Cultura | Art Shopping

Regali di Natale, mal anders...

Alla ricerca di idee tra arte, design e sociale?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Mentre folle oceaniche di turisti provenienti da ogni provincia d’Italia si assembrano attorno alle bancarelle dei mercatini, sgomitando per l’acquisto dell’ultima sfera con babbo natale sotto la neve prodotta a Guanzhou, agli Einheimische senza gusto per la dozzinalità non resta che una soluzione all’ineluttabile imperativo del regalo di Natale: go sideways.

A Merano uptown, nel cuore commerciale del vecchio centro di Maia Alta, tra salumerie e panifici, si è insediata un’icona del lifestyle internazionale. Da ottobre ha aperto il pop-up shop di Monocle, la rivista che qualcuno ha definito l’anello di congiunzione tra Vogue e Foreign Policy, e che negli anni, da mero supporto informativo, si è trasformata in un impero di stile che include magazine, broadcast, web, retail e ristorazione. Oggestistica ricercata a marchio Monocle, insieme a prodotti locali di comprovata qualità si alternano sugli scaffali del negozio temporaneo, dalle atmosfere mascoline e composte che trasudano jetset. Per chi non vuole perdersi l'occasione di dare un'occhiata, meglio sbrigarsi: il temporary shop chiude il 21 dicembre. Affrettatevi! (www.monocle.com)

A pochi passi di distanza, fenomeno meno di grido, ma di ben più lunga tradizione altomaiense, si trova lo studio del designer meranese Walther Thaler, che ospita anche l’assistente e collega Gianmatteo Bonaldo. In vetrina alcuni degli oggetti realizzati dallo studio, ma se non vi fate intimidire dall’impressione di poter disturbare i due gentiluomini al lavoro ed entrate potreste trovare ciò che fa al caso vostro, dagli appendiabiti in legno “Pflock”, di diversa angolazione e lunghezza, alle lampade in feltro o a forma di squadra, all’elegante mobile per la pulizia delle scarpe. (www.walterthaler.com)

Nel cuore dello struscio da mercatino, ma fortunatamente immerso nella quiete della galleria di cui è costola, lo shop di Merano Arte presenta un ricco assortimento di piccoli e grandi oggetti fra design ed artigianato artistico e alcune edizioni d’arte. Creazioni di carta, feltro e ceramica, bigiotteria e borse, tessuti e decorazione di artigiani altoatesini. (www.kunstmeranoarte.org/shop)
Ovviamente fa eco lo shop di Museion, con la ricchissima proposta di libri su arte, design, fotografia e architettura, ma anche i libri d’arte per bambini e l’oggettistica di design, con PurManufaktur e Mikamale. (www.museion.it/spaces/museion-book-shop).

Ma siccome a Natale siamo tutti più buoni, sono soprattutto i progetti che conciliano design e impegno sociale a meritare attenzione. Da anni i designer Bolzanini Lupo&Burtscher (Angelika Burtscher e Daniele Lupo, www.lupoburtscher.it) hanno dato vita a progetti di object design realizzati da manifatture protette. Il primo esperimento è stato avviato anni fa insieme alle Comunità Comprensoriali della Bassa Atesina e dell’Oltradige, riunitesi sotto il nome “Famos” con un progetto laboratoriale in cui hanno potuto trovare impiego portatori di handicap e persone con problemi psichiatrici o di dipendenza in reinserimento lavorativo. Gli oggetti, appendiabiti, portachiavi magnetico e sgabello portascarpe, di uso comune e quotidiano, sono ancora in vendita presso Famos. (www.famos.bz.it).

Quest’anno, i due designer bolzanini rilanciano con Cosmo, un nuovo marchio sotto la cui campana andranno a radunarsi oggetti nati dalla collaborazione fra designer e artigiani migranti, sradicati dalla propria nazione di origine, ma ancora detentori di un saper fare, cui con questo progetto si vuole dare valore. Vengono così a mischiarsi conoscenze, competenze e impronte culturali molto diverse, nel cui mischiarsi però emerge un elevatissimo potenziale di innovazione. La prima edizione è stata realizzata da upo & Burtscher insieme al falegname gambese Bakary Darboe, rifugiato in Italia e attualmente residente a Torino, e grazie anche all’appoggio di falegnami e tornitori locali che hanno messo a disposizione i macchinari.

Ma Famos e Cosmo non sono gli unici esempi di come il lavoro progettuale dei designer possa sposarsi con progetti di impegno sociale. In Piazza Matteotti 2 a Bolzano, ha sede il negozio di Akrat, officina di upcycling, ma soprattutto punto di convergenza: fra culture diverse, fra usato e usabile, fra esperienze professionali e desiderio di apprendimento, fra idea e realizzazione. La cooperativa sociale rilancia, attraverso il lavoro, il valore di oggetti dismessi, ma anche quello di lavoratori svantaggiati a cui si propone di dare una nuova opportunità di integrazione sociale.