“Se la sinistra fa la sinistra”
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“E noi splendiamo, invece”, questa la citazione di Pier Paolo Pasolini da cui prende il titolo il libro di Alessandro Zan. Il parlamentare simbolo della lotta per i diritti della comunità Lgbtqia+ per la proposta di legge di cui fu creatore, ha presentato ieri (18 marzo) il suo nuovo libro presso la Nuova Libreria Cappelli a Bolzano. L’evento, organizzato da Arci Bolzano, è stata l’occasione per riflettere sul ruolo della sinistra “per un’Italia che esiste e resiste”, sottotitolo del saggio.
Il disegno di legge noto come Ddl Zan prevedeva una serie di misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati su sesso, genere, orientamento sessuale e disabilità. Questa legge, dopo essere stata approvata alla Camera nel luglio del 2021, era stata affossata al Senato nell’ottobre dello stesso anno. L’autore ha dialogato con Sonia Zanotti e Diego Laratta partendo proprio da questa sconfitta in Parlamento, da cui inizia lo stesso libro. “Affossare vuol dire mettere sotto terra, il seme di questo disegno di legge è germogliato nei giovani e nelle piazze italiane”, ha affermato Zan.
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Diego Laratta, vicepresidente del Consiglio di Quartiere Gries-S.Quirino, ha parlato del periodo di discussione del Ddl Zan come di un “momento di educazione collettiva”. L’attenzione mediatica che ha ricevuto la proposta di legge infatti ha permesso a molti giovani di affrontare in famiglia per la prima volta il tema dei diritti della comunità lgbtqia+. Nonostante ci fosse un paese pronto e ricettivo, l’affossamento del Ddl Zan in quell’ottobre 2021 ha dato a molti l’impressione che l’Italia sia tornato indietro. Laratta ha infatti raccontato di essersi sentito profondamente amareggiato e sconfitto e di aver pensato, da membro della comunità lgbtqia+, di voler lasciare l’Italia. L’applauso seguito alla bocciatura della proposta di legge “mi ha fatto vergognare di essere italiano”, ha ricordato Zan.
Come riprendersi quindi da questo sentimento di amarezza? Secondo Zan “bisogna ripartire dai giovani che reclamano il proprio spazio e il proprio diritto di esistere affollando le piazze durante i pride, le manifestazioni ambientaliste e quelle pacifiste, in opposizione con il governo Meloni ed in generale con la crescente intolleranza di destra”. L'autore ha poi parlato anche dei segnali positivi che vengono in questo senso dal paese. È notizia di ieri, infatti, che il Presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera ha invitato le Camere a legiferare sui temi dell'eutanasia e dell'iscrizione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. “Non si accettano compromessi sui diritti delle persone – ha commentato Zan – Questo è il segnale che i diritti della comunità lgbtqia+ non sono di parte ma sono diritti umani”.
“È necessario porsi in ascolto, l’ascolto è l’atto più politico che ci sia in questo momento”
Zan si è poi lasciato andare ad una riflessione sul ruolo della sinistra e del suo partito, anche in vista delle elezioni europee di giugno: “Se la sinistra fa la sinistra e si occupa di salario minimo, lavoro precario, sanità pubblica e diritti prima o poi otterrà la fiducia del paese, ma serve un programma politico chiaro”. Interrogato dal pubblico su come fare riavvicinare i giovani alla politica, Zan ha poi aggiunto: “Se i giovani non vanno a votare la colpa è nostra, dobbiamo convincerli con la credibilità, questa è la grande sfida delle europee. È necessario porsi in ascolto, l’ascolto è l’atto più politico che ci sia in questo momento”.