Società | Nel capoluogo

Arte tra Rodi Street e Matteotti Square

Prende corpo il progetto SoBo che prevede di colorare - sul modello di SoHo - le strade intorno a Piazza Matteotti, dove presto arriverà anche il Mercatino delle Pulci.
Piazzale Loreto a Milano, modello per piazza Matteotti, progetto SoBo
Foto: Prima Comunicazione

Per una città piccola e tendenzialmente conservatrice come Bolzano prendere ad esempio una metropoli che fa di tutto per essere up-to-date come Milano, o perfino una megalopoli come New York non è per nulla scontato. Il rischio, da un lato, è di apparire un po’ megalomani e, dall’altro, di stuzzicare la proverbiale lamentosità dei bolzanini. Se poi il tentativo di innovazione urbanistica deve concretizzarsi in quel "campo minato" chiamato Piazza Matteotti, ci vuole un certo grado di temerarietà amministrativa. Hanno deciso di provarci comunque gli assessori Stefano Fattor e Johanna Ramoser portando in giunta, già a fine aprile di quest’anno, alcune proposte di “urbanistica tattica” che hanno avuto come apripista niente meno che la New York governata da Micheal Bloomberg. Il progetto, ormai in fase avanzata, prevede di colorare i marciapiedi nel quadrante via Rodi, via Dalmazia, piazza Matteotti con un intervento di street art di alto livello. La scorsa settimana i due assessori hanno scelto, da una rosa di dieci, i tre artisti da indicare all’agenzia milanese Jungle che poi individuerà colui o colei che presenterà la proposta finale. Una novità molto importante per rivitalizzare l’area, inoltre, è anche quella che prevede di trasferire il Mercatino delle pulci dai prati del Talvera a piazza Matteotti.

 

“Io temerario? Sicuramente – replica Fattor -  ho in mente un’idea di città e mi prendo volentieri la responsabilità di realizzarla. Se guardassi solo al consenso elettorale sarebbe meglio non prendersi rischi. So benissimo che ci saranno molte critiche; ma so anche che molti saranno contenti di vedere che l’amministrazione si interessa non solo del centro storico, puntando invece a valorizzare altri quartieri attraverso le espressioni più avanzate di arte urbana. D’altra parte stare fermi significa accompagnare il “cupio dissolvi” (come dicevano i latini) del commercio di vicinato, schiacciato dai centri commerciali e dal commercio online. O crei un motivo per spingere chi viene da fuori ad andare lì, o continueremo a vedere chiudere, anno dopo anno, negozi e vetrine in un’agonia senza speranza. Quindi; avanti tutta con SoBo!”

Già, SoBo, che sta per South of Bolzano. Si tratta di un acronimo che rimanda ovviamente a SoHo, il quartiere che si trova nel borough di Manhattan, delimitato a nord da Houston Street (da qui il nome, South of Houston street) e a sud da Canal Street. Il rione bolzanino, invece, è delimitato a est da Rodi Street, a nord da Dalmazia Street e a sud da Matteotti Square. Ironie a parte, l’acronimo ha già un logo: Colored Life of SoBo.

 

La primogenitura del nome Soho va, come noto, al quartiere che si trova nel West End di Londra. La denominazione, si apprende da Wikipedia,  oltre che da SoHo di New York, è stata successivamente presa a prestito da altri distretti residenziali o di intrattenimento e di ristorazione come Soho a Hong Kong, Soho a Malaga e Palermo Soho a Buenos Aires assumendo significati differenti.

Ad ogni modo, ora che non si sono ancora spenti gli echi delle polemiche per il passo carraio chiuso, per la posizione del busto di Giacomo Matteotti, per le panchine al sole senza pergola, per i cubi di marmo che ospitano gli ascensori, per la durata (effettivamente lunga) dei lavori, in attesa di vedere la proposta dell’artista, non può che esserci curiosità per come reagiranno gli abitanti ad una proposta artistica di questo tipo.  “A Milano – spiega Fattor – si è creato un grande entusiasmo al punto che ora le piazze colorate sono diventate sette. Tutto nasce un po’ dall’idea di Banksy che quello che non ti piace lo puoi dipingere. E’ un operazione culturale molto interessante. Portare poi in piazza Matteotti il Mercatino delle pulci è in linea con l’idea di valorizzare l’aspetto vintage dell’area per dare un impulso ad una zona che vede, mese dopo mese chiudere diversi negozi anche per la vicinanza del Twenty”.

 

Per la realizzazione dell’opera artistica completa verranno spesi complessivamente (compreso l’incarico all’agenzia milanese) intorno ai 70.000 euro. Altri 90.000 saranno investiti per gli arredi di piazza Matteotti. “L’intervento artistico – spiega Fattor – prevede che venga dipinta una striscia larga un metro lungo tutti i marciapiedi, come per segnare un percorso, un flusso pensato anche per attrarre turisti. L’idea è di rendere l’area appetibile per giovani imprenditori della ristorazione e del commercio, per giovani coppie e creativi, che vi si possono trasferire”.