Bob a Cortina, Bolzano coprirà i costi
Dal Presidente della Provincia Arno Kompatscher arriva un primo chiarimento sulla contestata pista di bob “Monti” a Cortina d'Ampezzo – ripristinata in vista dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 – e il relativo impegno a usarla e sostenerla finanziariamente (attraverso il “Fondo Comuni di confine”) da parte della Provincia Autonoma di Bolzano. Nella risposta a un'interrogazione del Gruppo verde in Consiglio provinciale, il Landeshauptmann fa sapere di aver sottoscritto la “lettera d'intenti” al Presidente del CIO Thomas Bach, nella quale Trentino e Sudtirolo s'impegnano a coprire i costi di gestione e il deficit previsti per almeno 15 anni. “Gli impegni che ne discendono sono validi” conferma Kompatscher. Intanto, una ricerca internazionale fa luce sui limiti posti dal cambiamento climatico nella futura selezione delle sedi olimpiche invernali – partendo da quelle che già lo furono, come Innsbruck e Cortina.
"Cortina non potrebbe più ospitare i Giochi olimpici"
“Il climate change avrà effetti a lungo termine anche sugli sport invernali”: lo sostiene uno studio che coinvolge ricercatori di Canada, Stati Uniti e Austria, secondo cui senza una drastica riduzione delle emissioni globali di gas serra, solo una delle 21 città che hanno ospitato le Olimpiadi invernali finora sarà in grado di fornire condizioni sicure per lo svolgimento dei Giochi invernali entro la fine di questo secolo. Se gli obiettivi di emissioni dell'Accordo sul clima di Parigi saranno raggiunti, il numero di luoghi “sicuri” salirà a otto, mentre solo sei sono considerati inaffidabili. Secondo i calcoli degli scienziati, anche Cortina e la due volte città olimpica di Innsbruck non potrebbero più ospitare i Giochi già entro metà secolo.
“Il cambiamento climatico sta cambiando la geografia delle Olimpiadi invernali e purtroppo ridurrà la lista delle località note per gli sport invernali. La maggior parte delle sedi in Europa saranno già classificate come non significative o inaffidabili nel 2050, anche in un futuro a basse emissioni”, sottolinea il ricercatore Robert Steiger dell'Università di Innsbruck. Lo studio ha coinvolto anche atleti e allenatori internazionali: il 94% di loro teme che il cambiamento climatico possa influenzare lo sviluppo futuro del loro sport. Preoccupazioni che però sembrano non interessare i decisori politici. Sulle Dolomiti e non solo.