Il segreto mette a rischio i pazienti
Si moltiplicano i malumori degli operatori sanitari riguardo al provvedimento, promosso dal Garante, che impone il rispetto assoluto della privacy dei pazienti: in pratica, senza un loro esplicito consenso, adesso nessuno può più accedere ai dati contenuti nelle cartelle cliniche. Un provvedimento, così la critica, causa di un aumento della burocratizzazione e di un ulteriore dispendio di tempo ed energie.
Anche Stefan Hofer, della Federazione per il Sociale e la Sanità, ribadisce la posizione dei medici e dei primari: “Riteniamo fondamentale che il cittadino sia protetto da standard di sicurezza che impediscano la libera circolazione dei propri dati personali, soprattutto se di carattere sanitario, ma siamo dell'avviso che impedire la consultazione del dossier sanitario ai medici sia del tutto fuori luogo”.
“Siamo preoccupati – prosegue Hofer - che per il paziente, soprattutto se fragile o affetto da più di una malattia cronica, questo provvedimento vada ad influire negativamente sulla qualità e la tempestività delle cure. E’ una lungaggine che inevitabilmente andrà ad incidere sul paziente e sul rapporto col personale medico”.
In effetti il problema potrebbe porsi nel caso di pazienti affetti contemporaneamente da più malattie croniche. Dovendo ricorrere al consulto di più specialisti, l'approvazione ripetuta da parte del paziente riguardo alla consultazione dei propri dati aprirebbe una trafila burocratica contraria alla tempestività degli eventuali interventi, rivelandosi perciò svantaggiosa al trattamento sanitario.
Identiche perplessità sono espresse da Beatrix Raffeiner (Associazione Sclerosi Multipla) e Irene Pircher (Associazione per le malattie infiammatorie). “Sinceramente sono rimasta scioccata quando ho sentito questa notizia”, questo il commento della Raffeiner. “Lo vedo come un rischio per i pazienti e, addirittura, controproducente per i malati cronici, perché questi essendo affetti da vari sintomi hanno bisogno di diversi specialisti. È quindi indispensabile lo scambio di informazioni tra medici - tutto deve essere collegato in rete. I pazienti affetti da sclerosi multipla per esempio hanno bisogno di vari specialisti: neurologo, urologo, gastroenterologo, ortopedico, oculista, logopedista, psicologo, per citarne alcuni”. E la Pircher, in tono analogo: “Invece di migliorare, le cose stanno peggiorando. Purtroppo già finora lo scambio di informazioni non funzionava bene. Poi, per quanto riguarda questa ulteriore firma di consenso, molte persone non sono affatto consapevoli di ciò che stanno firmando. Anche il personale del servizio medico non ha il tempo di spiegare tutto in quei pochi minuti che si hanno a disposizione per una visita.”