“Non ci sono le condizioni per chiudere il Brennero”

Circa quaranta persone, perlopiù eritrei ed etiopi, dirette verso la Germania addormentate sul pavimento della sala d’aspetto della stazione. Questa l’immagine che si presentava al Brennero, qualche sera fa. La polizia ferroviaria, del resto, effettua controlli anche sui treni notturni e ha l’ordine di far scendere i migranti prima del confine. Dopo essere stati identificati e fotosegnalati, dunque, hanno trascorso la notte al freddo (non avvalendosi del sostegno dell’associazione Volontarius) aspettando di poter riprendere il loro viaggio il giorno dopo. Con ogni probabilità, per non rischiare di essere intercettati sui convogli, hanno attraversato il confine in autostrada o sulla statale caricati sui camion dai passatori.
Le geometrie della politica, nel frattempo, parlano di aumentare il numero degli hotspot in Sicilia. “È fondamentale che l'Italia intensifichi gli sforzi in atto per fornire le condizioni di accoglienza necessarie e prevenire le fughe. Pur riconoscendo il forte impegno dell'Italia nell'affrontare la situazione, osservo che un gran numero di sbarchi avvengono fuori dagli hotspot, e che i previsti gruppi mobili non sono ancora operativi. È importante predisporre hotspot supplementari in Sicilia individuati nella tabella di marcia italiana rivista”, dice il commissario all’immigrazione Dimitros Avramopoulos nella sua lettera a Gentiloni e Alfano. Nella missiva Avramopoulos scrive inoltre che non ci sono le condizioni per chiudere il valico del Brennero; “ho informato Vienna che per il momento non abbiamo alcuna indicazione sulla necessità di reintrodurre i controlli di frontiera al Brennero nelle attuali circostanze, e che questa decisione può essere presa solo come misura di ultima istanza, dopo una valutazione della sua adeguatezza e proporzionalità”.
Interviene sulla questione anche Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, secondo cui con la barriera alpina “l’Italia rischia di essere bypassata anche dai traffici marittimi. I rallentamenti ai valichi rendono più conveniente, rispetto ai trasporti intermodali dall’Asia che passano dai nostri porti, i trasporti tutto-strada lungo la via balcanica”. Uggè aggiunge poi che è necessario “salvaguardare l’area di libera circolazione e svolgere controlli condivisi meno invasivi, realizzandoli dove le merci si devono naturalmente fermare, nei nodi di scambio”.