Cultura | BolzanoFestivalBozen

La composizione è al maschile.

“Perché non ci sono grandi compositrici nella storia della musica?”, ovvero: ”Perchè si fanno domande così stupide?”
 
Qui di seguito riporto i nomi dei compositori le cui opere saranno eseguite da Mahler Academy Orchestra, European Union Youth Orchestra, Gustav Mahler Jugendorchester, da gruppi strumentali della Gustav Mahler Academy, dagli ensemble del cartellone di Antiqua e dall’Accademia d’archi di Bolzano nell’ambito del BolzanoFestivalBozen. 
Georg Friedrich (I), Maurice, Claude, Igor, Ludwig, Richard (I), James, Sergej, Dmitrij, Richard (II), Charles, Franz, Gustav, Jaques, Francis, Albert, Georg Philipp, Antonio, Jean-Philippe, Johann Sebastian, Giuseppe, Alessandro (I), Domenico, Francesco, Giulio Cesare, Nicola, Kevser, Giulio, Athanasius, Georg Friedrich (II), Francisco, Cataldo, Giovanni, Johann Hieronymus, Alessandro (II), Marin, Antoine, Christopher, Diego, Joseph, Johann Michael.
Due i viventi, gli altri 39 appartengono al passato. 
Quest’anno il Festival si segnala anche per la commissione di un’opera nuova, ad uno dei più rinomati compositori d’oggi. 
 
haas-c-ricordi_harald-hoffmann_edit.jpg
Georg Friedrich Haas: la sua nuova composizione per  50 pianisti e orchestra è stata commissionata dal Festival - il primo agosto  la prima esecuzione (Foto: Ricordi / Harald Hoffmann)
 

E le compositrici? Una, Barbara, classe 1619. 
 
Pauline Oliveros nel 1970 sulle colonne del New York Times alla propria domanda “Perché non ci sono grandi compositrici nella storia della musica?” si rispondeva ”Perchè si fanno domande così stupide?”. A sostegno della compositrice e performer scomparsa nel 2016 citiamo qui pochi frammenti delle biografie di alcune compositrici del passato.
 
Nella Roma della seconda metà del Settecento Maria Rosa Coccia a 16 anni fu la prima donna a superare l'esame e a ricevere il titolo di Maestro di Cappella. Fu anche ammessa all'Accademia de' Forti di Roma. Eppure, benche' in possesso del titolo, non le fu permesso di praticare la professione di Maestro di cappella,  e i suoi tentativi di trovare una posizione come compositrice fallirono. Si dovette rifugiare nell’ insegnamento privato. 
La sorella maggiore del celeberrimo Wolfgang Amadeus aveva nome Maria Anna Mozart. Era pianista di eccezionale talento, acclamata da bambina alle corti europee accanto al fratello. Lo aiutò nella stesura di almeno una delle sue Sinfonie giovanili, ma poi fu avviata al suo destino di moglie e madre. In uno scritto il fratello ricorda un suo bellissimo Lied:  è quanto rimane della sua attività di compositrice.
Le Senechal de Kerkado nel 1805 a 19 anni riuscì a mettere in scena all’Opera Comique di Parigi “La méprise volontaire ou La double leçon”. Le riuscì per il suo travestimento al maschile, ma una volta scoperta fu cacciata dal mondo dell’Opera.
Più note sono le vicende di Clara Wieck Schumann, devota al marito, e di Fanny Hensel, nata Mendelssohn, sorella di Felix. Il padre non scoraggiò affatto i suoi studi, anche musicali, ma un giorno le disse “Dovresti applicarti con maggior serietà e con più zelo al tuo vero e unico lavoro, all’unico lavoro che si addice a una ragazza: fare la donna di casa”.
Melanie Helene Bonis, compagna di corso di Debussy, si dedicò pienamente alla composizione solo dopo il matrimonio, i figli e la morte del marito, utilizzando quale nome il maschile Mel.
Ruth Crawford, nata nel 1901, era una promessa della nuova musica americana, ma  in sintonia con il credo del marito, per il quale “le donne non possono comporre sinfonie”, si dedico alla musica folk: "Sono scesa dalla stratosfera, ho ripiegato le ali e ho respirato la buona polvere amica". 
Tutto concorreva, in famiglia e società, a rendere l’attività di compositrici impraticabile.
 
Un periodo e un luogo più felice per le compositrici fu quello medioevale alla corte occitana. Accanto ai trobadour stavano le trobairitz, che come i colleghi uomini scrivevano versi e si esibivano a corte, cantando e componendo musica sia sacra che profana. Tra queste Beatritz de Dia, conosciuta  perché si è chiaramente identificata in una poesia dedicata ad un’altra donna.
Più indietro nel tempo troviamo la badessa benedettina Hildegard von Bingen. Fu profetessa, guaritrice, naturalista, cosmologa, filosofa, drammaturga, linguista e consigliera politica, oltre che poetessa e musicista. Visse tra il 1098 e il 1179. Nel 2012 è stata nominata dottore della chiesa da Papa Benedetto, e oggi è anche un’icona del mondo new-age.  
 
mathilde_wantenaar_het_collectief_katriens_baerts_-_foto_di_andreas_senoner.jpg
Mathilde Wantenaar: artist in Residence di VIN-O-TON 2022,  a Cason  Hirschprunn ha presentato in prima assoluta i suoi Lieder (Foto: Andreas Senoner)
 
 
Oggi l’anticanone  al femminile sta progressivamente affermandosi, e ci offre la possibilità di guardare alla storia con uno sguardo pluralistrico, più inclusivo, in cui la musica delle compositrici di talento del passato trova un adeguato spazio. Un bell’esempio è il recente lavoro discografico di Beatrice Rana, dedicato ai Concerti per pianoforte e orchestra di Clara e Robert Schumann. Ci auguriamo che l’anticanone al femminile si realizzi anche nelle future edizioni del BolzanoFestivalBozen.
 
Auspichiamo inoltre che il futuro della musica – “The Future of music” è il motto dell’edizione 2023 del Festival - sia appannaggio anche di giovani compositrici, come  Gabriela, o Jessie, Hildur, Shruthi, Chen, Sonia, Sofija, Olga, Kaija, Dobrinka, Julia, Zoë, Missy, Anouchka, Caroline, Cheryl, Charlotte, Meredith, Anna, Joan, Dai, Arlene, Joan, Vivian, Dawn, Natalie, Sarah, Ann, Britta, Karola, Santa, Elena, Sophie, Victoria, Consuelo, Mathilde...