Il passo falso di Rösch
Sulla Solland Silicon l’ultima parola non è ancora stata pronunciata. Lo stabilimento di Sinigo, che dopo anni di agonia lo scorso marzo è stato acquistato da un imprenditore del Qatar, torna ora alla ribalta delle cronache. Galeotta una lettera aperta inviata dal sindaco di Merano Paul Rösch a Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro, rispettivamente ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, e per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia Diretta.
Un’occasione persa
“Il fallimento della Solland Silicon - scrive il primo cittadino - ha rappresentato un’occasione storica che Merano non ha saputo cogliere: quella di congedarsi da un complesso industriale che è sempre stato un corpo estraneo in questa città e una fonte evidente di pericolo per la popolazione locale e per l’intero circondario”.
La memoria torna quindi al 1998 quando un incendio scoppiato all'interno dello stabilimento fece scattare un allarme chimico e i meranesi dovettero restare nello loro case con le finestre chiuse per non rischiare l’intossicazione. Il rischio di incendio rappresenta ancora per il sindaco una reale minaccia per Merano.
Il fallimento della Solland Silicon ha rappresentato un’occasione storica che Merano non ha saputo cogliere: quella di congedarsi da un complesso industriale che è sempre stato un corpo estraneo in questa città e una fonte evidente di pericolo per la popolazione locale e per l’intero circondario
“Faccio molta difficoltà a comprendere il motivo per cui – al termine di numerose aste andate tutte deserte – il governo abbia esercitato pressioni per farne bandire un’ennesima, e per di più limitando le prescrizioni in materia di sicurezza ambientale. Personalmente credo che tale decisione sia stata presa perché a Roma non si conosce adeguatamente la realtà meranese”, argomenta Rösch che ora si aspetta dall'esecutivo garanzie sulla tutela della sicurezza della città.
“Arroganza e incompetenza”
Dura è la presa di posizione di Andrea Casolari (La Civica di Merano) contro le dichiarazioni del sindaco: “La lettera è la goccia che ha fatto traboccare il vaso” nonché “l’ennesima conferma dell’arroganza e incompetenza del primo cittadino” che “continua a procedere da solo senza tenere in considerazione importanti componenti economiche e sociali della nostra città, come in questo caso in cui continua a non capire il valore non solo storico dell’impianto di Singo, fregandosene beatamente di tutto quello che questa fabbrica ha rappresentato per la città, sottovalutando totalmente il potenziale che la stessa ha ancora oggi in termini di posti di lavoro e di sviluppo economico”.
È la goccia che ha fatto traboccare il vaso
La critica si allarga anche alla gestione della città, che è “ferma da tempo, gli investimenti strategici di cui avrebbe bisogno per continuare a svilupparsi latitano o non sono neanche programmati, è stretta nella morsa del traffico, che assieme a tutte le altre questioni aperte rappresenta uno dei grossi problemi irrisolti e diventano ogni giorno più insopportabili. I meranesi di questi comportamenti non ne possono più, e sono oramai stufi di avere un autista senza patente che guida la città” attesta Casolari che ora, con il suo gruppo consiliare, valuterà l’opzione della mozione di sfiducia al sindaco.
Fuoco amico
La sferzata non arriva però unicamente dall’opposizione. L’assessore meranese del Pd Diego Zanella, insieme al consigliere provinciale Sandro Repetto, si dissocia da quanto affermato da Rösch. Per il Partito democratico locale è impensabile che la città del Passirio rinunci a un polo industriale come quello della Solland “soprattutto dopo i gravi disagi che i lavoratori hanno dovuto affrontare negli ultimi anni. Non si vive di sola vocazione turistica e soprattutto non si può pensare che esistano lavoratori di serie a e lavoratori di serie b. Lo stabilimento è da sempre fonte di reddito per decine di famiglie e pensiamo che lo debba rimanere anche in futuro. Sbaglia quindi il sindaco a prendere iniziative non concordate con la maggioranza in consiglio comunale”.
Zanella fa sapere che chiederà subito un incontro chiarificatore e precisa: “Condividiamo - di questa impostazione - esclusivamente l’attenzione alla sicurezza. Tale attenzione però è sempre stata garantita quando la fabbrica ha funzionato correttamente e non si vede perché non debba essere così anche in futuro”.
