Ambiente | Bolzano

“Diesel, la deroga non basta”

Divieti per gli Euro 3, il sindaco Caramaschi e l’assessora Lorenzini non la vedono allo stesso modo e scoprono il fianco agli avversari. Corrarati: “Serve piano nuovo”.
Diesel
Foto: upi

Traffico e inquinamento, su questi due fattori e relativi antidoti si incaponisce l’amministrazione Caramaschi. Accanto alle soluzioni rappresentate dalla realizzazione delle grandi infrastrutture per migliorare la viabilità bolzanina e dall’aumento delle possibilità della mobilità alternativa interna (dalla costruzione della galleria Monte Tondo, già in progettazione, al potenziamento del trasporto pubblico urbano ed extraurbano e delle reti ciclabili), ci sono quelle “tampone”. Come le limitazioni alla circolazione dei veicoli a fasce orarie per i mezzi più vecchi e inquinanti, introdotte nel luglio del 2019. Nello specifico: stop dalle 7.00 alle 10.00 e dalle 16.00 alle 19.00 dal lunedì al venerdì per i diesel Euro 0, 1, 2 e 3 a eccezione di quelli destinati al trasporto di cose. Dal primo gennaio 2020 il divieto veniva esteso a tutti i diesel fino ad Euro 3. L’ordinanza fu poi sospesa, causa Covid-19 (data anche la diminuzione del numero delle corse e dell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici e per favorire le attività lavorative che non erano state sospese durante il lockdown), fino a data da destinarsi, e cioè fino al termine dell’emergenza sanitaria. Qui il nodo della questione.

 

Supporter e non

 

All’interno della maggioranza non tutti la pensano allo stesso modo sulle deroghe alle limitazioni. Se da una parte il sindaco Renzo Caramaschi vuole prolungare la possibilità di utilizzo dei veicoli in questione fino a metà o alla fine del 2021, dall’altra l’assessora dei Verdi Marialaura Lorenzini ricorda che la Provincia aveva parlato di una proroga di 6 mesi e non di un anno (significherebbe ripristinare i divieti da settembre). Opinioni differenti che diventano esche per i “cecchini” della controparte in campagna elettorale. Claudio Della Ratta, socialista passato alla concorrenza (candidato con la lista Zanin alle comunali di settembre), parla di una diversità di vedute nell’attuale giunta su più fronti, cosa che “potrebbe nel tempo rappresentare un problema per chi con questa coalizione forse disomogenea si propone alla guida della città”.

Parallelamente c’è chi plaude alla volontà di mantenere in vigore la deroga al divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 0, 1, 2 e 3 almeno fino a metà del 2021. Si tratta di Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV, che però invita la politica tutta a una seria riflessione su come gestire il problema dell’inquinamento e dei divieti per i veicoli diesel, senza danneggiare artigiani e aziende che stanno già vivendo una fase di grave difficoltà a causa dell’epidemia da Covid-19.
“La digitalizzazione dell’apparato pubblico - spiega Corrarati - permette di dematerializzare alcuni servizi pubblici, ma anche attività private, utilizzando il lavoro agile a distanza. Ciò aiuta una città come Bolzano, densa di uffici pubblici e meta di numerosi lavoratori provenienti da fuori capoluogo. Prima di penalizzare i soggetti più deboli, si agisca su altri fronti, togliendo dalla strada la mobilità non produttiva e lasciando circolare i veicoli legati alla produzione”.

 

La proposta

 

L’idea che avanza l’associazione degli artigiani e delle piccole e medie imprese è quella di introdurre come avvenuto in altre città, ad esempio Milano, un sistema di ticket di accesso annui limitati e a scalare per i veicoli più datati, ma che percorrono pochissimi chilometri l’anno. “Si potrebbe pensare ad un sistema triennale con un numero di accessi sempre più ridotti anno dopo anno - chiosa Corrarati -. Penso a tutti quegli artigiani che percorrono meno di 10mila km l’anno con il furgone. Dopo 20 anni, con 2000.000 chilometri percorsi, il furgone è vecchio d’età ma al contempo poco usurato”.
Dall’ultimo sondaggio della CNA, che risale a giugno 2019, era emerso che l’avvicinarsi del divieto di circolazione aveva convinto le imprese a investire: il 45% dei veicoli risultava tra Euro 2 ed Euro 5, a rischio di blocco, mentre gli Euro 6 erano saliti al 24% e i veicoli elettrici o ibridi al 15%.
“Questo avvenuto ricambio di mezzi riteniamo sia il miglior risultato ottenibile. Senza incentivi mirati per il cambio dei veicoli, la cosiddetta rottamazione green, e senza soluzioni tecnologiche che mettano al riparo da sorprese e al contempo consentano la normale attività aziendale, più di così non si può chiedere alle piccole aziende. Il virus ha un costo aggiuntivo, ovvero una crisi economica che non aiuta le aziende a fare investimenti sul parco mezzi nel breve periodo”, conclude Corrarati.