Società | Travaglio dixit

Marco Travaglio e la repubblica dei segreti

Il prossimo 24 novembre il famoso giornalista sarà all'Auditorium Haydn di Bolzano con il suo spettacolo "E' stato la mafia". Inoltre è in uscita il suo ultimo libro, dedicato al presidente della Repubblica Napolitano.

"I giornalisti sono tutti uguali". Capita sempre più spesso di sentire frasi di questo genere, ma è facile smentirla. Nell'apprendere che un noto giornalista italiano ha dedicato il suo ultimo libro al presidente della Repubblica ci immagineremmo una biografia piena di elogi per l'equilibrio mostrato dal Capo dello Stato in una situazione critica come quella attuale. Purtroppo per Napolitano, chi ha appena terminato di scrivere un corposo volume sulla sua persona è Marco Travaglio. Tutti preferiremmo che venisse Bruno Vespa a scrivere la nostra biografia, ma non sempre si può scegliere.

Dal canto suo, Marco Travaglio, avendo concluso il libro, ha più tempo per dedicarsi alle sue numerose attività e per promuovere la tournée di "E' stato la mafia" che lo vedrà sul palcoscenico dell'Auditorium Haydn di Bolzano domenica prossima, 24 novembre.

Uno spettacolo nato appositamente per descrivere nei minimi dettagli la trattativa tra Stato e mafia che ha fatto seguito alla stagione delle bombe dei primi anni novanta, ma che, secondo Travaglio, è di strettissima attualità tanto da sostenere che quella trattativa "è l'arma di ricatto fondamentale per cui stanno ancora insieme destra e sinistra". L'intervista non può che partire da qui.

Può spiegare meglio quest'affermazione?
Sì, per essere ancora più chiari: credo che destra e sinistra stiano insieme per tenere sepolti i reciproci segreti, di cui gli uni conoscono quelli degli altri e la trattativa è solo il più grosso e importante. Vale la pena ricordare che non la iniziò Berlusconi, ma i carabinieri che andarono a chiedere pietà a Ciancimino mentre c'era un governo di centrosinistra, versione prima Repubblica. C'era Giuliano Amato presidente del Consiglio, Napolitano presidente della Camera, Nicola Mancino ministro dell'Interno e Giovanni Conso ministro della Giustizia. Solo successivamente è arrivato Berlusconi a chiudere il cerchio, ma il centrosinistra aveva già mantenuto la prima promessa e la prima richiesta del papello, non rinnovando il 41bis a 334 boss di Cosa Nostra.

Qualcuno potrebbe sostenere che la trattativa non è stata una cattiva idea. Sono finite le bombe e Riina e Provenzano sono in carcere.
Lo può sostenere chi non conosce i fatti. Riina venne consegnato alla giustizia da Provenzano che rimase libero e bello fino a che è rimasto in piedi, poi si è fatto arrestare a due passi da casa nel 2006. Quattordici anni dopo la trattativa, quando era ormai vecchio e malato. Non dimentichiamo che i mafiosi mettono in conto di essere arrestati, essendo in guerra contro lo Stato, tanto che l'impunità non è inserita nel papello che contiene altre richieste, come l'abolizione del 41 bis, che infatti è stato depotenziato e ridotto a barzelletta, e lo smantellamento delle supercarceri, e Pianosa e l'Asinara sono state chiuse.

Ha scelto di portare a teatro la storia della trattativa perché è l'unico luogo in cui si può raccontare la storia per intero, “perché in televisione mancano i tempi e sui giornali, manca lo spazio”. Crede quindi che gli italiani non sappiano abbastanza? Difficilmente potrà peggiorare l'opinione che hanno dei politici...
Il teatro mi permette di raccontare i particolari e sono i dettagli che illuminano quanto è accaduto, i riassuntini servono a poco. Ma gli italiani sanno più del caso Cancellieri che del caso Napolitano-Mancino ed il secondo caso è più grave del primo. Per il resto non mi pongo il problema di quanto succede dopo. Io racconto quello che so, faccio i nomi, poi uno decide. So, però, che da quando è venuto fuori lo scandalo relativo alle pressioni riguardanti le indagini sulla trattativa, la popolarità di Napolitano è crollata. Perché la gente ha capito che non è un arbitro super-partes, io mi accontento di questo, forse è poco. Ma so anche che oggi sono pochi quelli che credono che Berlusconi sia un perseguitato, anni fa avevano una percezione diversa.

A proposito di Berlusconi, non le ha fatto pena vederlo stanco stravolto sul palco della rinata Forza Italia, sostenuto da Brunetta che gli teneva la mano?
Sono abituato a combattere quelli che sono forti, all'apice della carriera, non quelli che declinano e che sono politicamente morenti. Non direi che mi fa pena, ma noto il pericolo della solita operazione gattopardesca per cui ci spacciano come nuovi Alfano, Formigoni, Giovanardi e Lupi. Berlusconi sappiamo chi è ed ha un'età per cui presto o tardi smetterà di far danni, ma che coloro che hanno mangiato alla sua greppia facendosi piacere tutto e deglutendo qualunque cosa, firmatari delle leggi ad personam come Alfano e Schifani vengano presentati come statisti, è inaccettabile. Allora ridateci il "puzzone". Mi fa più paura questa rivergination che è tanto apprezzata da Letta e Napolitano.

Che idea si è fatto dell'Alto Adige? si sono appena tenute le elezioni provinciali, sta finendo l'era Durnwalder...
Credo che l'alto Adige sia uno dei rarissimi casi per cui si possa comprendere lo statuto speciale, che invece non capisco per Trentino, Sicilia, etc. Poi è evidente che anche in Alto Adige si è formata una casta che regge il potere da 25 anni, da questo punto di vista, mi sembra che via stata una progressiva italianizzazione. Anche Durnwalder è andato a piangere da Napolitano per le inchieste che lo riguardavano...