Politica | L'opera

Ciclabile per l'ospedale a peso d'oro

Costeranno 1,4 milioni i 600 metri di percorso "dietro" via Druso per disinnescare le polemiche su via della Vigna. Meleti espropriati ad una cifra molto più alta di quanto preventivato 2 anni fa.
Il percorso della nuova ciclabile di Prati di Gries
Foto: Comune di Bolzano
  • Costa, come preventivato, 1,4 milioni l’operazione di disinnesco di via della Vigna, la strada resa inaccessibile con cancelli tipo caserma dai privati che risiedono nella Beverly Hills bolzanina. Per superare le cicliche polemiche sull’area conosciuta anche come Grieser Grünkeil, o Cuneo verde, il cui “sindaco virtuale”, come noto, è Luis Walcher, vicesindaco uscente e futuro consigliere/assessore provinciale, l’assessore alla mobilità Stefano Fattor si è inventato una ciclabile che correrà alle spalle delle case di via Druso. La cosa curiosa è che quando fu approvato per la prima volta il promemoria (5 luglio 2021) era stata prevista una spesa di 1,445 milioni, di cui ben 550.000 mila per gli espropri per una ciclabile che doveva essere anche “parco lineare” largo 7 metri e lungo 590. 

    Ma 7 metri in meno di meleti erano troppi, i proprietari hanno protestato e la larghezza è stata ridotta. “Oggi – ha annunciato via Facebook l’assessore Fattor - è passato in giunta il progetto definitivo del percorso pediciclabile lungo 600m e largo 5,5m che partirà dal parchetto di via della Vigna per arrivare a Prati di Gries e da lì all’ospedale. 1.445.443 euro i costi di cui 843.000 euro di espropri spese tecniche e Iva (sull'importo complessivo). Sarà ovunque Illuminata e videosorvegliata. Costa tanto? Sì, ma sarà una delle pedociclabili più strategiche e richieste dai bolzanini”. Tutto vero.

    Si nota però che la superficie complessiva dell’opera è stata ridotta da 4.130 mq a 3.300mq ma il costo dell’esproprio invece che diminuire è aumentato di quasi 300.000 euro. Praticamente un metro quadro di campagna è arrivato a costare alle casse del comune 255 euro (IVA e spese comprese). Per i proprietari  la cifra sembra coprire una rendita presunta del meleto per i prossimi 50 anni. Niente male. 

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Gianguido Piani Lun, 11/20/2023 - 17:00

In una situazione al contrario, se i meleti fossero stati proprieta' pubblica e si fosse trattato di privatizzarli, la valutazione non sarebbe stata fatta secondo il principio dei rendimenti futuri ma del loro valore intrinseco e gia' ammortizzato. In sostanza, legna vecchia. A un costo risibile.
Le privatizzazioni dei diversi servizi pubblici, in Italia e nel resto del mondo, sono perlopiu' state fatte cosi'. Pochi introiti per le casse statali e molti per i privati che si sono accaparrati servizi d'oro, nei quali spesso nemmeno investono. L'unica cosa che conta e' il fatturato.

Lun, 11/20/2023 - 17:00 Collegamento permanente