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Politica | Potere e narrazione

La normalizzazione del "Sudtirolo"

versus l'incapacità della Sammelpartei di uscire dal ruolo di dominus assoluto e assumere la funzione di mediazione propria della politica moderna
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Giunta provinciale 2023-2028
Foto: immagine tratta dal sito della Provincia autonoma di Bolzano, Giunta provinciale e elaborata
  • Le recenti dimissioni di Andreas Leiter Reber, consigliere eletto il 22 ottobre dell’anno scorso nella lista dei Freiheitlichen, dal proprio partito e dalla maggioranza di governo provinciale possono a buon titolo costituire la prova di quanto si era già intuito nelle ultime settimane con le difficoltà emerse sia nell’elezione del presidente del consiglio provinciale che dalle rinunce degli assessori uscenti Arnold Schuler e Waltraud Deeg e dell'Obmann Philipp Achammer.
    Nelle occasioni citate, l’inedita maggioranza costituita da SVP, FdI, Die Freiheitlichen, Lega e La Civica, e che per la prima volta ha visto insieme al governo sia esponenti della destra italiana che della destra tedesca, ha mostrando de facto tutti i suoi limiti.
    Al riguardo, l’errore di valutazione compiuto dalla gran parte degli osservatori è consistito nell'imputare detti limiti alla composizione della coalizione: ovvero, e richiamando la quasi totalità delle critiche espresse anche dai commentatori di questo giornale online, sia la citata coesistenza in giunta di Freiheitlichen e Fratelli d’Italia che soprattutto la presenza di quest’ultima forza politica nell’organo di governo provinciale.
    Se si valuta il partito di maggioranza relativa dal punto di vista ideologico – attenzione: non il suo leader, il partito nella sua interezza -, si può invece constatare come nella rispettiva visione politica le somiglianze superino di gran lunga le differenze.
    Detto diversamente, la SVP è sempre stato ed è un partito sostanzialmente di destra in grado di convivere e soprattutto condividere programmi con forze politiche come quelle ad oggi in coalizione.
    Per cominciare a ragionare su quali siano le cause reali di ciò che sta avvenendo, conviene riferirsi a quanto riportato dal sociologo Luca Fazzi nell’articolo pubblicato su salto.bz il 2 agosto 2023 e intitolato «Benvenuti a Widmannlandia»,

    La costruzione di un unico fronte etnico mosso da spinte ideali autentiche ha avuto storicamente il merito di permettere di contrastare e negoziare da una posizione di forza relativa con lo stato centrale, quando le condizioni di stabilizzazione delle misure di tutela della minoranza linguistica erano ancora precarie e da costruire. La gran parte degli osservatori e degli studiosi indicano come sia stata l’eccezionalità del modello partitico sudtirolese a rappresentare una delle chiavi vincenti per raggiungere una piena e riconosciuta autonomia.

    Ciò a cui invece si assiste oggi – così sempre Fazzi -,

    è il raggiungimento del culmine di un processo di lenta e faticosa normalizzazione che segna la fine dell’emergenza democratica generatasi a seguito dell’avvento del fascismo e dell’italianizzazione che ha rappresentato per più di mezzo secolo il baluardo intorno al quale si sono sciolte la gran parte delle differenze sociali, culturali e economiche interne al gruppo tedesco.

