Politica | La polemica

Tutti contro Report?

Il programma d’inchiesta messo alla gogna per la puntata sul vaccino anti-Papilloma virus. La Rai apre un’istruttoria.
Sigfrido Ranucci
Foto: Rai

“Bisogna salvare Report, ma da se stesso”, commenta così Sebastiano Messina su Repubblica la vicenda che nelle ultime ore sta travolgendo lo storico programma d’inchiesta di Rai3. Galeotta è stata l’ultima puntata andata in onda dedicata al vaccino contro il Papilloma virus che ha citato una review del Nordic Cochrane Center dell’anno scorso la quale accusava l’Agenzia europea del farmaco (Ema) di aver sottovalutato le reazioni avverse. Il circo mediatico si è scatenato. L’accusa mossa all’approfondimento di Sigfrido Ranucci è quella di aver dato corda agli antivaccinisti; in un momento in cui, a dirla con Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia-Romagna in quota Pd, “tornano a far paura malattie debellate da decenni a causa di stregoni da web e disinformazione sui vaccini, ci mancava solo Report”.

Parole di condanna sono arrivate dal pantheon politico - Partito democratico in primis -, eccezion fatta per il Movimento 5 Stelle. Al coro di protesta si unisce anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin secondo cui la trasmissione “ha dato spazio a teorie prive di base scientifica, instillando timore nei confronti di una pratica sicura, efficace e in grado di salvare migliaia di donne da un cancro aggressivo e spesso mortale. I più grandi virologi mondiali affermano che le evidenze scientifiche dimostrano in maniera inoppugnabile come l'anti Hpv sia dotato di un ottimo profilo di sicurezza e di una straordinaria efficacia”. Nel frattempo la Rai ha chiesto di ricostruire il percorso attraverso il quale è stata realizzata l'inchiesta, aprendo, come scrive Repubblica, una formale istruttoria.

Insorge, fra gli altri, anche una cospicua parte della comunità scientifica, primo fra tutti il medico pro-vaccini Roberto Burioni che su Facebook scrive: “Diffondere la paura raccontando bugie è un atto grave e intollerabile. È abusare in maniera perversa della libertà di opinione. È come gridare ‘c’è una bomba’ in uno stadio affollato per vedere la gente che fuggendo calpesta i bambini”. La critica si concentra in modo particolare sull’assenza di contraddittorio, critica respinta al mittente da Alessandra Borella di Report che sostiene di aver contattato, senza successo, il medico via Facebook. I giornalisti di Report si sono arresi dopo “strenue e infruttuose ricerche”, ironizza quindi sul social network il professore del San Raffaele di Milano.

 

A intervenire nel merito della questione è anche il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana che, anche in questo caso sul muro di Facebook, afferma: “Oggi parlare di vaccini a un'opinione pubblica intossicata da messaggi virali sui social che tambureggiano inesistenti vantaggi nel non vaccinare bambini e adulti, anche con le migliori intenzioni, è un rischio forte, se non si affronta la questione generale prima di entrare nello specifico vaccino, quello del papilloma, che comunque ha salvato migliaia di vite umane. Tanti avvelenatori di pozzi non aspettavano altro, come si è visto già da pochi minuti dopo la fine della puntata di Report”. Giunge, in queste ore, anche la replica del conduttore Ranucci: “Vacciniamoci perché è utile. Però vorremmo che tutti lo facessero nella maggior sicurezza possibile, che ci sia un sistema di farmacovigilanza che funzioni seriamente”. A livello locale sul caso ha detto la sua, innescando un vivace dibattito sulla sua pagina Facebook, l’ex assessore comunale di Bolzano Luigi Gallo: “Sì ai vaccini che servono veramente, ma con atteggiamento critico che poi sarebbe proprio la base di un sano atteggiamento scientifico”.