Politica | Riforma dell'Autonomia

Il disegno di legge nascosto

Il 30 maggio verrà discusso in Senato un disegno di legge costituzionale che punta a riformare lo Statuto di autonomia. L'hanno presentato due parlamentari Svp, confermando la tendenza a limitare la partecipazione popolare su temi così rilevanti.

Lo scorso 15 marzo, i senatori Svp Hans Berger e Karl Zeller hanno presentato il testo di un disegno di legge costituzionale che porta il seguente titolo: “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol per l'attribuzione dell'autonomia integrale alle province autonome di Trento e di Bolzano”. Del documento, che consta di ben 50 pagine (consultabili in pdf), i mezzi d'informazione non hanno ancora praticamente dato notizia, forse perché la sua discussione in Senato è prevista per il 30 maggio, ma forse anche perché la metodologia corrisponde alla “vecchia abitudine” di elaborare quasi in segreto documenti della massima importanza per presentarli poi all'opinione pubblica solo a cose fatte.

A stigmatizzare questo modus operandi – dando notizia dell'esistenza del disegno di legge - è il sito “indipendentista” brennenerbasisdemokratie. Rinuncia ad esercitare il diritto all'autodeterminazione, conferma dei presupposti “etnici” dell'autonomia, permanenza di competenze allo Stato italiano, e relativa acquisizione delle nuove da concordare comunque ulteriormente con Roma, ma soprattutto limitazione del processo di partecipazione all'elaborazione delle riforme, questi i punti critici evidenziati. “So – conclude l'articolo di bbd – wurde dieser Vorschlag zur Vollautonomie von zwei Personen in einem Hinterzimmer ausgeheckt und soll nicht etwa von den Südtirolern in einer Abstimmung ratifiziert, sondern vom römischen Parlament beschlossen werden (oder eben nicht, was in Anbetracht der laufenden Rezentralisierungsbestrebungen wahrscheinlicher scheint). In jedem Fall ist eine derartige Vorgangsweise im 21. Jahrhundert nicht mehr vermittelbar. Die Grundregeln für unser politisches, gesellschaftliches und kulturelles Zusammenleben müssen gemeinsam in einem offenen und transparenten Verfahren erarbeitet werden”.