La (moderna) lezione di Parigi
Carles Puigdemont, presidente della Catalogna, non fa passi indietro sulla dichiarazione d’indipendenza e dunque non cede all'ultimatum di Madrid. Dal momento che tutti i tentativi di mediazione sembrerebbero falliti il governo spagnolo guidato da Mariano Rajoy inizierà le procedure per l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione (articolo per la verità molto generico e finora mai utilizzato), il quale prevede che nel caso in cui “una comunità autonoma non rispetta gli obblighi imposti dalla Costituzione o da altre leggi o agisca in maniera che attenti gravemente agli interessi generali della Spagna, il governo… potrà applicare le misure necessarie per obbligarla al compimento forzoso dei suddetti obblighi o per la protezione del menzionato interesse generale”. In attesa di capire come si concluderà la vicenda un segnale arriva anche dalla nostra Regione. I presidenti delle Provincie di Bolzano e di Trento, Arno Kompatscher e Ugo Rossi, hanno infatti spedito quest’oggi (19 ottobre) una lettera al governo spagnolo e a quello della Catalogna (qui e qui parte della lettera) in cui affermano che “la via è quella dell'autonomia e dell'autogoverno dentro lo Stato”.
La missiva
“Stiamo seguendo con apprensione e particolare attenzione quello che sta accadendo in queste settimane in Catalogna. La nostra esperienza ci insegna inoltre che le buone ragioni delle autonomie non possono prescindere dal rispetto dello stato di diritto, dalla negoziazione e dai principi costituzionali. Esse devono essere in dialogo costante con gli altri livelli di governo. Solo in questo modo possono rappresentare un valore aggiunto anche per l'intero sistema e un baluardo a difesa della democrazia”, scrivono i presidenti e aggiungono: “I nostri sistemi di autogoverno hanno potuto svilupparsi grazie anche alla dinamicità e al continuo processo di rinnovamento e ridefinizione degli equilibri tra i diversi livelli istituzionali, all'interno del quale hanno assunto un ruolo di assoluto rilievo le norme di attuazione dello Statuto di autonomia”.
“Il nostro auspicio - concludono i governatori - è che in Spagna e in Catalogna possa aprirsi un dialogo e un confronto costruttivo tra governo nazionale e governo catalano, in un'ottica di rispetto e comprensione delle reciproche posizioni e di valorizzazione delle diverse istanze. Sarebbe altresì auspicabile, anche alla luce delle nuove dinamiche sociali, politiche ed economiche, che si aprisse a livello nazionale ed europeo una seria riflessione sul futuro degli enti territoriali e sull'opportunità di rilanciare il valore del regionalismo all'interno del rinnovato contesto internazionale”.
Un accordo “non obsoleto”
L’attualità politica dell’Accordo di Parigi e l’autonomia altoatesina come possibile esempio per la Catalogna sulla scorta di una mediazione internazionale è stata ribadita anche durante la presentazione, a Palazzo Widmann, del volume “70 anni Accordo di Parigi” in cui Walter Obwexer e Eva Pfanzelter dell’Università di Innsbruck hanno raccolto le esperienze dei due convegni organizzati l’anno scorso dalla Provincia e dalla stessa Università di Innsbruck in occasione del 70esimo anniversario della firma dell’accordo Degasperi-Gruber.
L’Accordo resta il fondamento internazionale dell’autonomia e della tutela delle minoranze linguistiche, sottolinea Kompatscher facendo poi riferimento alle tensioni fra il governo spagnolo e la Catalogna “che a differenza dell’Alto Adige non dispone di un’autonomia garantita internazionalmente”. Il Landeshauptmann propone quindi un’azione di mediazione internazionale, “che dovrebbe non solo cercare un compromesso accettabile per ambo le parti, ma anche assumersi la responsabilità di controllare che venga rispettato e mantenuto. L’autonomia altoatesina in questo senso può costituire un esempio”. Per il futuro il compito a livello locale sarà quello di “adeguare l’autonomia ad una cornice in continuo mutamento e di ampliarla secondo il concetto di autonomia dinamica”, così Kompatscher.
Apprezzabile questo spunto
Apprezzabile questo spunto dei due Presidenti provinciali. Tuttavia si tratta di due contesti completamente diversi, per cui non credo si possa paragonare un accordo tra Stati come quello di Parigi ad una mediazione in un contesto sovranazionale come quello comunitario.
E poi, se andiamo a vedere la Catalogna ha la stessa autonomia dell’Alto Adige se non di più visto che dispone perfino (gravissimo errore, come si sta vedendo) di una polizia regionale, in tutto autonoma e in concorrenza con l’autorità dello Stato e le altre forze di polizia.
In risposta a Apprezzabile questo spunto di Paolo Carbone
Gravissimo erroe perché lo
Gravissimo errore perché lo stato centrale dev'essere libero di manganellare senza interferenze? Ricordo che i Länder della Germania e i cantoni svizzeri hanno la loro polizia.
In risposta a Gravissimo erroe perché lo di pérvasion
Eh beh, è un errore creare
Eh beh, è un errore creare delle polizie locali. Altrimenti ogni città o ogni Comune si crea la sua? La voglia di Medioevo dilaga vedo......