Società | Immigrazione

L'emergenza passa, i profughi rimangono

Quale integrazione vogliamo per gli stranieri?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

In questi giorni, la parola immigrazione evoca tragedie del mare, controlli ai confini, emergenza umanitaria, sicurezza e ordine pubblico. Tutta l’attenzione e l’emozione sono catalizzate dalle cronache che, giorno per giorno, segnano l’esodo di popolazioni dal sud al nord del pianeta. Episodi drammatici che chiamano in causa il ruolo e le responsabilità delle Grandi Istituzioni come l’Europa, i Governi, la Chiesa. Noi, cittadini e comunità locali, nell’emergenza contiamo poco, come ha dimostrato la vicenda del confine del Brennero. Ma quando l’emergenza (prima o poi) passerà ci confronteremo comunque con la presenza definitiva nella nostra provincia, di profughi ed immigrati. E allora tocca a noi altoatesini avere un’idea chiara del percorso di integrazione da proporre a queste persone. Fino adesso questa idea ci è mancata, divisi come siamo tra sentimenti di diffidenza, paura, o di pietismo e assistenzialismo. Abbiamo bisogno di mettere in pratica un nostro specifico modello di integrazione, sapendo quanto noi siamo “speciali” anche in termini di diverse identità e culture locali. Perchè l’emergenza passa, ma i profughi rimangono.                               www.albertostenico.it