Le donne sono più brave.
La incontro spesso e scambiamo assieme qualche battuta: la signora fa la badante ed ha assistito a tempo pieno alcune persone di mia conoscenza. Lo fa ancora, per 54 ore settimanali di contratto, ma utilizza le ore libere per fare servizi presso altre famiglie: pulizie, lavori di casa, di nuovo assistenza. Si sposta veloce con la sua bicicletta, carica di solito di borse di ogni tipo. E’ il suo secondo lavoro. E’ più vicina ai 60 che ai 50 anni ed è arrivata in Italia da extracomunitaria e clandestina, regolarizzata solo successivamente. Non ha un suo alloggio, ma è domiciliata temporaneamente nelle case delle persone anziane assistite. Col suo lavoro garantisce una buona entrata ai familiari rimasti nel suo Paese d’origine. Viene dalla poverissima Moldavia (reddito medio annuo pro capite di 1900 dollari , inferiore addirittura a Paesi africani come ad esempio la Nigeria con 2177 dollari annui). Non ha mai chiesto, né ottenuto un pasto o un posto-letto a carico dello Stato o della Provincia. Ce l’ha sempre fatta da sola e i mestieri li ha imparati facendoli.
Come lei, molte altre badanti straniere (9.000 ?), indispensabili alle famiglie altoatesine per affrontare il grave problema della non autosufficienza.
Che dire? Brave!
L’immigrazione? E’anche una questione di genere.
(www.albertostenico.it)