Bolzano
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Politica | Accadde domani

Il condominio squattrinato

Bolzano è un grande condominio e alle prossime elezioni comunali andremo ad eleggere semplicemente l’amministratore del condominio stesso: il padrone di casa è la Provincia Autonoma.
  • Bolzano è un grande condominio con oltre centomila inquilini (siamo noi) e il 4 maggio prossimo quello che andremo ad eleggere non è altro che l’amministratore del condominio stesso.

    Il sindaco, figura nella quale andremo a comprendere anche gli assessori e i consiglieri comunali, dovrà occuparsi soprattutto dell’ordinaria manutenzione della città, di far funzionare al meglio la macchina burocratica del Comune, di fare in modo che le strade siano pulite, che i ciclisti i motociclisti e gli automobilisti non vengano troppo spesso a collisione tra di loro e con i pedoni, che non ci siano troppi rifiuti abbandonati in giro e che ad una cert’ora, a seconda della stagione, i lampioni si accendano regolarmente.

    Ci saranno poi, nei bilanci, interventi più onerosi come quelli per il rifacimento di una scuola, per la ristrutturazione di una casa di riposo, per una modifica corposa a qualche tratto di viabilità interna.

    Già a questo punto il potere del Sindaco di Bolzano rischia di bloccarsi, di sbattere contro un soffitto molto resistente fatto di norme giuridiche e di compatibilità finanziarie.

    Perché se la città è un condominio, noi siamo gli inquilini e il Sindaco è l’amministratore, occorre chiedersi chi sia il proprietario, quello che, in base alle leggi in forza delle disponibilità finanziarie, decide quando e come vadano prese le grandi decisioni strategiche, quando e dove si fanno gli interventi che, a quella città condominio, cambiano il volto.

    Nel nostro caso la risposta è evidente: il padrone di casa è la Provincia Autonoma.

    Mi rendo conto che questo non è un discorso simpatico da farsi nel momento in cui sta decollando, dopo infiniti tentennamenti, una campagna elettorale nella quale i candidati al posto di primo cittadino faranno del loro meglio per convincere gli elettori di essere in grado di fare grandi cose per la città, di risollevarla dall’inerzia, di proiettarla verso una nuova era di cambiamenti.

    Le cose, però, stanno diversamente e gli stessi candidati, se hanno un po’ di pratica con la realtà amministrativa locale, lo sanno benissimo.

     

    “Anche in Zona Industriale a decidere chi viene e che va sono gli uffici provinciali.”

     

    Il Comune di Bolzano, come e più degli altri 115 confratelli più piccoli, è ingabbiato in una struttura che gli consente dei margini di autonomia assolutamente ridotti. Il primo elemento di questa gabbia è costituito da una normativa particolarmente cogente nel settore dell’urbanistica. Qui, con il nuovo statuto di autonomia, la Provincia ha acquisito una competenza che esercita in maniera continua e ficcante. È una supervisione di carattere generale che viene poi a completarsi con strumenti specifici creati nel corso degli anni. 

    Particolarmente rilevante quello elaborato nell’era Durnwalder, in occasione, se non ricordo male, nel contenzioso con il Comune di Vadena, per l’installazione a sud del paese della discarica di Ischia Frizzi. Si tratta di una normativa che, in buona sostanza, prevede che la Provincia possa intervenire d’autorità sul territorio dei singoli comuni tutte le volte che si tratta di realizzare un impianto o una struttura di interesse sovra comunale. Se si pensa che, nel capoluogo provinciale, queste strutture sono una parte consistente del tessuto cittadino, si capisce come l’amministrazione comunale cittadina possa essere tranquillamente messa in un angolo in tutta una serie di casi. L’elenco potrebbe essere lungo, ma basterà citare, tanto per fare un paio di esempi, l’Università al posto del vecchio ospedale con lo sfratto del Museion, insediato sul terreno dall’ex Monopolio, oppure la realizzazione, attorno a Palazzo Widmann tutta una serie di edifici che accolgono ormai la gran parte della burocrazia provinciale e che hanno fatto aumentare in maniera vertiginosa il traffico diretto giornalmente verso il centro storico.

    C’è poi un elemento che, in qualche modo, è risuonato anche nelle prime prese di posizione della campagna elettorale. La Provincia ha competenza diretta su tutta la grande area produttiva Bolzano sud e che da sempre è conosciuta come Zona Industriale. Anche qui a decidere chi viene e che va sono gli uffici provinciali. La Provincia ha acquisito il controllo del trasporto pubblico urbano attraverso la SASA e il Comune di Bolzano ha dovuto cedere posizioni storiche anche nel campo della produzione di energia elettrica con l’assorbimento da parte di Alperia dell’Azienda Elettrica.

