Politica | Editoria

„Pronti per sfidare il monopolio“

Il direttore del nuovo quotidiano trentino che andrà in edicola il 1° novembre illustra la linea editoriale. „La criticità maggiore della Giunta Fugatti? La sanità“.
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Foto: S. Casalini

Parlando del nuovo quotidiano „trentino per i trentini“ che – salvo intoppi - andrà in edicola il primo novembre 2022, a fine maggio Manzana (Industriali), Monfredini (Cooperazione), Battaiola (Albergatori), Basso (Costruttori edili) e Segatta (Artigiani) dissero che „la volontà dei fondatori non è quella di creare una voce per le associazioni di categoria, bensì uno strumento per favorire la libera discussione sui temi cruciali per il futuro del Trentino, promosso e sostenuto dall’imprenditoria trentina“. Ciò detto, pensare di pubblicare oggi un quotidiano locale cartaceo (e on line) che si regga sulle proprie gambe richiede una certa dose di follia, ma a fare da trascinatore è un imprenditore, Fausto Manzana, che ha portato la sua GPI a essere quotata in borsa e a diventare una multinazionale da 6.100 dipendenti, con l'appoggio di tutte le associazioni che tengono in piedi l'economia trentina. Il progetto sembra quindi avere basi solide. Il nome della testata non è stato ancora deliberato dal cda della Fondazione Synthesis, ma i locali dove avrà sede la redazione sono già stati presi in affitto e si trovano in via Maccani a Trento. Da tre settimane il direttore del giornale, Simone Casalini, è al lavoro per formare la squadra di 20 giornalisti che dovrà dare corpo al progetto.

Classe 1974, nato a Fano, cresciuto tra Piacenza e Pesaro, Casalini vive da oltre due decenni a Trento dove è stato a lungo capo redattore del Corriere del Trentino, per approdare negli ultimi anni alla guida della redazione web del Corriere del Veneto e del Corriere di Bologna. Lasciare il gruppo Rcs da caporedattore non è uno scherzo. Segno che il nuovo direttore crede – e molto – nel progetto messo in campo per sfidare il monopolio Athesia in regione. „C’è una condizione necessaria – disse Monfredini a maggio -  per fare impresa, che è quella di operare in un contesto che sia democratico. A noi non piacciono i monopoli. Vediamo se con questa operazione che tutti noi giudichiamo necessaria riusciamo a generare un’alternativa per la comunità trentina“. Athesia è sicuramente il Golia della situazione mentre la Fondazione Synthesis i cui soci fondatori sono Confindustria Trento, Federazione Trentina della Cooperazione, Associazione Artigiani, Associazione Albergatori, ANCE Trento, può essere considerata un „Davide“ solo per la totale inesperienza nel settore editoriale (cosa non trascurabile), ma in realtà, come si è visto, è una superpotenza. Va comunque tenuto conto che L’Adige, nave ammiraglia della casa editrice sudtirolese, resta un colosso da oltre 20.000 copie ed è un giornale molto radicato. E’ vero che con il passare degli anni si sta sempre più „athesizzando“ (nella forma e nei contenuti) ma il responso delle edicole dice che i trentini continuano a comprarlo. Più che tra Davide e Golia si profila dunque uno scontro fra titani, dove lo sfidato nell’ultimo decennio ha fatto man bassa di tutti i prodotti editoriali italiani e tedeschi tra Bolzano e Trento, mentre gli sfidanti è come se si fossero risvegliati dal torpore che li aveva visti guardare in silenzio Michl Ebner mentre faceva shopping „a casa loro“ in un settore a dir poco strategico come quello dell'informazione.

 

Salto.bz: Sei al lavoro da tre settimane, il giornale uscirà il primo novembre 2022. Come procede il lavoro di preparazione?

