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L'Erta, bella e spietata

Gara di Coppa del Mondo sfortunata a Kronplatz per le azzurre. Brignone esce nella seconda manche, Goggia nella prima. Splendida rimonta di Lara Della Mea.
Kronplatz slalom gigante
Foto: Charly Pistoi
  • Agli occhi dei primi tifosi saliti in tribuna di primo mattino, la Erta si era rivelata in tutta la sua bellezza. Il sole era appena uscito dalle nuvole ed aveva cominciato a far risplendere come uno specchio il ghiaccio perfettamente lisciato lungo il Gran Para, il celeberrimo muro di questo insidiosissimo tracciato, preparato da mani esperte - come meglio non si sarebbe potuto - per rispondere all’appuntamento di Coppa del Mondo femminile di sci alpino.

  • L'arrivo: La parte finale della splendida pista di San Vigilio Foto: Charly Pistoi
  • La leggenda di questa vera e propria regina del comprensorio Plan de Corones-Kronplatz, che in alcuni punti supera addirittura i 60 gradi di pendenza massima, vuole che lungo il tracciato della Erta vincano solamente i migliori. Oppure, chi ha davvero coraggio da vendere.

    Dopo le gioie di Cortina d’Ampezzo, la valanga rosa aveva riposto le sue migliori aspettative su questo slalom gigante marebbano. Specialmente “Fede”, al secolo Federica Brignone, fortemente determinata a raccogliere un altro risultato di prestigio, in questo meraviglioso lembo ladino dell’Alto Adige, per consolidare la sua posizione di leadership nella classifica generale di Coppa.

    A domare in modo esemplare i punti più brutali ed insidiosi della Erta però, con una conduzione forte e decisa come colpi di pennello della scuola fiamminga, non è stata una profeta in Patria ma una ragazza neozelandese: Alice Robinson.

  • Il podio: Lara Gut, seconda, Alice Robinson, prima, e Paula Moltzan, terza. Foto: Charly Pistoi
  • 23 anni, nativa di Queenstown, Alice torna quindi al successo dopo quattro anni di attesa (l’ultima volta era stato a Lenzerheide nelle finali del 2021), in una gara che ha riservato una lunga serie di clamorosi colpi di scena e che alla fine le ha regalato il quarto trionfo in Coppa del Mondo e confermato il suo attuale stato di grazia, in questa prima parte di stagione, dopo i podi in gigante a Sölden, Semmering e Kranjska Gora.

    La Erta, bellissima e spietata, non ha perdonato le incertezze di alcune delle migliori interpreti tra i pali larghi, specialmente tra le azzurre. Fra tutte, proprio Federica Brignone, al comando dopo la prima manche ma uscita di scena nella seconda, sul pianoro prima del Gran Para, in uno dei tanti tranelli del tracciato. Che già aveva condannato, poco prima, Sara Hector ed aveva messo in seria difficoltà anche Lara Gut Behrami.

    La cronaca. È proprio Sarà Hector, pettorale rosso, a tenere a battesimo la Erta nella prima manche. Subito dopo di lei, Federica Brignone si scatena sulle venti porte lungo il muro, fissando quello che sarà il miglior tempo della mattinata.

    Lo skiman di Julia Scheib applica due veri e propri missili sotto i suoi scarponi. Che la conducono al traguardo con un tempo stratosferico. L’atleta austriaca ha mezzo secondo di vantaggio sulla leader di Coppa ma stringe troppo la quart’ultima porta finendo per uncinarla con il braccio sinistro. La severa caduta di Scheib è accolta dal boato di stupore e disappunto del parterre. Per lei la gara si chiude anticipatamente. Con il grande rammarico di aver sprecato un’occasione irripetibile.

  • Sofia Goggia: La grande discesista oggi fuori dopo 10 secondi di gara Foto: Charly Pistoi

    Tocca a Sofia Goggia ma la Erta non fa sconti a nessuno. Il minimo errore qui può essere fatale. Infatti, dopo neanche dieci secondi di gara, la bergamasca si inclina troppo su una gobba, lo scarpone destro tocca la neve e la campionessa finisce per la tangente. All’arrivo, Goggia giunge sconsolata come una ragazzina che ha battuto l’auto proprio nel giorno dell’esame di guida. L’abbraccio di tecnici e compagne in zona mista ha però l’effetto di rincuorarla.

    Marta Bassino è out a causa dell’influenza ma l’Italia è comunque rappresentata da un nutrito plotone di giovanissime, per alcune delle quali scatta dalle tribune l’ovazione del tifo azzurro.

    Asja Zenere, Ilaria Ghisalberti e Lara Della Mea, nonostante pettorali molto alti, riescono nell’intento di entrare nella Top 30 della prima manche. Che, in prima analisi, è abbastanza eloquente. Le prime sette (Brignone, Gut-Behrami, Hector, Stjernesund, Robinson, Grenier e Rast) sono racchiuse in appena mezzo secondo. La manche del pomeriggio sarà imprevedibile. Una vera e propria lotteria.

