Autonomie a rischio?

“Con la presente proposta di legge costituzionale si intende eliminare lo status giuridico di regione a statuto speciale e di provincia autonoma, equiparando tutte le realtà amministrative esistenti sul territorio nazionale”. Questo l’obiettivo della proposta di legge, risalente al 2012, presentata da Enrico Costa, esponente di Nuovo centro destra, insieme ai deputati Crosetto, Paniz, Cassinelli, Stanca e Carfagna. Lo stesso Costa, viceministro della Giustizia, sarebbe ora in pole position per il Ministero degli Affari regionali. Una nomina che ha già fatto storcere più di qualche naso: “Per scongiurare questa ipotesi sciagurata e impedire la nomina di Costa - dichiara in merito Riccardo Fraccaro, deputato del Movimento 5 Stelle - invito tutte le forze politiche locali ad intervenire con un’azione comune nei confronti del Governo. La nostra Autonomia e il principio federalista che mira a responsabilizzare i territori attraverso l’autodeterminazione stanno correndo fortissimi rischi”.
Secondo l’alfiere dei 5 Stelle la proposta di legge di Costa “attacca in modo brutale le regioni speciali, minimizzando i progressi sociali ed economici ottenuti grazie ad una gestione oculata e responsabile delle risorse. Al contrario di questo progetto scellerato, che prevede la cancellazione con un colpo di spugna del percorso virtuoso seguito finora, la proposta del M5S si articola invece in un progetto di estensione dell’autonomia alle altre regioni, sia in un’ottica europeistica dei territori che di coinvolgimento popolare dal basso”. Se il dicastero per gli Affari regionali venisse occupato da Costa, senza contare “lo smantellamento progressivo sotto i colpi del centralismo renziano” - prosegue Fraccaro - le Autonomie speciali di Trento e Bolzano rischiano davvero di ricevere il colpo di grazia e rimanere prive di difesa politica.
Figlio d’arte (il padre Raffaele è stato l’ultimo segretario del Partito liberale italiano e poi deputato di Forza Italia), l’avvocato Enrico Costa, cuneese, classe 1969, ha iniziato la sua carriera politica nel 2004 come consigliere comunale di Forza Italia e poi consigliere regionale in Piemonte. Nel 2006 è stato eletto deputato nella circoscrizione Piemonte 2, è stato rieletto nel 2008, ancora nelle liste del Pdl. Costa è stato, fra le altre cose, relatore del Lodo Alfano, lo scudo per le più alte cariche dello Stato, utilizzato solo da Silvio Berlusconi, poi abrogato dalla Corte Costituzionale. Suo anche il disegno di legge sul legittimo impedimento che ha permesso all’ex premier di chiedere e in alcuni casi ottenere rinvii delle udienze dei processi in cui era imputato a Milano. Dal febbraio 2014 è viceministro alla Giustizia del governo Renzi.
UPDATE:
In merito alla nomina di Costa si espresso anche il Landeshauptmann Arno Kompatscher che sulle pagine del Dolomiten (edizione di oggi, 21 gennaio) dichiara: "Abbiamo pregato Matteo Renzi di non nominare per questo ministero un esponente che sia contrario alle autonomie e ci sono state date assicurazioni in merito". Kompatscher precisa di non conoscere personalmente Costa e di avere appreso dai parlamentari altoatesini che egli "si è mostrato sempre molto collaborativo con Bolzano".
Acconsenti per leggere i commenti o per commentare tu stesso. Puoi revocare il tuo consenso in qualsiasi momento.