deeg sull’ipotesi del raddoppio dei bonus bebè prospettata dal ministro della Salute Lorenzin: “Abbiamo bisogno di politiche incisive”.

Il “bonus bebè” torna a occupare le pagine dei quotidiani: in una recente intervista a Repubblica, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha parlato di rischio di crac demografico e indicato i bonus sopracitati come una delle ipotesi - insieme al sostegno alla maternità e servizi, a partire dagli asili nido - per affrontare quella che definisce “la vera emergenza italiana”. Il 2015, del resto, è stato il primo anno in cui il numero dei nati è sceso sotto la soglia simbolica di mezzo milione; “se andiamo avanti con questo trend, senza riuscire a invertirlo, tra dieci anni cioè nel 2026 nel nostro Paese nasceranno meno di 350 mila bambini all'anno, il 40% in meno del 2010. Un'apocalisse”, ha dichiarato la ministra.

Nello specifico il bonus bebè fino al 2017 è indirizzato ai nuclei familiari che hanno un Isee inferiore a 25mila euro all’anno e a quelli che lo hanno più basso di 7mila. I primi hanno diritto a un assegno di 80 euro al mese (960 all’anno) per ogni figlio, i secondi a 160 euro (1.920 all’anno). L’ipotesi al vaglio dei tecnici del ministero della Sanità vorrebbe aumentare la quota mensile per il primo figlio a 160 euro e a 320 a seconda della soglia di Isee, mentre dal secondo in poi alle famiglie andrebbero rispettivamente 240 e 400 euro.

Sulla questione è intervenuta anche l’assessora Waltraud Deeg: “Ritengo molto positivo - commenta l'assessora Waltraud Deeg - che Roma riconosca il ruolo centrale della famiglia, e l'auspicio è che in futuro metta in campo politiche sempre più incisive da questo punto di vista. Oltre al sostegno finanziario diretto, le famiglie hanno bisogno di interventi strutturali per quanto riguarda la formazione e l'offerta di attività estive e pomeridiane che possano favorire la conciliazione fra i tempi del lavoro e quelli della famiglia”. L'esempio da seguire è quello degli stati europei dove la politica sociale collima con una forte politica sulla famiglia, “tutti paesi nei quali si registra un tasso di natalità decisamente più elevato rispetto alla media”, sottolinea l'assessora, la quale ricorda che “a livello locale, nei limiti delle competenze provinciali in materia, stiamo facendo il possibile per garantire il massimo sostegno alle famiglie. I risultati raggiunti sono buoni, ma se a livello statale si costruissero le condizioni di base per tale supporto si potrebbe fare ancora di più”.