Pubblico impiego, ancora fumata nera
Non si sblocca la trattativa in atto fra la Provincia e i dipendenti pubblici (circa 42mila in Alto Adige) sul rinnovo del contratto collettivo di intercomparto. Ieri, 19 agosto, nuovo incontro a Palazzo Widmann che si è incentrato in particolare su tre misure proposte ai sindacati dall’amministrazione provinciale, ovvero l’adeguamento della retribuzione base, il salario di produttività e l’indennità di bilinguismo. I sindacati, che parlano di timidi passi avanti nella negoziazione, puntano a un aumento - o meglio a un adeguamento all’inflazione come precisano i diretti interessati - degli stipendi del 10%, ma la Provincia non si smuove dal già annunciato + 4,8% nel triennio 2019-2021. Ed è questo lo scoglio più grande. Ostenta però ottimismo il direttore della Ripartizione personale della Provincia Albrecht Matzneller, che ha fatto le veci del direttore generale Alexander Steiner, ieri assente: “Abbiamo discusso intensamente e si può dire che le posizioni delle parti si sono avvicinate”. Tradotto: bisognerà tornare al tavolo della discussione verosimilmente ancora diverse volte prima di arrivare a una soluzione che accontenti tutti. Il prossimo meeting si terrà agli inizi di settembre.
Dal canto suo la Provincia sottolinea che la quantità di denaro che verrà messa sul piatto nei prossimi anni per il nuovo contratto dei dipendenti è la seguente: per il 2019 ci sono a disposizione 21 milioni, che diventeranno 78,5 nel 2020 e 96 milioni nel 2021: saranno dunque circa 195,5 i milioni di euro complessivamente a disposizione. “Le singole misure e la suddivisione delle risorse per ciascuna misura sarà ora oggetto di discussione” dice Matzneller. “Da entrambe le parti c’è grande disponibilità al dialogo, in conclusione vogliono tutti finire la trattativa prima possibile per garantire prima possibile la firma del nuovo contratto per i dipendenti del pubblico impiego”.