Sbaglia il sindaco a prendere iniziative non concordate con la maggioranza in consiglio comunale
Gli fa eco, infine, Repetto: “Perdere posti di lavoro è una tragedia che Merano e l’intera provincia non possono affrontare con leggerezza. Il sindaco definisca se si tratta di una posizione personale o di una iniziativa condivisa. Perché in questo caso, ecco, non sarebbe condivisa dal Pd, partito di maggioranza”. Rösch è avvisato.
Nun ist also auch BM Rösch in
Nun ist also auch BM Rösch in die in Südtirol immer offene Falle des ethnischen Streites getappt. Die Reaktionen der italienischen Parteien zeigen deutlich, dass ihnen die Geschichte des vom Faschismus zwecks Italienisierung von Meran errichteten Chemiewerkes wichtiger ist als die problematische Gegenwart, und dass italienische Arbeitsplätze wichtiger sind als die Sicherheit der gesamten Bevölkerung. Der grüne Rösch war wohl etwas zu blauäugig.
In risposta a Nun ist also auch BM Rösch in di Hartmuth Staffler
Genau! Aber es hat lange
Genau! Aber es hat lange gedauert, bis man gemerkt hat, wie schief dies alles läuft. Schade für Rösch, dass er sich jetzt, nach der "Schenkung"/Versteigerung aufs Glatteis begibt, denn die gesamte SVP hat sich hier die Zähne wohl schon ausgebissen. Verantwortungsvolle Politik hätte diese Geschichte, in jedem Fall und besonders zu diesen Bedingungen, vereiteln müssen. Man hat die Meraner und deren Sicherheit unter den Hammer geworfen und man höre endlich auf, die Arbeitsplätze zum Vorwand zu nehmen, denn bei der Schließung der Hoppe hat kein Hahn für sie gekräht. Eine sehr schwarze Geschichte, unter jedem Aspekt.
In risposta a Genau! Aber es hat lange di Oskar Egger
"Verantwortungsvolle Politik
"Verantwortungsvolle Politik hätte diese Geschichte, in jedem Fall und besonders zu diesen Bedingungen, vereiteln müssen" - Es scheint in diesem Fall so zu sein, dass die Stadtpolitik und ihr Bürgermeister von der Regierung in Rom außen vor gehalten und über sie drüber gefahren worden ist. Die 5-Sterne-Minister wollten durch Erhalt der Arbeitsplätze offensichtlich politisch punkten und haben diese (lokale) Angelegenheit zur Chefsache gemacht. Es ist nicht davon auszugehen, dass ihnen die ethnischen Implikationen vor Ort bewusst waren/sind. Interessant wäre allerdings zu wissen, ob die Landesregierung eine Rolle gespielt hat.
In risposta a Nun ist also auch BM Rösch in di Hartmuth Staffler
Der güne Rösch macht genau
Der güne Rösch macht genau das, was ein*e Bürgermeister*in in diesem Fall zu tun hat, er setzt sich für die Sicherheit und Gesundheit seiner Stadt ein!
Es ist bekannt: Die
Es ist bekannt: Die Geschichte um das Werk ist nicht nur geschichtlich und politisch bis heute durch seinen faschistischen und kolonialistischen Hintergrund toxisch. Anders ist es nicht erklärbar, wie hier mit diesem Werk umgegangen wird. Das Land Südtirol durfte dann auch noch für die Melioration der toxischen Altlasten enorme Steuergelder zahlen usw. Die Folgekosten sind noch gar nicht absehbar.
Ja, es es ein richtiger und längst überfälliger Schritt und zeigt Verantwortungsbewusstsein im Amt. Nicht nur die Öffentlichkeit hat Anspruch über die Gefahrenlage Bescheid zu wissen, auch ein Bürgermeister hat das Recht, sich haftungsrechtlich abzusichern. Der Ball liegt nun in Rom.
Das Solland-Werk scheint sich
Das Solland-Werk scheint sich als das Siegesdenkmal Merans zu entpuppen. Mit einem kleinen Unterschied: vom Bozner Siegesdenkmal gehen bis auf herabbröckelnde Verputzstücke keine nennenswerten Gefahren aus. Je früher dieses Monster geschlossen und rückgebaut wird, umso besser....und umso früher können auf dem Gelände neue, wertvolle und attraktive Arbeitsplätze geschaffen werden.
Die „fabbrica“ in Meran ist
Die „fabbrica“ in Meran ist scheinbar wie das Siegesdenkmal in Bozen.
Con questa storia della Memc
Con questa storia della Memc ho capito tante cose sulla politica, che non avrei mai pensato possibili ed una sconcertante realtá: non se ne fregano minimamente del diritto alla salute, escluso qualche piccolo sindaco insignificante.