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Vittime e carnefici

La globalizzazione è anche sudtirolese.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Colpa della globalizzazione! È questo il ritornello che conclude molte considerazioni e discussioni attorno ai (veri o presunti) guai della vita economica e sociale della nostra società. L’argomento è particolarmente sentito in provincia di Bolzano, con le sue strutture tradizionali e le sue tipiche ed uniche specificità locali. La globalizzazione è un fantasma che si aggira in tutti gli ambienti della vita sociale facendo vittime, manovrato, si dice, da quei “poteri forti” economici e politici globali che operano ad di là ed al di sopra della nostra volontà. Poi, un’occhiata ai nostri “numeri” ed al nostro livello di vita, ci dimostra che siamo noi stessi attori della stessa globalizzazione che critichiamo quotidianamente. I più recenti dati della Camera di Commercio ci dicono che il nostro Export continua ad aumentare (+ 16,2% nel quarto trimestre 2015 con ruolo di punta dei mezzi di trasporto e dei prodotti agricoli) ed il Paese di destinazione con il maggior incremento è la Cina (+115,3%). Nel turismo, i pernottamenti dei primi due mesi del 2016 (senza neve naturale!) sono 5 milioni e mezzo con un incremento del 3,9 rispetto all’anno precedente. Come di consuetudine, i turisti stranieri sono circa 3/4 del totale. Insomma, il Sudtirolo muove merci e persone in quantità straordinaria, e contribuisce da primoattore alla globalizzazione, beneficiando il proprio territorio in competizione vincente con tanti altri. Globalizzazione: ne parliamo male, ma ne approfittiamo.
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