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Per Alex Schwazer c’è ancora speranza?

Il marciatore avrebbe diritto a uno sconto di pena sulla squalifica sufficiente per provare a qualificarsi per Parigi 2024. Ma anche stavolta gli ostacoli non mancano.
Alex Schwazer
Foto: upi

La speranza si è riaccesa da poco. Alex Schwazer potrebbe godere di un importante sconto di pena sulla squalifica ricevuta per doping e tentare di qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi del 2024. A svelarlo è un’inchiesta della Gazzetta dello sport. Sentito ai microfoni di Rai Südtirol, il legale di Schwazer Gerhard Brandstätter ha confermato tale possibilità, ma l'avvocato teme che il rinvio del procedimento davanti alla giustizia sportiva possa impedire la partecipazione olimpica.

Recentemente, il marciatore sudtirolese ha ottenuto l'ammissibilità delle prove presentate alla Corte Europea per i diritti dell'uomo che gli consentirebbe di portare avanti nei prossimi anni l'iter per essere scagionato.

La nuova iniziativa legale è arrivata dopo la sentenza da parte del Giudice del Tribunale di Bolzano che ha scritto nero su bianco che il campione di urine che ha portato alla squalifica di Schwazer prima di Rio 2016 è stato manomesso. Nonostante questo la WADA non ha rivisto la propria posizione e nemmeno il ricorso al TAS di Losanna e quello al Tribunale federale svizzero hanno dato i risultati sperati. Schwazer ha i minuti contati e i tempi di Strasburgo non sono i suoi, che ha a disposizione solo pochi mesi per non vedere andare in frantumi il proprio sogno olimpico.

Ma ecco che proprio un altra vicenda di doping potrebbe cambiare le carte in tavola.

Dopo essersi imbattuto e una palese e grave violazione del codice antidoping internazionale, (un tecnico squalificato a vita per questioni di doping reiterato avrebbe collaborato comunque a lungo con una federazione affiliata alla World Athletics e firmataria del Codice Wada), ha deciso di denunciare il caso alla Aiu, il nuovo organismo della World Athletics (la ex IAAF, Federatletica mondiale) a cui è stata affidata l'attività antidoping. Il regolamento internazionale prevede uno sconto della squalifica, fino ad un massimo del 75%, per chi porti un “sostanzioso aiuto” a smascherare violazioni delle regole antidoping.

 

Il nodo dei tempi

 

Dopo due deposizioni nel 2021, nel dicembre 2022 l'Aiu ha fatto sapere ai legali di Schwazer, che la violazione era confermata e che quindi la testimonianza dell'atleta poteva essere considerata una “substantial assistance”. Forti di questo dato, a metà gennaio scorso i legali di Schwazer hanno chiesto all'Aiu una riduzione della pena del 50%, nonostante ad Alex restasse meno del 20% da scontare. La pena infatti scadrebbe il 7 luglio 2024, ma essendo a ridosso dei Giochi di Parigi Schwazer non arriverebbe in tempo per provare a qualificarsi. 

Nonostante si solito ci vogliano circa due mesi per ottenere una risposta, l'organismo ad oggi non si è ancora pronunciato. Ad aprile, sempre l'Aiu si è vista recapitare una nuova richiesta: chiarire i punti della sua collaborazione e soprattutto ammettere la violazione delle regole antidoping nel 2016, ma ancora nessuna risposta è arrivata.
Una situazione surreale, per Alex Schwazer e il suo allenatore Sandro Donati che a lungo si sono battuti per far valere un’innocenza già accertata e che ancora una volta li condanna a una sfiancante e ingiusta attesa.