    Se la “normalizzazione” dell’agone politico locale è un processo storicamente tanto naturale quanto irreversibile, cos’è che non sta funzionando?
    La risposta si può desumere dalle stesse dichiarazioni di Leiter Reber riportate nel comunicato stampa rilasciato in occasione delle dimissioni citate.
    Facendo la debita tara delle enunciazioni di principio, quello che traspare è l’incapacità della SVP di staccarsi dal ruolo rappresentato da «l'eccezionalità del modello partitico sudtirolese» che l’ha sempre vista come dominus assoluto per passare all’esercizio di un’egemonia – nel senso di funzione di guida – che preveda per lei un ruolo che in latino si definirebbe di primus inter pares: ovvero, di un soggetto cui sia riconosciuta la dignità del comando nell’ambito di un gruppo di soggetti di pari dignità o valore.
    Ora: che i partner altoatesini di giunta non siano mai stati considerati “soggetti di pari dignità o valore” ma semplici appendici a titolo statutario (nel senso degli obblighi stabiliti dallo Statuto di autonomia) non è una novità né tanto meno una sorpresa.
    Come ha scritto lo storico Giorgio Delle Donne in un editoriale pubblicato sul quotidiano Alto Adige l'11 aprile 2016 e intitolato «Cir-convenzione di incapace», fino a ieri gli eletti del gruppo etnolinguistico italiano in consiglio provinciale si potevano dividere in due grandi famiglie: «quelli che hanno fatto qualsiasi cosa pur di farsi cooptare dalla SVP» e «quelli che farebbero qualsiasi cosa pur di farsi cooptare dalla SVP».
    È presto per esprimere un parere riguardo agli alleati altoatesini attuali ma la passata esperienza di 5 anni di governo non pare abbia confutato questo tipo di lettura, tanto più contando il fatto che, in sopravvenuta disaffezione da parte dei relativi elettori che li hanno visti all'opera, nessuno dei precedenti eletti è riuscito a conservare il posto in consiglio provinciale.
    Ciò che però vale per i partner altoatesini non è detto sia reputato consono da quelli sudtirolesi. Anzi, e le dichiarazioni di Leiter Reber se lette in base a detto punto di vista lo lasciano intendere più che chiaramente, questi ultimi mal sopportano un ruolo che li veda chiamati ad esercitare un mandato in qualità di soggetti non "di pari dignità o valore": al punto tale da far sì che la risicata maggioranza rappresentata da 19 consiglieri su 35 sia già scesa al livello minimo di galleggiamento a pochi giorni dal voto che l'ha vista insediarsi.
    Non è qui il caso di giocare agli indovini, ma delle due l'una: o la SVP riesce ad effettuare quel cambio di paradigma indispensabile ad assumere il nuovo ruolo che la "normalizzazione" della scena politica sudtirolese richiede o le prospettive di continuità dell'attuale governo provinciale avranno un orizzonte molto limitato. Tertium non datur.

    Aggiornamento del 21/02/2024
    Al momento di pubblicare l'articolo non ero ancora giunto a conoscenza di un fatto che mi avrebbe permesso di definire diversamente la posizione espressa nella frase seguente:
    «È presto per esprimere un parere riguardo agli alleati altoatesini attuali»
    Il fatto citato è desumibile dall'articolo pubblicato sul portale del quotidiano Alto Adige il 20 gennaio 2024 e intitolato come segue:
    «Galateo: "Andreas Hofer difese con coraggio la sua terra"
    Il vicepresidente della Provincia di Bolzano, Marco Galateo, ha preso parte ad Innsbruck alle celebrazioni che onorano la memoria di Andreas Hofer, figura storica di straordinaria rilevanza per il Tirolo.»
    Di seguito un estratto del testo:
    «Nel suo tempo Andreas Hofer difese con coraggio la sua terra dallo straniero di allora, che era Napoleone con le sue truppe. Andreas Hofer, giovanissimo, scelse di studiare la lingua italiana nel vicino Trentino, dimostrando un aperto interesse per la cultura e la diversità, segno del suo spirito aperto e innovatore. È noto che, in seguito, la popolazione di Mantova cercò di salvargli la vita, riconoscendo in lui non solo un difensore della propria terra, ma anche un innovatore sociale, capace di ispirare cambiamenti positivi. È per questo che oggi ho voluto essere qui in segno di amicizia tra Italia e Austria, a ricordare anch'io, in questa celebrazione, la morte di Andreas Hofer perché la voglia di difendere la patria supera sicuramente qualunque altro sentimento", prosegue Galateo»
    e il link all'articolo:
    https://www.altoadige.it/cronaca/galateo-andreas-hofer-difese-con-coraggio-la-sua-terra-1.3706589

    (© Luca Marcon - tutti i diritti riservati. Gli altri articoli dell'autore sono reperibili qui)

     

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Hartmuth Staffler Mer, 02/21/2024 - 13:03

Es verwundert mich ein wenig, dass Luca Marcon den ehemaligen freiheitlichen Landtagsabgeordneten Andreas Leiter konsequent als Leiter Rebel bezeichnet. Rebel ist meine bevorzugte Biermarke aus Tschechien, womit sich eine Verbindung mit dem Herrn Adreas Leiter, den ich eher mit Wein als mit Bier in Verbindung bringe, wohl ausschließt. Für mich bleibt der Abgeordnete immer noch der Andreas Leiter Reber. Weitere Anmerkungen zu Marcons Überlegungen sind wohl nicht notwendig.

Mer, 02/21/2024 - 13:03 Collegamento permanente