“L’alternativa al lungo lockdown”
Il refrain che risuona in questi giorni è uno: “Partecipate allo screening di massa” del 20, 21 e 22 novembre (nei comuni più piccoli, i test si svolgeranno nell'arco di uno o due giorni). E gli appelli alla popolazione si moltiplicano: gli ultimi in ordine di tempo arrivano dalla Federazione per il Sociale e la Sanità, Ordini tecnici, Forum Prevenzione, Unione commercio turismo servizi Alto Adige che si uniscono a quelli dei professionisti della politica. “Aderire è un gesto di responsabilità per il nostro bene, per quello dei nostri cari e della collettività, e una chance per interrompere la catena dei contagi” ribadisce il governatore dell’Alto Adige Arno Kompatscher durante la videoconferenza stampa odierna.
“Lo screening, gratuito, è la nostra unica e grande possibilità di tenere di nuovo sotto controllo le infezioni da coronavirus; ci permette di localizzare gli asintomatici e avere un quadro reale della situazione - sottolinea l’assessore alla Salute Thomas Widmann -. Siamo consapevoli che è la fotografia di un weekend ma da qui si parte per escogitare altre strategie di contenimento dell’epidemia”. Lo spettro da scongiurare è sempre lo stesso: un “lockdown lungo” che porterebbe “enormi danni economici, sociali e culturali” insiste Widmann. “Se non facessimo questi test a tappeto l’andamento epidemiologico resterebbe tale fino a fine febbraio, perciò più persone aderiscono allo screening prima torneremo alla ‘normalità’ riducendo il lockdown a poche settimane come dimostra l’esempio della Slovacchia. Si tratta di un passo verso la libertà”. E ciò significa, in prospettiva, riaprire il più presto possibile anche le scuole, “una assoluta priorità” afferma Kompatscher, “La chiusura totale dovrà durare il meno possibile. Ma una data potrà essere indicata solo con i dati alla mano dello screening di massa”. Come ricordato poi dall’assessore Arnold Schuler e dal presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer i Comuni più grandi prevedono un sistema di prenotazione online per i test.
Qualche numero: l’intera operazione costerà 3 milioni e mezzo di euro “ma sono dati provvisori”, specifica il presidente Kompatscher. Oltre 900 saranno gli operatori sanitari impegnati, 184 i presidi, 600 le postazioni. 350.000 tamponi rapidi (sono esclusi dallo screening i bimbi sotto i 5 anni e tutti coloro che vengono regolarmente testati oppure che sono appena guariti da Covid) è l’obiettivo “ambizioso” come lo definisce Patrick Franzoni, il responsabile del progetto “Test rapidi in Alto Adige”.
La procedura durerà in tutto 2-3 minuti. “Dopodiché - riferisce il coordinatore del progetto - si va a casa e si resta in attesa del risultato” che viene comunicato con una mail, e che per motivi di privacy può essere aperta solo con un codice di sblocco. Se l’esito del test sarà positivo scatterà l’isolamento domiciliare di 10 giorni. Se necessario, il lavoratore potrà essere messo in malattia. Se non si hanno sintomi, è possibile terminare l’isolamento dopo 10 giorni senza ulteriori test. “I contatti stretti di un eventuale caso positivo non saranno messi in quarantena, se a loro volta hanno partecipato allo screening e sono risultati negativi”, conclude Franzoni.
Questo test sarà un flop come
Questo test sarà un flop come tutto ciò che ha preso in mano la giunta provinciale.