Una questione di punti di vista?
Brigitte Foppa, Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba non hanno dubbi. A loro avviso “i tempi sono maturi per un nuovo plurilinguismo in Alto Adige Südtirol a cui occorre spalancare la porta”.
I consiglieri provinciali rivendicano la primogenitura dell’idea di offrire nelle scuole anche classi plurilingui (“una richiesta storica dei Verdi”). Definendo la proposta di Palermo “molto cauta e ponderata” e accusando il ’Sudtirolo conservatore’ di aver subito “reagito con un atteggiamento difensivo e di rifiuto, dipingendo nuovamente uno scenario minaccioso verso il disfacimento della minoranza tedesca”.
I Verdi colgono l’occasione per attaccare frontalmente la SVP definendo il suo atteggiamento “sconcertante”, nonostante il fatto che “ancora sabato scorso alla conferenza della Consulta provinciale dei genitori, l’assessore Achammer si era espresso a favore di un Alto Adige plurilingue”. “Ora invece ci si chiude di nuovo a riccio contro la libertà di scelta delle famiglie ormai sempre più richiesta”, osservano i verdi.
Foppa, Heiss e Dello Sbarba ricordano quindi come lo stesso atteggiamento si sia registrato nel 2016 quando era stato discusso in commissione legislativa un loro disegno di legge in merito. “Allora la nostra proposta era stata bocciata con la motivazione che non si voleva creare una corsia preferenziale”, precisano i Verdi.
Il gruppo consigliare provinciale Verde prosegue la sua presa di posizione dicendosi dispiaciuto del fatto che “il Sudtirolo governativo sia pietrificato dalla paura nei confronti dei partiti di destra, barricandosi contro una strada richiesta a gran voce da più parti e ormai provata e riconosciuta in molti altri Paesi”. “Il coraggio e la volontà della giunta a provare nuove strade sono ora alla prova del nove”, dicono quindi i Verdi. Osservando come “la modernità e l’apertura mentale collegate a questa strada sarebbero urgentemente necessarie per la nostra provincia, anche per poter utilizzare al meglio la nostra ricchezza interiore”.
Ai Verdi fa eco il consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore Alessandro Urzì, unico sopravvissuto della destra italiana. Criticando la proposta di Francesco Palermo che viene definita “deliziosa all’apparenza”, ma in realtà “rappresentante un modello di scuola a due velocità che includerà alcuni fortunati e ne escluderà tutti gli altri”.
Per Urzì il rischio reale sarebbe quello di “un sistema educativo elitario per famiglie e genitori che comprendano l’opportunità data da un tale percorso” ed invece “una scuola di minore prestigio e qualità per tutti gli altri".
Il consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore accusa la proposta Palermo di essere poco coraggiosa e più una bandiera che un progetto praticabile. Rivendicando invece l’idea di una scuola “plurilingue per tutti”. Urzì osserva che oramai “solo il mondo di lingua tedesca (nemmeno tutto ormai) chiede di preservare la monoetnicità della scuola”. Chiedendo dunque che ora siano la scuola e la politica italiane a “pretendere di avere una scuola interamente plurilingue, per tutti”.