  • Foto: Charly Pistoi

    Ilaria Ghisalberti infiamma subito le tribune di San Vigilio di Marebbe con una condotta sprezzante sul muro. Che, alla fine, le permetterà di guadagnare meritatamente una manciata di posizioni. Lara Della Mea fa addirittura meglio della sua compagna di squadra, anche sul pianoro d’apertura. La giovanissima atleta di Tarvisio rimane a lungo sull’ambita poltrona rossa al traguardo perché riesce a strappare quello che risulterà il terzo miglior tempo di manche. Una prestazione che le regala l’11º posto finale, miglior risultato in carriera in Coppa del Mondo.

    La Erta, splendida ma ancor più minacciosa, nasconde le sue insidie nella sopraggiunta ombra del bosco. Sul Gran Para lasciano distacchi ampi come macigni atlete del calibro di Wendy Holdener, Stephanie Brunner e Kajsa Vickhoff Lie.

    Risale, invece, grazie ad una sontuosa conduzione sul ripido, la statunitense Paula Moltzan (secondo miglior tempo nella manche decisiva). Solo la fenomenale Lara Colturi la avvicina in classifica, prima che siano le Sette Sorelle a giocarsi la vittoria.

    Camilla Rast commette un evidente errore sul muro, scivolando indietro nella classifica provvisoria. Lo stesso accade alla canadese Valerie Grenier. Ma le sorprese sono tutt’altro che finite.

    Arriva il momento di Alice Robinson. I maxischermi al traguardo riproducono la danza aggraziata ma potente della neozelandese, sul pianoro in alto. Il cronometro è impietoso, ma solo per le sue avversarie. Robinson è perfetta. Ed incrementa progressivamente il vantaggio. Sul muro viaggia  come se poggiasse gli sci su binari invisibili. Ed al traguardo è avanti di 94 centesimi sulla Moltzan. I suoi allenatori liberano tutta la loro soddisfazione. Ma, al cancelletto, le migliori attendono il loro turno.

    Tocca alla norvegese Thea Louise Stjernesund. Non è impeccabile ed il distacco di 1”50 sotto lo striscione è la dimostrazione della magnifica manche della Robinson piuttosto che l’espressione delle incertezze della scandinava.

    Sara Hector si affaccia sulla Erta ed il parterre ammutolisce in un istante. Tocca alle prime tre. E la svedese incide subito sulla neve tutta la sua esplosività. Prima del muro, un dosso passa sotto gli sci della Hector come una tagliola. L’atleta si sbilancia, finisce sulla neve non battuta, piombando sulla porta successiva. Il pettorale rosso finisce ai margini della pista, quasi sulle reti di protezione. Un cenno per rassicurare gli uomini dell’assistenza a bordo pista. Ma la sua gara finisce nel modo peggiore.

    Ora è il momento di Lara Gut-Behrami. La ticinese ha già dovuto sopportare l’incidenza negativa di un sasso sotto le lamine nella prima manche. Ma non può fare calcoli, ed attacca con decisione fin dalla prima porta. Dove Hector ha lasciato la sua gara, anche Gut-Behrami ha un’incertezza ma non perde la linea. Sul muro non è impeccabile ma finisce quanto meno sul podio.

    Lo speaker annuncia a modo suo la discesa della leader della prima manche. Il boato che si libera dalle tribune accompagna l’uscita dal cancelletto di Federica Brignone. La quale, parte alla sua maniera, aggredendo le porte con la riconosciuta potenza e la pulizia della sciata. 

  • Foto: A. S.

    Fede incrementa il vantaggio al primo intermedio ma la tagliola che è annidata sul dosso che ha escluso Sara Hector è pronta a fulminare anche l’attuale leader di Coppa. La Brignone si ritrova in un istante sbilanciata in avanti, ed in piena rotta di collisione con la porta successiva. L’unica sua probabilità di salvezza è quella di passarle sotto, con una sorta di malaugurabile riverenza.

    Alice Robinson al traguardo rimane sbigottita nell’assistere alla clamorosa uscita di scena di Federica Brignone. La vincitrice del gigante sulla Erta viene abbracciata dalla Gut-Behrami e dall’altra grande sorpresa di giornata, Paula Moltzan. Sono loro a comporre il podio di giornata. Ai piedi del quale si ferma la diciottenne Lara Colturi.

    Autorevoli esperti in materia, nel Circo Bianco, sono propensi a credere che la figlia di Alessandro Colturi e Daniela Ceccarelli sia il miglior talento espresso dallo sci moderno. Oggi Lara gareggia per l’Albania ma, in vista delle Olimpiadi invernali 2026, potrebbe cambiare licenza. E tornare ad indossare la tuta della Nazionale Azzurra.

    I riflettori del comprensorio Plan de Corones-Kronplatz comunque, oggi sono tutti per Alice Robinson. Che strappa a Sara Hector anche il pettorale rosso di specialità. In classifica generale Brignone resta al comando con 639 punti, seguita da Gut-Behrami con 584 e Rast con 562. Lo spettacolo itinerante della Coppa del Mondo femminile si sposterà nel prossimo weekend sulla celeberrima Kandahar di Garmisch Partenkirchen, dove andranno in scena discesa libera e SuperG.

    Un’immediata occasione di riscatto. Soprattutto per Federica Brignone e Sofia Goggia.