Simone Casalini: In modo soddisfacente perché intorno al progetto si è generato un interesse importante. E ne sono conferma le numerose candidature arrivate per partecipare a questo nuovo percorso editoriale a cui abbiamo affiancato anche un'attività di scouting per cercare di comporre l'assetto finale della redazione che deve essere una miscela di under 35, esperienza e offrire competenze linguistiche e culturali. Cerco di incontrare tutti, ci sono molti itinerari professionali di valore. Un'altra parte essenziale del lavoro in questa fase è il disegno del giornale che stiamo conducendo insieme al grafico incaricato, che ha già disegnato testate nazionali e locali. Anche in questo caso l’obiettivo è trovare una cifra stilistica che sia in linea con il progetto e con il tipo di narrazione che intendiamo sviluppare.

Nella conferenza stampa ufficiale il progetto editoriale è stato presentato per sommi capi. Puoi dire qualcosa in più?

Sarà un prodotto che si misurerà su più dimensioni. La fortuna di nascere nel 2022 è di poter pensare e riflettere su un giornale che dialoghi in maniera più incisiva con la contemporaneità e che superi alcuni schemi del passato, anche dal punti di vista della struttura complessiva del quotidiano e del registro narrativo. L'approfondimento avrà un peso negli equilibri del giornale con l'obiettivo di offrire angolazioni differenti che siano stimolo per il dibattito pubblico, investendo su temi come una nuova fase dell'Autonomia, la ricerca, l’innovazione, la transizione ecologica, l'intercultura, le grandi direttrici sociali ed economiche, avendo una particolare cura per il tipo di rappresentazione che diamo. Credo che i giornali prima ancora di fare informazione operino sul piano della rappresentazione e oggi il ritratto della società che appare sui media è molto parziale. Siamo consci che la dimensione della carta è solo una dimensione e che il Web è altrettanto fondamentale. Qui in regione nell’informazione online c’è quasi un total free, mentre in Veneto ed Emilia, dove ho lavorato negli ultimi tempi, i quotidiani online locali sono tutti a pagamento. Il Web sarà un altro giornale, con altri linguaggi. Il suo sostegno richiederà anche una destrutturazione dei modelli organizzativi di lavoro classici. I lettori scelgono lo strumento (carta, edizione digitale, web) attraverso il quale soddisfare le esigenze informative e dobbiamo essere in grado di darglielo, mettendo al centro la qualità e sacrificando la quantità che non fa la differenza in un mondo editoriale caratterizzato sempre di più da infodemia.

Se si osserva con cura la storia del Trentino degli ultimi 30 anni e i suoi protagonisti si può comprendere che i poteri forti sono altrove.

Oggi l’editoria regionale è contraddistinta da un monopolio di un attore forte come Athesia che è attivo in molti altri ambiti e che è in grado di tenere sotto scacco l’intero sistema politico. Il vostro progetto è contraddistinto da una molteplicità di attori forti in Trentino. Invece di un padrone, troppi padroni? Non temi che tutti vogliano mettere becco sulle tue scelte? E non c’è il rischio che tu e i giornalisti siate portati ad una forma di autocensura per evitare di toccare poteri forti come Confindustria, cooperazione ...

Quando è stato presentato il giornale ho apprezzato che i soggetti coinvolti abbiamo affermato in modo chiaro: noi non abbiamo un giornale ma contribuiamo alla nascita di un nuovo progetto editoriale importante per il Trentino. Quando il presidente di Synthesis, Fausto Manzana, mi ha presentato al cda ha insistito su due aspetti: la massima libertà nelle mie scelte e la massima serietà da parte dei soci fondatori. Il giornale non sarà un prodotto delle categorie economiche e dei poteri forti, ma un soggetto autonomo e indipendente. Se poi si osserva con cura la storia del Trentino degli ultimi 30 anni e i suoi protagonisti si può comprendere che i poteri forti sono altrove. Un maggiore pluralismo - garantito in questo momento dalla presenza delle edizioni locali del Corriere - è un elemento di valore per tutti, e il nostro obiettivo è quello di creare un giornale profondo, nei contenuti e nel tempo. Anche gli assetti societari declinano il tema dell'autonomia: c'è la Fondazione, agorà dove si confrontano i soci fondatori. E c'è la società editrice che si rapporta con la redazione e la direzione in cui non siedono figure riconducibili alle associazioni (Franco Sebastiani, ex presidente di Trentino trasporti, è al momento l'amministratore unico, ndr). La sinergia tra le categorie economiche è un valore di questa esperienza ed è una prassi non così diffusa sul territorio. Può essere un passaggio nella costruzione di una visione comune sulle prospettive del Trentino.

