Un destino incerto

La lenta agonia dei lavoratori della Solland Silicon di Sinigo potrebbe avere i giorni contati. La settimana scorsa un manipolo di tecnici germanici e cinesi ha effettuato un sopralluogo nello stabilimento; la Xinte Energy, infatti, colosso con sede a Hong Kong che produce silicio policristallino ed è attivo anche nel settore fotovoltaico (oltre a possedere una centrale elettrica a carbone che fornisce elettricità e ad avere un ramo nell’ambito dell’eolico), ha espresso il suo interesse a partecipare al rilancio dell’azienda. In quali termini è ancora tutto da verificare: potrebbe rilevare le quote di maggioranza, acquisirne una parte oppure decidere se procedere o meno con i piani di espansione. Sull’esito della visita, tuttavia, ancora nulla traspare. Massimo Pugliese, l’imprenditore irpino proprietario della Solland, come di consueto, prende tempo.
Oggi, intanti, i rappresentanti sindacali nazionali incontreranno i vertici dell’azienda per aprire ufficialmente la procedura della mobilità. Resta il nodo dei salari: Pugliese starebbe liquidando le spettanze ma non senza qualche ostacolo: l’azienda che cura le buste paga, infatti, non avrebbe ricevuto il compenso dovuto. “La busta paga di febbraio che è quella che presentava più errori, ad esempio, non è ancora stata messa in regola, cosa che, come se non bastasse, ha inevitabilmente generato ansia fra i lavoratori”, spiega Stefano Schwarze, segretario Filctem-Cgil. C’è poi la questione della cassa integrazione: “I dipendenti che sono ancora in attività, circa una cinquantina, un terzo della forza lavoro (su circa 135 unità, ndr), vengono pagati mentre chi si trova in cassa integrazione al momento è il più penalizzato perché non riceve salario”, riferisce Schwarze che aggiunge: “Bisogna anche ricordare che la cassa integrazione straordinaria è una misura onerosa per il datore di lavoro”.
Determinante sarà quindi la decisione che prenderanno i tecnici dopo il sopralluogo: “Siamo fiduciosi - afferma il rappresentante sindacale - anche perché l’azienda cinese sembra avere un concreto interesse per lo stabilimento che produce, di fatto, policristallo di alta qualità, è chiaro poi che la Xinte voglia avere un punto di riferimento anche in Europa. Siamo a un bivio - osserva Schwarze -, se l'eventualità degli investitori cinesi dovesse naufragare sarà un problema non solo per la Solland ma, di riflesso, anche per la SunEdison”. Pugliese, del resto, ha già ammesso che non sarà in grado di garantire la ripresa della produzione da solo, produzione che è ferma già da diversi anni, “c’è infatti anche questa di incognita, non è detto infatti che la ripresa, qualora ci fosse, avvenga senza problemi”, conclude Schwarze.