Politica | Lo scandalo delle pensioni d'oro

Tappeiner: "I miei pareri non vincolanti"

Non vincolanti eppure attendibili e comunque accolti. Anche perché esplicitamente commissionati. Nella ricostruzione dello scandalo sulle pensioni d'oro fornita dal tecnico, la responsabilità tra consulenti e politici sembra essere solidale ed equamente condivisa.

Nell'intricata vicenda delle pensioni d'oro, Gottfried Tappeiner, il professore universitario, presidente di Pensplan Centrum e consulente del Consiglio regionale, ha svolto un ruolo fondamentale. Da molti considerato addirittura l'architetto della manovra, poi così violentemente contestata, la cosa più urgente da capire concerne la questione se la redazione delle norme di attuazione poi approvate dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale sia o non sia scaturita dalle sue proposte. La corrispondenza tra lui e Rosa Thaler, resa pubblica ieri (17 marzo) anche dal nostro portale, confermerebbe questa ipotesi.

Salto.bz: Professor Tappeiner, cominciamo con una domanda secca: la paternità della normativa sulle pensioni che sta destabilizzando la politica locale è sua?
Gottfried Tappeiner: solo in un certo senso. Del resto si tratta di processi decisionali complessi e ognuno deve assumersi le responsabilità che sono riferite al proprio ruolo.

Ci aiuti a capire. E' assodato che lei ha fornito un parere sul metodo di calcolo degli indennizzi. In una intervista alla Tageszeitung l'aveva negato, poi però sono emersi documenti inequivocabili.
In quel caso ammetto di aver fatto uno sbaglio. C'è stato un problema di comunicazione. Non ricordavo esattamente che oltre al calcolo legato all'aspettativa di vita più lunga attribuita ai consiglieri c'erano anche gli aspetti sul tasso di sconto calcolato allo 0,81%.

Ma non è proprio dalla combinazione di questi due parametri che si sono avute quelle cifre così considerevoli?
Indubbiamente. Ci tengo però a precisare che il mio era un parere puramente “tecnico” e non vincolante. Il Consiglio regionale avrebbe potuto anche regolarsi in modo diverso, facendo valere altre considerazioni politiche.

Possibile. Ma di fatto non è successo. Anche perché magari un parere diverso non sarebbe risultato così vantaggioso. E comunque è chiaro che, chiedendole un parere, i politici si sarebbero orientati su quello che lei ha espresso.
Vede, io ho basato i miei calcoli sulla letteratura internazionale relativa all'argomento. Si tratta di testi che tendono a ridurre lo spazio di scelta, anche se ribadisco che il mio parere, proprio in quanto "tecnico", non era vincolante.

Dunque lei non ritiene di avere alcuna responsabilità in quanto accaduto?
A posteriori sarebbe facile adesso affermare di essere stato troppo generoso riguardo al calcolo che si bassa sull'aspettativa di vita. Ma in base al metodo di lavoro da me attuato, cioè, ripeto, adottando i criteri desunti dalla letteratura da me consultata, penso che se rifacessi i calcoli giungerei alle medesime conclusioni.

E per quanto riguarda il tasso di sconto fissato allo 0,81%?
Si tratta di un tasso reale, non nominale. Se si fosse aggiunto anche il tasso d'inflazione sicuramente avremmo raggiunto una cifra pari al 2%, il che avrebbe comportato una riduzione di circa il 5% sugli importi complessivi.

Il che ripropone la questione della responsabilità complessiva dell'intera operazione...
Direi che ciò chiama in causa di nuovo la politica e le sue scelte.