Politica | Sanità

Dieci insospettabili

Cosa unisce Brigitte Foppa e Ulli Mair? Ecco come dieci consigliere provinciali hanno aderito per la prima volta insieme a un’iniziativa comune. Il tema: nascite e parti.

“Yes we can”, quasi un motto “obamiano” quello che sembra unire, per la prima volta almeno in questa legislatura, dieci consigliere provinciali nel nome di un’unica causa, oltre gli steccati politici. Brigitte Foppa (Verdi) ha chiamato a raccolta le colleghe Ulli Mair (Die Freiheitlichen), Magdalena Amhof (Svp), Myriam Atz-Tammerle (Südtiroler Freiheit), Maria Hochgruber Kuenzer (Svp), Veronika Stirner (Svp), Tamara Oberhofer (Die Freiheitlichen), Martha Stocker (Svp), Elena Artioli (Team Autonomie) e Waltraud Deeg (Svp), che hanno chiesto al presidente del consiglio provinciale Thomas Widmann e ai capigruppo di organizzare un’audizione, con una classe di esperti, su “Nascere e partorire in Alto Adige/Südtirol 2016”.

“Si è discusso molto, soprattutto durante quest’ultimo anno, di sanità e di nascita, ma sempre delle strutture e mai delle persone, crediamo che il parto e la nascita siano, nella vita di una persona, due prerogative fondamentali che meritino un aggiornamento del dibattito pubblico oltre ad essere un argomento che dovrebbe trovare spazio anche nella riforma sanitaria che verrà”, spiega l’ideatrice dell’iniziativa Brigitte Foppa. Le consigliere, che si dicono disponibili ad elaborare programma e organizzazione dell’audizione, hanno formulato alcune domande aperte da sottoporre agli addetti ai lavori. Qualche esempio: come partoriscono oggi le donne in Alto Adige/Südtirol? Quali desideri e aspettative hanno? E a quanto di tutto questo viene corrisposto? Qual è la situazione per quanto riguarda la sicurezza? Quanti sono i casi di depressione post-partum? E come si interviene in questi casi? Quale ruolo hanno i padri durante il parto? E ancora: qual è la situazione nelle vicine province di Trento e Belluno e nel Tirolo?

L’ultima volta che si è affrontato questo tipo di tematiche è stato probabilmente 25 anni fa - ricorda la consigliera verde - quando si dissertava sulle case maternità, sul parto indolore, sul taglio cesareo, sulle posizioni libere in travaglio, sull’episiotomia, sull’allattamento; “negli ultimi anni invece di tutto questo si parla raramente e credo che ciò costituisca una perdita nell’ambito di un dibattito sulla salute”. Peculiarità da non sottovalutare è il fatto che questa volontà di attualizzare il tema abbia coinvolto trasversalmente esponenti donne di partiti diversi, “abbiamo notoriamente posizioni opposte su molte questioni, ma su questa c’è stato consenso unanime”, dichiara con soddisfazione Foppa. 

La discussione interessa potenzialmente anche i colleghi di sesso maschile del consiglio, prosegue l’esponente dei Verdi, “molti di loro sono padri, molti avranno anche assistito al parto diversi anni fa, è vero infatti che non ci sono molti giovani padri o molte giovani madri in consiglio, i tempi e le esigenze sono cambiate, e forse di questo i politici ancora non hanno preso atto. Con questa iniziativa, però, possiamo sperare di sensibilizzare di più sul tema e poi so per esperienza che quando le donne chiedono unite qualcosa è difficile respingerla”. 

Una proposta, quella del “team” femminile del consiglio, arrivata tuttavia con ritardo imbarazzante dicono i detrattori, “ci si sarebbe potuti muovere senz’altro prima - ammette Foppa -, ma la questione è diventata più urgente con l’evoluzione del dibattito che si è incanalato in una certa direzione lasciando a margine l’elemento umano. Ma ora possiamo rimediare”.