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Sudtirolo: finiti gli sconti.

La sfida è quella di stare con i valori del nostro territorio, dentro il grande mondo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Le altre due grandi rivoluzioni europee le abbiamo evitate: la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale hanno solo sfiorato il Sudtirolo. “Das Land im Gebirge” (la provincia tra le montagne) ed il suo popolo, capitanato da Andreas Hofer, hanno combattuto fieramente contro i valori ed i poteri conseguenti la rivoluzione francese e del resto le prime grandi fabbriche sono state “importate” in Sudtirolo solo dopo quasi la metà del ’900. Anche per questo siamo un pò “speciali” rispetto ad altre regioni europee. Ma dalla attuale terza grande rivoluzione – dell’informatica, di internet, della globalizzazione – non c’è modo di essere esclusi. Ed è bene così, perchè questa è l’occasione buona per rilanciare la cultura del nostro territorio dentro una rete di relazioni sempre più globale. La domanda non è infatti se accettare o meno la globalizzazione con tutte le sue conseguenze. La domanda è come stare attivamente e con la nostra identità dentro questo grande processo di trasformazione. La resistenza passiva o il processo di rimozione del tema, non ci siuta. Questa terza rivoluzione non fa sconti al Sudtirolo.