Politica | Funivia

Il Comitato Aurora ha raccolto più di 1500 firme

Continua con successo l'attività degli oppositori al progetto di funivia caldeggiato dalla giunta comunale di Bressanone. In forse il referendum del 21 settembre?

L'annuncio pochi giorni fa: “Nonostante il periodo estivo che ha allontanato molti brissinesi dalla città, il 16 agosto – e quindi nel giro di appena 50 giorni – è stato raccolto il numero di firme necessario a sostegno del quesito referendario proposto dal comitato Aurora”.

Per chi avesse smarrito l'orientamento sull'intricatissima questione un rapido riassunto. Il comitato Aurora si era formato nel giugno del 2013 con la finalità di individuare un testo referendario alternativo a quello che poi, pur con una minima variazione rispetto al disegno originario, era stato approvato dal consiglio comunale lo scorso 17 luglio. L'opzione sostenuta dalla giunta (per la quale, ricordiamolo, la costruzione della funivia avrebbe senso solo se fatta partire dalla stazione ferroviaria e dunque mediante il sorvolo della città) era stata contrastata da una diversa formulazione: “Lei è a favore della realizzazione di un collegamento funiviario tra Bressanone e S. Andrea con stazione a valle sulla destra orografica dell'Isarco? Sì-No”. Anche rispondendo “no”, questa l'idea di fondo, non verrebbe sbarrata la strada all'ipotesi di costruire una funivia con una stazione a valle posta sul versante della Plose, ipotesi per l'appunto nettamente osteggiata dalla giunta comunale.

La raccolta di oltre 1500 firme (1507, per l'esattezza) conforta i promotori del referendum alternativo, i quali attendono adesso anche un pronunciamento del Tar (la risposta è attesa domani o giovedì) sul ricorso, avanzato da un gruppo di cittadini, inerente alcuni aspetti formali e sostanziali del quesito referendario approvato dal consiglio comunale, cioè quello che teoricamente porterebbe (il condizionale è tornato d'obbligo) Bressanone al voto del 21 settembre. I membri del comitato Aurora si augurano ovviamente che alla fine il testo a prevalere sia il loro, giacché in questo modo, come affermano, si darebbe “un volto più democratico al referendum sul collegamento funiviario della Plose”.