La flotta Sasa e le mancate risposte
Nel recente forum organizzato dal giornale Alto Adige (video) hanno prevalso le richieste degli utenti su linee, ritardi e via discorrendo.
Come da tempo faccio (e non nego una certa stanchezza – terra terra dicesi “smonato” - dopo circa 10 anni che me ne occupo, in particolare a rimbalzare contro svariati muri di gomma...), ho posto domande precise su quello che invece, a mio avviso, è il nodo cruciale per Sasa, cioè il rinnovo della flotta. Ecco le domande poste con la speranza non mi si venga a dire che sono pretestuose o campate per aria:
Ebbene, per la terza o quarta volta (ormai non mi ricordo più) il presdiente Sasa si è limitato nell’annunciare, direi nel consueto modo pomposo, ora la “flotta ad emissioni zero” entro 15 anni (… campa cavallo...), ma tacendo nuovamente su quello che, più passa il tempo, è una vera e propria emergenza data dalla vetustà di gran parte della flotta circolante non solo a Bolzano, ma anche a Laives e, ancor peggio, a Merano.
Qui il ritaglio dal giornale "Alto Adige":
Il nodo del finanziamento del rinnovo della flotta
E’ riuscito almeno a dire che, dopo la trasformazione in-house, con tante domande aperte sul tavolo, dovrà essere sottoscritto il contratto di servizio con la Provincia (verrà sottoposto al vaglio dei proprietari di Sasa?) e che i bus non verranno più acquistati dalla Provincia ma verrà riconosciuta una quota di ammortamento nel rimborso chilometrico pagato dalla Provincia alla Sasa.
Quale sarà il ruolo della Provincia, bivalente o cos’altro?
Vuol dire che dovrà indebitarsi per acquistare i bus? Oppure significa che sarà la Provincia, che svolgerà un doppio ruolo di gestore delle concessioni ma poi pure di controllo di Sasa, a doversi accollare i pesanti costi di rinnovo di una flotta con alcuni bus con vent’anni di servizio sulle spalle? Non si sa...
Ovviamente senza parlare del segreto di Pulcinella, cioè dei cinque bus usati – ovviamente diesel – da 18 metri acquistati poco meno di un anno fa… stranamente mai presentati alla stampa… ma cartina di tornasole che si sta circolando con una serie di catorci, per carità funzionanti quando altrove invece finiscono flambé, ma sempre catorci rimangono.
Proclami per il medio-lungo termine, ma per il breve?
Come al solito, accanto ai grandi proclami dei quattro bus elettrici per la linea 18 e quello per la linea 15, e ai prossimi 10 a idrogeno, il punto è: quale trazione avranno gli altri da acquistare? E che fine hanno fatto quei 38 annunciati a novembre 2016? Ma, soprattutto, il grosso dei nuovi bus quale trazione avrà (domanda retorica...) visto quanto previsto dal Piano Clima 2050 che prevede per il 2025 un tpl urbano senza bus a gasolio?
Ecco, questo ultimo termine, assieme a “diesel”, pare essere sparito dal vocabolario dei vertici di Sasa e della Provincia in una sorta di sciocco “greenwashing” evidentemente per nascondere le scelte che in altre città, vedasi Trento, almeno per il tpl urbano la pensano ben diversamente dagli attori della parziale farlocca “green mobilty” pubblica in salsa sudtirol-altoatesina che, salvo qualche h- e ora e-bus, sta scontando pesantemente l’immobilismo che ha penalizzato, soprattutto, il tpl urbano nell'ultimo decennio.
Sul fatto poi di voler scegliere bus ibridi, a parte che mi vien da sorridere perché non sono per nulla una novità e sono in circolazione dalla fine degli anni '90 e che qui da noi non sono mai stati acquistati semplicemente perché costano oggi il 40/50% circa in più di quelli tradizionali (e non è certo poco tanto che in Trentino non ne sono più stati acquistati), ho già scritto di recente cosa ne penso: il diesel che rientra dalla finestra.
Il mancato rinnovo della flotta e le evidenti responsabilità dei vertici passati ed attuali di Sasa
Una cosa s’è capita chiaramente sia sui mezzi che per le linee: la Sasa aveva, ha e probabilmente avrà zero spazi decisionali, tutto viene deciso dalla Provincia. La società in-house, come ho avuto già occasione di scrivere, non farà altro che mettere nero su bianco un controllo totale nelle scelte di Sasa già presente informalmente da anni e che si è fatto pesantemente sentire con il mancato rinnovo periodico annuale dei bus a partire attorno al 2008. Perché ciò sia avvenuto e perché da quell’anno si sia ricominciato a comprare bus (a gasolio) solo nel 2012/13, non è MAI stato spiegato da NESSUNO. Come mai i vertici di allora e di oggi di Sasa non hanno mai protestato per tale situazione? Gentilezza istituzionale?
Rischio ricorsi e proroghe paralizzanti?
Su tutto, forse è il caso di ricordalo, pende, se si concretizzeranno le intenzioni di battaglia legale da parte di Sad, la spada di Damocle di ricorsi che si trascineranno prevedibilmente per mesi, se non per anni, come sta dimostrando la vicenda della gara del tpl in Toscana. E a quel punto mica è detto che partiranno le gare per il rinnovo della flotta in pendenza di lite.
E la politica?
In conclusione, però, rimane il quesito del perché la politica locale non si sia mai posta certe domande. Oppure nelle commissioni, che operano nel pieno rispetto della “camera caritatis”, e nei consessi municipali ci si accontenta sempre e solo delle dichiarazioni dei vertici Sasa e della Provincia? Davvero tanti auguri allora, soprattutto perché leggo che si vorrebbero aumentare mezzi (quali...?) e frequenza per cercare di limitare il traffico privato.
A vedere certi mezzi circolanti nei giorni scorsi, come i Bredamenarinibus M 221/1/LU/3P del 1997 (!), è incomprensibile che talune domande non vengano mai fatte nelle sedi “ufficiali”. Perché scomode? Forse così si spiega il fatto che la richiesta del 24 novembre 2016 da parte della consigliera Fortini del M5S di mia audizione nelle commissioni consiliari ambiente e mobilità è rimasta fino ad oggi senza risposta.
Timore del confronto?