Il record più triste

L'Allarme dell'ONU
Oggi (20 giugno) è la Giornata mondiale del rifugiato. Secondo l'ultimo rapporto dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) il numero di persone fuggite da guerre, persecuzioni e violenze nel mondo ha segnato un record storico di 65,3 milioni a fine 2015, con un sostanziale aumento rispetto ai 59,5 milioni del 2014. Si tratta della prima volta che la soglia dei 60 milioni è stata superata. Circa la metà dei rifugiati di tutto il mondo sono bambini e la guerra in Siria - afferma l'Unhcr - resta la principale causa mondiale di fuga. I rifugiati, persone che scappano dai loro paesi, sono stati 21,3 milioni, i profughi, che hanno lasciato le loro case senza abbandonare il loro paese, 40,8 milioni. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati lancia una petizione per inviare un messaggio chiaro ai governi che devono lavorare insieme e fare la loro parte per chi fugge da situazioni di crisi. Tale petizione (#WithRefugees) chiede ai governi di: "Garantire che ogni bambino rifugiato riceva un'istruzione. Garantire che ogni famiglia di rifugiati abbia un posto sicuro in cui vivere. Garantire che ogni rifugiato possa lavorare o imparare nuove competenze per dare un contributo positivo alla comunità". Sono oltre 10.000 i migranti e rifugiati morti in mare dall'inizio del 2014, secondo il bilancio dell'Unhcr. Oltre 2.800 nei soli 5 primi mesi del 2016.
Mattarella e Papa Francesco
A sollecitare l’impegno attivo di un’Europa pigra e dura d’orecchi il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio recapitato al delegato Unhcr per il Sud Europa, Stephane Jaquemet: “L’Italia è da tempo impegnata in prima linea, determinata a continuare a fornire un contributo convinto e costruttivo, su molteplici fronti, richiedendo con forza un impegno autenticamente corale da parte della comunità internazionale, a partire dall'Unione europea”. “I rifugiati arricchiscono il nostro Paese - ha inoltre dichiarato Mattarella nel corso della sua visita al Centro Astalli proprio in occasione della giornata mondiale del rifugiato e del 35esimo anniversario dell'attività del servizio dei Gesuiti in Italia - l'Italia soffre di un tasso di demografia basso e l'arrivo di giovani di talento e capacità, se ben governato, la arricchisce”. Inequivocabile anche il messaggio di Papa Francesco: “Noi stiamo dalla parte di chi è costretto a fuggire”.
L'appello della Caritas
In Alto Adige - rende noto la Caritas - sono presenti ad oggi circa 1.100 profughi. Più di 400 di loro sono assistiti dall’associazione di volontariato e hanno trovato accoglienza in dieci strutture distribuite su tutto il territorio. “Nei paesi e nelle città dove sono sistemati i profughi - spiega il direttore della Caritas Paolo Valente - l’opinione pubblica è più favorevole rispetto a città e paesi dove non ci sono strutture. Questo dimostra che dove l’incontro è personale è più facile cambiare opinione e non cedere ad allarmismi”. In occasione della Giornata mondiale del rifugiato Caritas ricorda che questi uomini, donne e bambini hanno bisogno di protezione, ma anche di lavoro e di un alloggio, per poter tornare a gestire la loro vita in modo autonomo. Ricordando che un numero inconsistente di profughi riesce ad approdare in Europa (l’86 per cento di loro, infatti, vive da sfollato all’interno del Paese d’origine o cerca rifugio in uno degli Stati confinanti), Valente afferma che i desideri dei migranti “non sono diversi dai nostri: sicurezza per la propria vita e la propria famiglia, un futuro migliore”. Anche nel 2016, mette in guardia, la Caritas, un numero rilevante di rifugiati arriverà in Europa. Quest’anno circa 50.000 profughi sono già approdati in Italia dopo l’attraversata del Mediterraneo. “L’Alto Adige da solo non può intervenire sulle cause che stanno alla radice di questi flussi o sulla politica europea riguardante le migrazioni. Possiamo però contribuire, tutti, ad accogliere queste persone in maniera dignitosa, spiega ancora Valente; chi riceverà risposta positiva alla domanda di asilo dovrà inoltre essere preparato per affrontare le future sfide in maniera autonoma e indipendente. Né la Provincia, né la Caritas da sole riusciranno a raggiungere quest’obiettivo. “Solo con il contributo di tutta la società è possibile una reale integrazione dei nuovi concittadini”, così il direttore della Caritas.
Mettere al bando l'indifferenza
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher affida invece al muro di Facebook il suo messaggio in occasione della ricorrenza odierna.
Invitano a non lesinare sulle dimostrazioni di solidarietà Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss (Verdi), ricordando che “l’Alto Adige ha dato molto, accanto alla Provincia si sono attivate soprattutto associazioni di volontariato, singole persone e Comuni, ma il potenziale di accoglienza non è stato ancora esaurito. Mentre il Land Tirolo ospita 6000 profughi e richiedenti asilo, la nostra Provincia ha posto il limite d’accoglienza a 900 persone. Non c’è quindi motivo di lamentarsi e c’è ancora spazio a sufficienza”. E ancora: “Da tempo non si tratta più di chiedersi se dobbiamo aiutare queste persone, ma solo come possiamo farlo nella maniera migliore. Fino a che le cause di fuga (guerra, povertà, ingiustizia) non verranno arginate in modo efficace, ci dovremmo preparare a nuovi arrivi. Sarà un fenomeno epocale che accompagnerà anche la nostra provincia”.
Florian Kronbichler (Verdi/Sel) fa infine sapere di aver sollecitato stamattina il gruppo socialista del Consiglio d’Europa, questa settimana riunito in seduta plenaria a Strasburgo, a proporre una mozione sul tema migranti. Nel suo intervento il deputato ha stigmatizzato l’iniziativa “inaudita con la quale il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz” ha affermato di voler “rinchiudere i profughi in lager su qualche isola del mediterraneo”, esortando “il gruppo socialista al quale appartengo così come la maggior parte dei verdi europei, di far propria la posizione del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker nonché della cancelliera tedesca Angela Merkel a proposito del Brennero come ‘confine aperto simbolo dell’Europa unita’”. La proposta ha trovato l’assenso del gruppo e insieme al collega austriaco Stefan Schennach (SPÖ) che ha bollato come vergognoso il piano del suo ministro, Kronbichler è stato incaricato di estendere il testo di una rispettiva presa di posizione che verrà presentata domani in conferenza stampa al Consiglio d’Europa.