Una storia diversa

Su iniziativa dell'Ufficio provinciale per la Tutela dei minori e l'inclusione sociale, in cooperazione con il Servizio adozioni Alto Adige dell'Azienda Servizi Sociali di Bolzano, si è tenuto oggi il convegno "Intrecciare legami familiari nelle storie adottive”. L’iniziativa si inserisce nell'ambito della campagna di sensibilizzazione provinciale con lo slogan "Una storia diversa: la mia adozione", partita in aprile e che durerà fino alla fine di quest'anno comprendendo una serie di progetti diversi.
L’assessora Martha Stocker, intervenuta all’incontro, ha sottolineato che il principale obiettivo del convegno è quello di “sviluppare un confronto ed una riflessione comuni sul tema dei legami familiari nella prospettiva del ciclo di vita di una famiglia adottiva. Crescere dei figli non è di per sé un'impresa facile ed implica una grande responsabilità. La sfida è ancora più grande laddove l'impegno non è rivolto ai propri figli. Nel contempo l'adozione di un bambino è legata a delle esperienze, che nessun'altra forma di genitorialità consente di vivere”.
Petra Frei, direttrice dell'Ufficio per la tutela dei minori e l'inclusione sociale, ha ribadito che la campagna nel suo complesso “vuole rafforzare la coscienza dei cittadini e mettere in luce questo particolare atto di solidarietà verso bambini, che per dei motivi specifici non hanno una propria famiglia”; concetti che sono stati espressi anche da Bruno Marcato, direttore dell'Azienda Servizi Sociali di Bolzano.
Nella prima parte del convegno si è tematizzato il legame familiare alla luce del ciclo di vita familiare, come, ad esempio, nel corso dell'adolescenza, quando i legami si debbono necessariamente modificare o della possibilità di diventare genitori di un bambino già grande, fino alla relazione tra i fratelli. Nella seconda parte sono stati illustrati approcci specifici che possono rappresentare buoni strumenti per prendersi cura del legame familiare a partire dalla capacità di resilienza dei bambini, ma anche delle coppie all'utilizzo di uno strumento diverso, quale l'autobiografia.
Fra gli addetti ai lavori intervenuti Roberta Bommassar, psicologa e psicoterapeuta e docente presso il Centro di ricerca di psicoterapia a Trento e Milano e già giudice onorario presso il Tribunale per i minori di Trento; Antonio D'Andrea, psicologo e psicoterapeuta familiare e docente all'Accademia di psicoterapia della famiglia a Roma; Karin Mohr, pedagogista e responsabile della struttura socioterapeutica VSM a Frankfurt am Main; Christine Egger e Silvia Vidale, assistenti sociali del Servizio adozioni Alto Adige. Interesse particolare hanno infine suscitato i racconti diretti da parte della famiglia Irsara, famiglia adottiva con tre bambini adottati provenienti dal Brasile e di Kusuma, adottata ormai adulta proveniente dall'India.
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