Società | I dati

I love my job

Emerge un forte attaccamento al lavoro, e non solo, dal sondaggio per i dipendenti della Asl che per 3/4 sono donne. Atz: "in corso una femminilizzazione della Sanità".

Chi ha detto che in ambito sanitario l’insoddisfazione regni sovrana? Un sondaggio realizzato dal “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” insieme all’istituto di ricerca demografica apollis ha rilevato il livello di benessere e le eventuali problematiche dei collaboratori legate alla propria attività lavorativa. La rilevazione condotta online si è svolta dal 23 marzo al 29 aprile 2015 e ha coinvolto in totale il 40,6% delle 8.784 persone invitate a partecipare via e-mail.

In primo luogo i dati indicano una “femminilizzazione” della Sanità, come affermato da Hermann Atz, responsabile scientifico e socio amministratore dell’Istituto apollis, in quanto tre quarti dei collaboratori è di sesso femminile, con tendenza al rialzo. Soprattutto nei settori tecnico-assistenziale ed amministrativo dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige le donne sono più numerose. Fra i dirigenti di livello più elevato il numero degli uomini è superiore, mentre nell’ambito tecnico non medici e tra i medici vi è un equilibrio di genere. Il lavoro a tempo parziale viene usufruito soprattutto dalle donne - una ogni due ha un orario di lavoro settimanale ridotto - soprattutto nella fascia d’età compresa fra i 40 ed i 49 anni. A proposito di età: nel corso dei prossimi dieci anni, secondo i dati emersi dallo studio, circa un terzo dei collaboratori dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige raggiungerà l’età pensionabile.

Entrando nel dettaglio circa il 93% delle persone intervistate ha dichiarato che il proprio lavoro non è solo un mestiere. La maggior parte dei dipendenti (l’83%) giudica sostanzialmente amichevole l’atmosfera lavorativa. Molti fra loro sono soddisfatti del riconoscimento da parte di colleghi (83%) e superiori (67%) per il lavoro svolto.

Criticati invece la forte pressione lavorativa causata dalla carenza di personale (condivisa dal 63%) nonché la mancanza di chiarezza nella regolamentazione e suddivisione dei processi di lavoro (51%). L’incertezza causata dalle future riforme viene vissuta in modo stressante dal 54% degli intervistati.

Nessuna particolare sorpresa è affiorata dalle risposte sulle tematiche relative al part-time e la discriminazione, nello specifico: il 91% degli intervistati ha scelto di lavorare a tempo parziale per motivi familiari. Inoltre, coloro che optano per il part-time raramente chiedono di tornare al full-time. Molestie sessuali e discriminazioni legate alle proprie origini, all’età e al sesso sarebbero, secondo il sondaggio, molto rare.

“È emersa molto chiaramente l’assai elevata etica professionale di collaboratori nonché una buona soddisfazione, ma, accanto a questo, anche la forte pressione legata al carico di lavoro per il personale medico ed infermieristico - ha dichiarato Atz -; la femminilizzazione e la crescente età media del personale sono sfide che l’Azienda ora deve affrontare”. Secondo Klara Astner, presidente del Comitato Unico di Garanzia, “è essenziale avere informazioni sulla reale situazione di collaboratrici e collaboratori. Poiché solo se noi, come Comitato Unico di Garanzia, conosciamo l’esatto punto dove la scarpa duole possiamo andare ad influenzare sviluppi e decisione che vadano a favore dei dipendenti”.

“L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige - dichiara il direttore generale della Asl locale Thomas Schael - può vantare, come conferma il sondaggio, collaboratori fortemente motivati. Inoltre, la rilevazione, ha anche evidenziato che la maggior parte dei dipendenti è soddisfatta del proprio lavoro. E questo è un eccellente punto di partenza per ulteriori sviluppi all’interno dell’Azienda sanitaria e per ottimizzare il lavoro nell’ottica dei pazienti. I dati emersi sono molto preziosi per noi quale Direzione generale. Prima di tutto perché ci hanno fornito un chiaro quadro della situazione e come seconda cosa perché questi dati rappresentano un’ottima base per le future decisioni”.