“Siamo tutti società civile”
Mentre Francia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, e Regno Unito rifiutano “la proposta della Commissione europea di instaurare un sistema di quote di ripartizione dei rifugiati tra gli stati dell’Unione”, da qualche altra parte, spinti da moti di solidarietà o da un necessario interventismo logistico, ci si rimbocca le maniche.
Stamane, a fare il punto sulla situazione dei profughi in Alto Adige e presentare il protocollo d'intesa per organizzare al meglio l’assistenza ai rifugiati che arrivano sul territorio, c’erano l’assessora Martha Stocker; Günther Walcher, direttore dell'ufficio provinciale protezione civile; Luca Critelli (direttore di Ripartizione); Alessia Fellin (Caritas); Claude Rotelli (Volontarius); Margherita Taras (Croce Rossa) e Verena Hafner in rappresentanza della società civile (costantemente attiva nel dare una mano ai profughi in transito) che in quanto tale, pur non potendo firmare un protocollo con carattere vincolante, partecipa tuttavia al tavolo di coordinamento.
“Bisogna innanzitutto distinguere fra i profughi che transitano nelle stazioni di Brennero e Bolzano ma sono diretti verso l’Europa del nord e i richiedenti asilo che vanno accolti secondo le direttive imposte dallo Stato”, ha precisato in apertura di conferenza stampa Martha Stocker, aggiungendo che “la Provincia non ha potere decisionale assoluto ma deve confrontarsi e richiedere le relative autorizzazioni alle autorità competenti, come nel caso delle Ferrovie per la concessione del locale al binario 1 in stazione a Bolzano, procedure che spesso richiedono tempo”.
L’assessora ha poi illustrato gli ultimi sviluppi sulla situazione in corso: sono stati complessivamente 472 i richiedenti asilo accolti in Alto Adige, di questi 365 nel quadro delle quote statali e 107 nei “posti provinciali” per chi presenta domanda di asilo direttamente in loco. L’accoglienza (che dura di norma dai 12 ai 18 mesi) è stata ripartita in 6 strutture: 5 a Bolzano e 1 a Merano sotto la supervisione di Caritas e di Volontarius. Per quanto riguarda il transito dei profughi alla stazione di Bolzano la media degli ultimi giorni è stata di circa 110 persone fra le 8 e le 11 di mattina e circa 25 fra le 11 e le 19. Si contano invece circa 11 operatori (associazioni o volontari) fra le 8 e le 11 e circa 6 fra le 11 e le 19. Alla stazione del Brennero sono state circa 80 le persone in transito nel corso della giornata supportati da 3-4 operatori. L’assessora ha poi assicurato che nelle prossime settimane verrà diffusa una "mappa del Sudtirolo" per individuare le strutture agibili al fine di distribuire equamente sul territorio i rifugiati che si stabiliranno in Alto Adige e non gravare solo su Bolzano e Merano.
“Le persone che arrivano in stazione sono calme e tranquille - spiega Luca Critelli - le poche difficoltà che possono crearsi sono legate esclusivamente a un comprensibile senso di disorientamento. La stragrande maggioranza dei profughi ha il preciso obiettivo di proseguire il suo viaggio, il nostro compito è perciò quello di dare assistenza solo nelle poche ore di permanenza. Questo protocollo collaborativo, che è aperto e modificabile in base all’evolversi della situazione, serve a disciplinare e migliorare le condizioni logistiche per l’assistenza in modo che ci sia meno improvvisazione possibile”.
L’assistenza, tenuto conto della massiccia presenza di migranti, al momento sembra funzionare bene, anche a detta della Protezione Civile. E proprio un eventuale intervento della Protezione civile è auspicato da Rotelli di Volontarius (oltre che dalla stessa assessora Stocker) qualora la chiusura temporanea delle frontiere in Germania in occasione del G7 in Baviera, a giugno, dovesse fare da “tappo” ai flussi e complicare dunque le cose anche in Alto Adige. Rotelli loda inoltre il grande sforzo della Provincia nella gestione del problema, ma occorre fare di più: “chiediamo più attenzione per l’assistenza umanitaria, locali più decenti, persone che possano mettersi a disposizione per fare da mediatori linguistici. La popolazione di Bolzano è stata molto preziosa ma so per esperienza che se l’emergenza durerà mesi diminuiranno le forze del volontariato perciò l’allerta deve restare alta, intanto, prossimamente, distribuiremo un vademecum con delle regole sanitarie e per la sicurezza destinate a chi sta dando una mano in questi giorni”.

[La protesta silenziosa di alcuni cittadini che hanno esposto cartelli a favore della solidarietà sociale durante la conferenza stampa.]
Bisogna ragionare sul medio-lungo termine e non solo sulla situazione attuale alla stazione, fa eco la Caritas; situazione - sottolinea la Croce rossa - che non è di emergenza sanitaria, grazie ai continui monitoraggi e screening a cui vengono sottoposti i rifugiati. Intanto stamattina sono approdati altri 70 profughi nel capoluogo altoatesino, spesso fra gli arrivi ci sono donne incinte e bambini piccoli - come riferisce la volontaria Verena Hafner - e la sera si trovano a dormire in stazione, in condizioni precarie. “L’aiuto che arriva dai cittadini è enorme, del resto dobbiamo ricordarci che siamo tutti ‘società civile’ e tutti abbiamo una responsabilità in questo senso”.
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