Silvio Di Francia
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Società | il cappuccino

Ma Silvio c’è ancora

In ricordo di Di Francia, ambientalista, assessore alla Cultura a Roma con Rutelli e con Veltroni, poi a Latina. Una lunga stagione vissuta coltivando la “buona politica”.

Questa rubrichina segnala con il cuore strizzato la scomparsa di Silvio Di Francia, giornalista e uomo politico. Ragazzo nato in una borgata romana, aveva ricoperto il ruolo di assessore alla Cultura al comune di Roma con i sindaci Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Era stato anche presidente di Zètema, società che gestisce il sistema museale romano e organizza progetti culturali, nonché assessore alle politiche culturali del comune di Latina dal 2018 al 2020. Nel 2020 gli era stata diagnosticata una sclerosi laterale primaria, una malattia degenerativa, che non gli ha dato scampo. Non aveva nemmeno 70 anni. Se ne è andato venerdì 17 marzo 2023.

Silvio è stato un giovanissimo militante di Lotta Continua, poi Verde e ambientalista, poi ancora dentro quel partito che da un po’ di anni si chiama Pd.

A chi tra lettrici e lettori di Salto.bz si chiederà chi sia Silvio Di Francia, basterà replicare che chiunque sia stato a Roma negli ultimi trent’anni, anche per un giorno solo, ebbene ha “incontrato” Silvio. Lo ha ritrovato co-ideatore di una mostra, di una rassegna di cinema, di una riproposta ragionata (ma anche visionaria e “irragionevole”) di alcuni Fragmente di quella Estate Romana ideata verso la fine degli anni Settanta e poi arci-copiata in tutta Europa, per fortuna citando il suo demiurgo Renato Nicolini.

Lo abbiamo ritrovato, Silvio Di Francia, in tanti appuntamenti culturali ma sempre defilato, quasi mai sotto i riflettori, per dare spazio agli altri. E lo abbiamo ritrovato anche nella “buona politica” di una lunga stagione romana che è ora un po’ sfuocata, sbiadita, quasi sempre anche uggiosa.

Il contrario esatto, ma proprio esatto, del carattere e della energia di Silvio. Ma anche della sua cultura politica, delle sue letture, del suo impegno non solo di ambientalista.

Durante gli anni da assessore alla Cultura prima a Roma e qualche anno fa a Latina, capitava che citasse (con discrezione) romanzi e film. Lo faceva per spiegarsi meglio, per puntualizzare, magari per lanciare qualche segnale in più sul suo lavoro. Che era sempre un lavoro di squadra, di gruppo: anche qui sul serio e nei fatti.

Silvio Di Francia era una persona ironica, appassionata di musica (quante serate con la sua chitarra), letteratura, attenta alle tematiche sociali, (si era adoperato affinché Latina negli anni del suo assessorato celebrasse La Giornata Internazionale dei Diritti Umani), grande sportivo: praticava judo sin da ragazzo, ed era diventato anche campione italiano finendo più volte in nazionale, era stato anche presidente del Comitato regionale Lazio della Fijlkam (Federazione Italiana di Judo, Lotta e Karate).

Da qualche anno non riusciva più a parlare. I funerali martedì 21 marzo, al mattino, in Campidoglio, a Roma.