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E se puntassimo su Trento?

Studio Eurac: per ridurre gli spostamenti su gomma ruolo chiave hanno i centri intermodali. Ha senso costruirne uno in Alto Adige? L’alternativa proposta dagli esperti.
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Foto: Pixabay

I dati parlano chiaro: nel 2018 il 73% delle merci sono state trasportate via strada attraverso il corridoio del Brennero, solo il 27% su rotaia. Su nessun’altra linea di transito alpina si effettuano così tanti trasporti di merci pesanti al giorno in media all’anno. A certificarlo è uno studio dell’Eurac che evidenzia come l’aumento della quota di traffico merci via treno non solo proteggerebbe gli ecosistemi sensibili della regione alpina, ma faciliterebbe anche l’importazione e l'esportazione di merci in situazioni di emergenza.

Tuttavia, per essere competitivi, il trasporto combinato di merci ha bisogno di centri intermodali efficienti che consentano di spostare merci dai camion ai treni. Attualmente non esiste un terminal di questo tipo in Alto Adige. La domanda che si sono posti i ricercatori è: serve? Per rispondere gli esperti hanno analizzato i volumi delle merci che le aziende altoatesine importano ed esportano, e hanno avviato un processo partecipativo con i rappresentanti dell’amministrazione provinciale, della Camera di Commercio, delle aziende e degli spedizionieri.

Ciò che emerge dall’indagine, elaborata nell’ambito del progetto Smartlogi, è che più che realizzare una nuova infrastruttura, come soluzione per ridurre i volumi di trasporto su strada (negli ultimi cinque anni il traffico pesante attraverso il Brennero è aumentato del 28 per cento), favorendo al contempo quelli su rotaia, si potrebbe puntare sul potenziamento del centro intermodale dell’interporto di Trento, gestito da una società partecipata anche dalla Provincia autonoma di Bolzano e al momento sottoutilizzato.