Durante la presentazione si è insistito molto sulla “trentinità” del progetto in risposta all’editore che oltre ad essere unico è pure “foresto”, e cioè sudtirolese. L’obiettivo è fare il ‘giornale dei trentini’?.

Athesia ha prima acquistato Alto Adige e Trentino, poi ha acquistato l’Adige e chiuso il Trentino, e l’imprenditoria trentina è stata alla finestra. O quasi. La nascita del nuovo quotidiano la interpreto in primis come un progetto di restituzione alla comunità, in cui le categorie economiche si uniscono per offrire un progetto culturale e informativo, in un certo senso sanando gli ultimi anni di storia. C'è una richiesta crescente di un'informazione alternativa e la presenza del nuovo quotidiano costringerà tutti, noi per per primi, a mettersi in discussione e a ragionare su nuovi scenari. La rottura del (quasi) monopolio porterà benefici anche a chi la teme. Benefici anche in termini di contenuti, di sapere e di diffusione di nuovi elementi di informazione.

 

Da mesi si parla della nascita di un nuovo quotidiano Athesia trentino alternativo all’Adige. La cosa certa è che ad aprile sono stati registrati in Tribunale una serie di nomi di possibili testate. Si diceva addirittura che il giornale sarebbe uscito il primo settembre, con 20-24 pagine, e un budget 600-800 mila euro. Che il progetto vada in porto o che si trattasse di una manovra di disturbo non esattamente all’insegna del fair play il tutto denota grande nervosismo da parte della famiglia Ebner. Che idea ti sei fatto?

Conoscere le strategie dei concorrenti è sempre importante, ma onestamente in questa fase possiamo pensare solo al nostro lavoro e al modo in cui declinarlo. Quindi non ci riguarda e non ci preoccupa. Se raddoppieremo il numero dei quotidiani del Trentino da 2 a 4 e recupereremo altri posti di lavoro nel settore dell’informazione possiamo essere tutti soddisfatti.

Manzana, ha dichiarato che il vostro non sarà un giornale del no. Che cosa significa? Se dovesse fare una critica al Trentino dell’epoca fugattiana che cosa direbbe?

Ci caratterizzeremo per la nostra autonomia e indipendenza, garantendo il pluralismo delle opinioni ma esprimendo al contempo una sensibilità culturale. E cercheremo di dare tutte le notizie, nessuna esclusa. E senza sconti. In Trentino la Lega governa da 4 anni, gestisce l'Autonomia dopo anni di opposizione, può distribuire risorse - ancora di più con il Pnrr - e nelle prossime tornate elettorali misureremo il suo radicamento come quello del centrodestra in un territorio che dal 1998 al 2018 aveva manifestato un altro orientamento politico-culturale. Il progetto è stato incarnato in modo deciso dalla figura del governatore Fugatti, sia per ragioni politico-istituzionali - il presidente della Provincia autonoma di Trento ha prerogative non secondarie - sia per ragioni di debolezza politica e di classe dirigente. Fugatti è sottovalutato da molti dei suoi avversari perchè ha una linguaggio e una retorica, e anche una accessibilità, che gli garantiscono una presa nell'elettorato popolare. La sua cifra è il pragmatismo coniugato con alcune azioni simboliche evocative (la riunione di giunta nelle valli, gli Stati generali della montagna, la Facolta di Medicina, la legge contro l'apertura dei supermercati di domenica, il concertone di Vasco Rossi) i cui effetti vanno al di là della loro fondatezza o lungimiranza. Di contro è forse mancata una visione di lungo termine, uno scenario oltre la contingenza - da Vaia al Covid le emergenze sono state numerose - e un'idea di coesione sociale con polarizzazioni forti come quelle tra valli e città o la ricercata istituzione di un cittadinanza diseguale.

