Lista Santoro, c’è Gallo
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C’è anche il nome di Luigi Gallo — per dieci anni assessore comunale di Rifondazione comunista nella prima, seconda e terza (sfortunata) Giunta Spagnolli a Bolzano, con deleghe al personale e ai lavori pubblici — tra i candidati presentati dal giornalista Michele Santoro per la sua lista “Pace Terra Dignità” alle europee di giugno. Una lista che riunisce una parte del pacifismo d’area comunista e cattolica, critico nei confronti del sostegno militare europeo all’Ucraina. Né Alleanza Verdi e Sinistra né Unione Popolare con Potere al Popolo hanno espresso interesse a partecipare al progetto. Seguendo l'ordine alfabetico della lista, Gallo è undicesimo nella circoscrizione elettorale Italia Nord-Est.
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In lista Vauro e Odifreddi
Lo stesso Santoro, con l’ex parlamentare ultranovantenne Raniero La Valle e la politologa 29enne Benedetta Sabene, saranno capilista in tutte le circoscrizioni. Oltre al segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, candidato al Sud, in lista ci sono anche il vignettista Vauro Senesi, il matematico e divulgatore Piergiorgio Odifreddi, la scrittrice ed editrice Ginevra Bompiani, ii già deputato di Rifondazione Alì Rashid, lo storico torinese Angelo D’Orsi e il fondatore di Un Ponte Per Fabio Alberti.
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Tra i candidati anche Alessandra Guerra (ex presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia con la Lega, passata al PD e ai Verdi) e alcuni fuoriusciti del Movimento 5 Stelle, dal parlamentare europeo Piernicola Pedicini all’ex deputata Marta Grande. C’è anche il controverso scrittore di origini russe Nicolai Lilin, che in passato partecipò a iniziative di gruppi neofascisti come Lealtà Azione e Casapound. D’altronde, sottolinea Santoro, “non siamo una lista di sinistra, non vogliamo rifondare la sinistra”.
Servono però 75 mila firme da raccogliere in tutta Italia, impresa un po’ meno ardua grazie al dimezzamento delle firme consentito da un emendamento al “decreto elezioni”approvato in Senato. La lista Santoro non beneficia infatti dell’esenzione concessa ai partiti che hanno un gruppo parlamentare o un eletto nel Parlamento italiano nonché ai partiti europei (Ppe, Pse, Verdi, etc) con uno o più europarlamentari eletti in Italia. Tutte le liste devono poi superare un altro scoglio: la soglia di sbarramento al 4%.