    Tutto questo solo sul piano giuridico e normativo.

  • La questione finanziaria

    C’è poi la questione se possibile ancor più rilevante ed è quella finanziaria. Le casse del Municipio non assomigliano certo al deposito di Paperon dei Paperoni. Il fascino che esercitano operazioni urbanistiche come il contestatissimo Waltherpark o il mega parcheggio di Piazza della Vittoria deriva, nell’ottica di chi governa la città, anche dal fatto che a tirar fuori i dobloni sono i privati. Così doveva essere anche per il famoso areale ferroviario, ma il munifico benefattore non si è trovato e, semmai si arrivi al punto di poter acquisire i terreni sgomberati da binari e residuati bellici, i soldi, tanti soldi, li dovrà mettere in sul tavolo qualcun altro visto che il Comune quei denari non li ha e non li avrà mai.

     

    “Al Sindaco-amministratore non resta che andare a far la questua a Palazzo Widmann.”

     

    Più volte, in passato, si è detto che i criteri con i quali, in base alla legge provinciale, vengono ripartiti i finanziamenti ai comuni finiscano per premiare le realtà periferiche rispetto a quella del capoluogo dove vive un altoatesino su cinque e che ogni giorno deve accogliere migliaia di pendolari che vengono a lavorare o a studiare. Discorsi che non hanno mai prodotto nulla di concreto. L’ipotesi di rimpinguare il forziere bolzanino figurava tra l’altro in uno dei disegni di legge costituzionali presentanti anni or sono dalla destra italiana e che passarono alla cronaca con nome di “pacchetto degli italiani”, ma del progetto si sono perse le tracce e, tra gli elementi di esso spuntati recentemente nella trattativa tra Roma e Bolzano sull’adeguamento delle norme statutarie, di quel passaggio non vi è traccia.

    Con un bilancio in ristrettezze al Sindaco-amministratore di condominio non resta che misurare attentamente il peso di ogni stanziamento e, per tutto quello che non può essere coperto con i fondi propri, andare con il cappello in mano a far la questua al secondo piano di Palazzo Widmann.

    Così stanno le cose e non si intravvedono all’orizzonte motivi validi per cui esse debbano cambiare.

  • Quod erat demonstrandum

    P.S. Giunto a questo punto dal ragionamento chi scrive viene colto da un qualche rimorso. Forse il discorso è stato portato un po’ troppo in là. Forse una dizione così brutale può contribuire ad aumentare quel distacco dalla politica che si traduce poi nel crescente atteggiamento di chi diserta le urne. Quando il testo già corretto sta per finire nel cassetto delle cose incompiute, ma l’occhio casca su una notizia cui gli organi di informazione hanno giustamente dato il massimo rilievo. Su Bolzano sta per abbattersi una valanga di nuove realizzazioni. Sono ben 18 i progetti presentati che, a partire dal prossimo anno, cambieranno la faccia dalla città. Nell’elenco ci sono realizzazioni attese da anni come il polo bibliotecario, ma anche altre di più recente ideazione come il rifacimento del Parco dei Cappuccini, lo studio intanto di Piazza della Vittoria e il rifacimento della Caserma Vittorio Veneto. Per far conoscere ed apprezzare ai bolzanini questo radioso futuro è stato allestito perfino un infopoint in Corso Libertà. 

    Da chi?

    Dalla Provincia naturalmente, nella persona dell’Assessore alle opere pubbliche Christian Bianchi che ha trionfalmente presentato i progetti e il relativo stanziamento di 500 milioni di euro.

    Come volevasi dimostrare.

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Luca Marcon Sab, 02/22/2025 - 14:57

Infatti. E la maggioranza, in provincia, è del gruppo etnolinguistico sudtirolese: fatto che chiarisce senza alcun dubbio residuo chi comanda - quindi decide - per Bolzano.
In un altro commento ho scritto ciò che segue. Poi di favole ce ne possiamo far raccontare finché si vuole, ci mancherebbe...

"Come noto ormai anche ai sassi, qualsiasi elezione locale vede due fronti: quello sudtirolese, dove, in effetti, alla fine della solita guerra tra bande qualcuno si vota e si elegge; e quello altoatesino, dove - sempre in effetti - si vota per scegliere, pensando invece di eleggere qualcuno, il cane da riporto più o meno gradito agli eletti sudtirolesi..."

Sab, 02/22/2025 - 14:57 Collegamento permanente