Società | Il progetto

Senzatetto, un aiuto per “l’outdoor”

Kangarù, la custodia per gli oggetti personali, e lo zaino-coperta Nautilus che isola dal freddo. Gli oggetti realizzati dagli studenti con i materiali di scarto Salewa.
Senzatetto, progetto Unibz-Salewa
Foto: unibz

Kangarù, la piccola custodia pensata per portare con sè, giorno e notte, nascondendoli dai furti, i propri preziosi oggetti personali, e Nautilus, lo zaino-coperta che all’occorrenza diventa una protezione da freddo e umidità grazie all’isolamento termico dei suoi materiali. Sono i due oggetti “tecnici”, destinati all’outdoor non nella natura selvaggia ma dentro la città, sviluppati dall’università di Bolzano in collaborazione con Salewa e l’associazione Volontarius.

 

Sopravvivere ai mesi freddi

 

Il progetto si chiama “bolzano senzatetto/obdachlos in bozen” e ha come obiettivo quello di aiutare le persone che vivono in strada a superare i mesi più freddi. Assieme, 43 studenti della facoltà di design e arti hanno prima elaborato e infine consegnato a Volontarius, che a sua volta li redistribuirà ai senza dimora, un totale rispettivamente di 27 borse e 17 zaini. Non è peraltro l’unica iniziativa a favore dei senza dimora in Alto Adige effettuata in concomitanza con l’arrivo dell’inverno. Numerosi i beni - 420 coperte, 20 sacchi a pelo, 30 giacche, 45 paia di scarpe ed 80 zaini - raccolti sabato scorso durante la dodicesima edizione della manifestazione “Chiedimi perché ho freddo”, organizzata da Volontarius in collaborazione con la cooperativa sociale River Equipe Onlus e la Società San Vincenzo de Paoli.

Riguardo a “bolzano senzatetto/obdachlos in bozen”, il progetto è stato presentato al pubblico alla presenza di Heiner Oberrauch, presidente del gruppo Oberrauch-Salewa sport, e del docente Kuno Prey, responsabile della classe di progetto a cui fanno capo gli studenti.

 

 

Studenti, un impegno in prima persona

 

L’idea è nata durante una conferenza internazionale ospitata dall’ateneo, evento che ha richiamato l’attenzione sul tema della povertà nella nostra società, con particolare attenzione al problema dei senzatetto. Molti studenti della Libera Università di Bolzano hanno reagito con sensibilità e preoccupazione all’argomento e hanno deciso di mettersi in gioco. “Era importante per noi parlare con i senzatetto per capire di quali prodotti avrebbero avuto più bisogno”, spiega Prey. “Spesso è la protezione delle foto dei propri familiari, dei piccoli cimeli e naturalmente dei documenti una delle cose più apprezzate per chi vive in strada”.

Nel semestre invernale, i partecipanti della classe di progetto hanno iniziato a sviluppare diversi prodotti a partire da materiali di scarto forniti dal gruppo Salewa, noto marchio altoatesino specializzato nell’abbigliamento e nell’attrezzatura per la montagna e gli sport all’aperto. “Quando abbiamo cambiato il nostro logo, avevamo già utilizzato con successo materiali di scarto - all’epoca appendiabiti - per nuovi scopi. Anche questa volta, quindi, volevamo dare un nuovo impiego a materiali non più utilizzati in produzione”, racconta Oberrauch delineando i retroscena della collaborazione. Due dei prodotti, appunto Kangarù e Nautilus, sono stati selezionati dal gruppo Volontarius e poi realizzati da Salewa in piccola serie in collaborazione con la cooperativa sociale Smart di Rovereto. L’ultimo passaggio è stata la consegna agli operatori sociali.

Qui nella scheda i dettagli per ciascun prodotto e gli autori del disegn.