ec-Cessi
Sono certa che dalle vostre parti (intendo in Alto Adige e in Trentino), dove siete maggiormente e da più tempo sensibili alle tematiche ambientali e della sostenibilità, vicende come questa che sto per raccontarvi siano all’ordine del giorno.
Sto parlando di cessi. Nella fattispecie di toilette a secco.
Da noi in Piemonte ce ne saranno di certo, così come anche in altre regioni. Io, comunque, per la prima volta li ho visti e ho dovuto utilizzarli in Francia.
Diffusi in particolare in quegli ambienti ecologisti, alternativi, taleban-biologici (come li chiamo io ironicamente...) si tratta di water alla turca in legno dove non si tira l’acqua, ma si gettano trucioli di segatura e poi si ricicla il compost ottenuto.
Nei paesi del Nord Europa si trovano pure dei modelli all’avanguardia, anche utilizzati per collettività. Numerose sono le ditte (tedesche, inglesi, svedesi, per quel che ne so) che li producono e commercializzano.
Quelli che ho visto io erano principalmente installati in ambito rurale e ad uso familiare (presso abitazioni di agricoltori e attivisti sociali in Bretagna), ma anche - di recente - al forum Babel Med Music 2013 di Marsiglia, una fiera internazionale di musica dal mondo... dove di gente che passava ce n’era eccome!
Dunque, io voglio tanto bene agli ambientalisti, e anche ai paladini del naturale, ma debbo confessarvi che trafficare con deiezioni e segatura non è stato un momento di quelli più simpatici da ricordare. Poi, per carità, ci si adatta anche a questo, però...
“Vabbè, ma questa vuole parlarci di cacca? Qui ed ora? E' il caso?” penserete voi.
Non esattamente.
Vorrei piuttosto riflettere su quelle che sono certamente delle buone pratiche, ma se talvolta spinte all’ec-cesso ... ok, mi piace scherzare :-) ...sono un po’ tirate per i capelli.
In Bretagna ho dovuto condividere questa amena cabina di legno piazzata in mezzo ad un prato di ortiche, con una ventina di occupanti di una fattoria-comune.
Bucolico, bellissimo, ma alla sera sognavo uno di quei meravigliosi water che ho avuto la fortuna di provare in Giappone anni or sono, che fanno di tutto (asse che si intiepidisce, spruzzi davanti e dietro, tastiera per gradazione e getto dell’acqua, musichetta, manca solo che facciano i toast e il caffè e poi siamo a cavallo).
Ora, follie nipponiche a parte, il wc a secco è qualcosa che non fa per me, che sono una signora di mezz’età, non chiedo molto dalla vita, ma almeno non di dover fare l’equilibrista del Circo Togni quando faccio la pipì... Ci siamo capiti no?
Vabbè, pensavo di aver già dimenticato le agresti turche della Bretagna, quando lo scorso marzo al Babel Med Music, dopo aver curiosato tra stand di musicisti del Madagascar, aver seguito una conferenza sulla musica in Mali e assistito ad uno show case del mio gruppo preferito, i libanesi Mashrou’ Leila, mi sono imbattuta - dopo un po’ di ricerca - nelle fatidiche cabine di legno.
E nonostante tutto, dopo il bar sostenibile con il bicchiere di cui si paga la caparra, si restituisce alla cassa vuoto riprendendosi l’euro, mi sono sono sentita - benchè un po’ rassegnata - felice di aver contribuito alla pulizia e alla salubrità di Marsiglia mentre armeggiavo al buio con un barattolo di latta colmo di segatura.
Cessi e rituali dell'ideologia
In tuo onore, rileggo il post "ec-Cessi" con le chiappe incollate ad una tradizionale tazza francese, nella speranza che la prossima evacuazione si riveli piacevole e senza traumi. Non solo: per ringraziarti di questi tuoi pensieri sulla rimozione dell'eccesso escrementizio nella sua variante ambientalista e sulla cosiddetta "sincerità puramente materiale" dei rituali esterni che materializzano l'ideologia, ti passo idealmente un rotolo di carta igienica a doppio velo goffrato, invitandoti ad usarlo solo dopo aver letto quanto segue: "Il mercato della carta igienica in Europa vale 8,5 miliardi di euro e rappresenta il 26% del consumo mondiale. Ogni europeo ne consuma in media 13 kg ogni anno, per un consumo totale nell'intera Europa pari a 5,5 milioni di tonnellate o 22 miliardi di rotoli complessivi. Ciò corrisponde ad un consumo globale di circa 21 milioni di tonnellate (84 miliardi di rotoli) per tutto il Pianeta. Questa produzione richiede perciò complessivamente il consumo di circa 42~52 milioni di tonnellate di legname per anno, corrispondenti a circa 400-500 milioni di alberi di medie dimensioni[2] abbattuti ogni anno per questo consumo". Ambientalismo o non ambientalismo, viene voglia di pulirsi il culo con le dita.
In risposta a Cessi e rituali dell'ideologia di e d
accidenti, avevo
accidenti, avevo sottovalutato questo "albericidio"! ma possiamo sempre ripristinare la tradizione contadina delle turche con il vecchio giornale appeso ad un chiodo (da evitarsi la carta patinata...)
ps. lo sapevo che una donna non avrebbe dovuto parlare di cacca... "a l'è nen bel deuit", si dice dalle mie parti :-)
In risposta a Cessi e rituali dell'ideologia di e d
Erica Jong
"Lo sapevo che una donna non avrebbe dovuto parlare di cacca...".
Non so Alessandra, forse mi sono perso qualcosa. Per quel che ne so, sul rapporto tra ideologia ed escrementi non esiste nulla di più lucido e insieme esilarante di quanto scritto da Erica Jong in Paura di volare.