Società | Bolzano cambia

Memoria sì, nostalgia no!

Bolzano è una bella città. Per chi la vede con lo sguardo giusto.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

A Bolzano, il nuovo ed il bello avanzano. Molti tra noi sono di un’opinione diversa o forse non se ne accorgono, ma comunque la città sta cambiando in meglio. Peraltro, Bolzano ha sempre avuto un grande problema con le sue trasformazioni: esse non sono mai state accolte volentieri dalla generalità (o dalla maggioranza) dei suoi cittadini. Ha fatto i conti con questo sentimento diffuso già il Sindaco Julius Perathoner ad inizio ‘900 quando ha autorizzato la costruzione di via Cassa di Risparmio in uno stile estraneo come quello Bavarese, tanto più (e tanto peggio) è andata con le architetture dell’epoca fascista ancorché ricche di pregevoli edifici di stile razionalista, vissute al loro apparire con profonda dissociazione da parte dei concittadini di lingua tedesca. Gli esempi potrebbero continuare con il grande conflitto per la ristrutturazione del quartiere delle Semirurali, con la trasformazione della zona da industriale a mista/servizi, con la perenne contesa tra la Bolzano agricola e quella urbana. Le novità vengono viste con sospetto e raramente si percepisce un comune apprezzamento e godimento del “nuovo che avanza”.
Tutto ciò a che fare con percezioni diverse e non condivise in modo omogeneo del senso della propria città. A Bolzano siamo un po’ un melting pot.
Un’altra causa di diffidenza verso le trasformazioni deriva dalla nostra composizione demografica. L’età media dei bolzanini è di 45,5 anni (in provincia 43,2), il tasso di vecchiaia – over 65/under 14 – è di 171,8, (in provincia il tasso di vecchiaia è 128).
E’ naturale che una popolazione così composta abbia un forte legame con la Bolzano com’era una volta e che che soffra nel vederla piano, piano scomparire. Per molti, la città ha subito diverse ferite non ancora cicatrizzate.
Un tale sentimento, oltre a non consolarci per un passato che non torna, rischia di non farci percepire, né apprezzare tutto il moderno bello che è stato realizzato a Bolzano nel corso dei decenni.
In genere lo riconoscono con maggiore facilità le persone che vengono da fuori e non hanno i riflessi condizionati della storia di Bolzano. Viviamo in una città con buoni standard edilizi e con alti livelli di progettazione.
Abbiamo nuovi quartieri “popolari” che non hanno nulla da invidiare a quelli “signorili”, sia per la qualità urbanistica e delle case, sia per il verde fruibile e per i servizi.
E’ vero, de gustibus non est disputandum, ma a mio parere, abbiamo costruzioni nuove e straordinarie ovunque in città, dalla zona produttiva (Salewa, l’Alperia Tower, il NOI/ex Aluminia, la torre Hafner, ecc.), in centro: il Teatro Comunale, il Museion ed i suoi ponti, l’Università, i palazzi di via Alto Adige, la nuova Stazione Autocorriere, il Palais Campofranco reinterpretato, l’edificio del Grifone, la sede della Provincia davanti alla stazione ferroviaria, l’Eurac. E ancora la nuova Cantina Bolzano e la Claudiana a san Maurizio, il nuovo ponte pedo-ciclabile sull’Isarco a nord della città.
Bolzano si rinnova e per fortuna.
Memoria, sì, nostalgia,no!

(www.albertostenico.it)