Per quanto riguarda l’azione amministrativa della Giunta Fugatti il tema più critico riguarda la Sanità.

Detto questo, bisognerà capire se l’ondata antiglobale che portò la Lega ad affermarsi nel 2018 alle elezioni politiche e provinciali si confermerà. Le elezioni comunali del 2020 hanno portato al successo in alcune città - da Trento a Rovereto - il centrosinistra capace di fare sintesi politica con l’area civica e quella autonomista. Le elezioni provinciali del 2023 riveleranno se è l’espressione di un’inversione di tendenza o meno. Anche se va rilevato che per il centrosinistra rimane il tema di come organizzare il consenso nelle valli dove la sua presenza è fragile e discontinua. Dal punto di vista politico-amministrativo il grande tema dell’immediato futuro è quello del Terzo Statuto. Il percorso  avviato dalla Consulta di Bolzano e dall’assemblea di Trento è stato abortito, ma questo è un tema importante da riprendere in mano. Lo Statuto è del 1972 e fotografa la società di quel tempo. Oggi abbiamo nuove minoranze molto consistenti, arabofone, albanesi, dell’Est Europa, seconde generazioni che non sono riconosciute come cittadini che hanno in realtà spesso percorsi di vita incredibili. Per quanto riguarda l’azione amministrativa della Giunta Fugatti il tema più critico riguarda la Sanità. E’ vero che il Covid ha messo sotto stress il sistema ma si vede ad esempio un ritorno ai grandi investimenti sugli ospedali di periferia che significa sottrarre risorse importanti ad altri settori che hanno bisogno di specializzazione e di livelli di eccellenza. C’è poi una suggestione a spingere sullo sviluppo della sanità privata che è estranea culturalmente al territorio. Credo che sul diritto alla salute vada fatto un ragionamento molto approfondito e in una direzione diversa da quella presa negli ultimi anni.

Bolzano e Trento distano 50 km, ma spesso sembrano 500 km. Sembra davvero che quello che accade appena dopo il confine interessi a un numero sempre minore di persone. Parlerete anche di Alto Adige?

E' una riflessione in corso. Sarebbe interessante occuparsi di Bolzano ma anche di Innsbruck, dal momento che l’Euroregione soffre di una narrazione assai carente e funziona solo nella dimensione istituzionale. Il dialogo tra Bolzano e Trento dipende molto dai presidenti in carica. Dellai e Durnwalder avevano costruito un'interazione profonda, anche Rossi e Kompatscher seppur con caratteristiche differenti e molto connotata dallo storico trait d'union tra Svp e Patt. Oggi le relazioni tra Kompatscher e Fugatti paiono più contrassegnate dalla bandiera della Realpolitik: massima sinergia dove è possibile e autarchia dove ci sono divergenze o necessità elettorali. Fugatti ha poi scelto, per affinità politiche, di differenziare la propria strategia geopolitica guardando anche a sud, soprattutto nella direzione del Veneto dove governa Zaia. Il tema della collaborazione tra Trento e Bolzano merita senza dubbio il capitolo di un programma di governo. La questione non è nemmeno la Regione, ma come costruire massa critica e visioni comuni sulle grandi sfide del nostro tempo. Sono spesso perdenti le risposte nazionali, a maggior ragione quelle iperlocali. Da questo punto di vista la revisione dello Statuto sarebbe un'occasione forse unica per immaginare nuove competenze e nuove direttrici dell'Autonomia presente e futura".